LA FOTOGRAFIA di base
E' una riproduzione effettuata tramite una macchina fotografica. Nella sua forma più semplice, è una scatola con un piccolo foro da un lato ed una superficie emulsionata dalla parte opposta: l'immagine del soggetto illuminato, passando attraverso il foro (diaframma) viene impresso e mantenuto nella pellicola. La macchina fotografica è oggi in realtà qualcosa di molto più complesso (sia nella forma digitale che in quella più classica a pellicola). Diamo brevi cenni di una macchina fotografica classica.
Gli obiettivi possono essere: normali, cioè inquadrano un campo visivo analogo a quello inquadrato dall'occhio umano (viene indicato col valore indicativo di 50mm); grandangolari capaci di inquadrare con un angolo maggiore dell'occhio umano, arrivando a superare i 180° cioè riprendendo tutto quello che noi umano possiamo vedere girando la testa da destra a sinistra (esempio: 35mm, 28mm, 20mm,..); teleobiettivi, riecono a vedere bene oggetti molto lontani da noi, che noi non riusciamo a distinguere (esempio: 135mm. 200mm, 500mm,..). Esistono anche obiettivi la cui lunghezza focale varia tra 2 valori: sono gli zoom, ad esempio un medio zoom è il 28-80mm, uno zoom tele è il 70-210mm.
Gli obiettivi si distinguono anche per la loro luminosità: ovvero la capacità di riprendere immagini anche il luoghi molto bui (un obiettivo f.1,6 è più luminoso di uno f.2).
Anche in una telecamera dobbiamo considerare la luminosità dell'obiettivo. Mentre dobbiamo stare attenti al valore dello zoom: lo zoom è di due tipi: ottico e digitale. Lo zoom ottico è quello effettuato tramite le lenti dell'obiettivo. Lo zoom digitale è invece quello che viene effettuato da un programma all'interno della telecamera. Noi dobbiamo utilizzare sempre lo zoom ottico e quasi mai quello digitale, perche non ci offre un risultato di qualità. Quindi non facciamoci affascinare dagli zoom digitali 100x, 200x,... 500x.... non ci serviranno mai.
La pellicola va scelta con cura, perchè riceve e mantiene l'immagine: deve essere maneggiata con cura, non essere tenuta ad alte temperature e non deve essere esposta alla luce diretta del sole. esistono pellicole di formati diversi: il più utilizzato è il 35mm col formato 24x36 mm per ogni fotogramma, mentre il formato 120 ha una superficie di utilizzo circa 6x6 cm. Ogni pellicola ha una sua sensibilità, espresso con i valori ISO: una pellicola 100 ISO deve essere usata in una normale giornata di sole, una pellicola da 800 ISO va usata quando c'è poca luce. Per il nastro della telecamera, non esiste la scelta della sensibilità: solo in alcune più professionali possiamo impostare il cosiddetto guadagno: + 6db, + 12 db, ... che può essere considerato una specie di innalzamento della sensibilità del nastro.
Il diaframma è quel dispositivo che permette alla luce di entrare e di impressionare la pellicola. E' stato copiato dall'iride dell'occhio umano: in parole povere è un foro la cui apertura è variabile: più è largo (ma viene rappresentato con un numero il cui valore è piccolo, es: f:2, f:2,8, f:4,..) più luce passa, più è stretto (ha apertura con valore del tipo: f:8, f:11. f:16, ..) meno luce passa. Il diaframma f.2,8 fa passare la metà della luce del diaframma f.2. Il diaframma f.8 fa passare il doppio della luce rispetto al diaframma f.11.
Ma da solo non serve, il diaframma va collegato al tempo di esposizione, ovvero al tempo in cui il diaframma resta aperto (e fa passare la luce). Sono valori dati in frazioni di secondi: ad esempio 1/60" (si legge un sessantesimo di secondo) fa passare più luce rispetto ad 1/250 od 1/1000 di secondo. Sempre tenendo il diaframma allo stesso valore.
Si ha una corretta esposizione quando sulla pellicola arriva la quantità di luce giusta, per il tempo giusto, in modo che la stampa della pellicola dia un risultato corretto (naturalmente quello che diciamo per una pellicola fotografica è altrettanto valido per le riprese effettuate con una telecamera, perchè, come voi sapete, un filmato è un'insieme di tante fotografie, una vicina all'altra.... scattate in tempi ravvicinati, circa 24 al secondo). Con le attuali macchine fotografiche, la possibilità di errore è molto ridotta, infatti gli automatismi aiutano anche i meno esperti. Per chi vuole capire come funziona tutto il meccanismo, diciamo che, data una pellicola di sensibilità 100ISO, se la corretta esposizione è data dall'accoppiata diaframma f:11 e tempo 1/125", possiamo utilizzare anche altre coppie diaframma/tempo, come a f:8 1/250" che equivale anche a f:16 1/60" perchè se diminuiamo il diaframma dobbiamo aumentare il tempo in modo che la quantità di luce che entra sia lo stesso e viceversa se aumentiamo il diaframma dobbiamo diminuire il tempo di esposizione.
Si dice che un fotogramma è sottoesposto quando è entrata poca luce (non è entrata luce a sufficienza per la corretta esposizione) e che è sovraesposto quando ne è entrata troppa.
La messa a fuoco, ovvero la valutazione della distanza tra la macchina fotografica ed il soggetto da riprendere deve essere precisa, altrimenti l'immagine non è nitida, i contorni non sono definiti, non riescono a distinguersi i dettagli ripresi. Un problema diverso è l'immagine mossa, cioè quando al momento dello scatto abbiamo mosso impercettibilmente la macchina fotografica: in caso di necessità, ovvero quando dobbiamo scattare con un tenpo di esposizione lungo (più di 1/60") cerchiamo di usare il cavalletto, od appoggiamoci a qualcosa di stabile come un muro. Naturalmente in una ripresa non possiamo avere tutti gli oggetti perfettamente a fuoco proprio perchè situati a distanze diverse: quindi dobbiamo capire quale distanza impostare per avere un'immagine che ci dia l'illusione di una giusta profondità spaziale. In un paesaggio, se teniamo a fuoco dei fiori in primo piano, avremo i punti più lontani non a fuoco, dando un senso di grande spazio. Se utilizziamo una focale da teleobiettivo, per inquadrare una persona, lontana, otterremo un'immagine abbastanza piatta, con poca profondità di campo.
I filtri sono dischetti colorati da anteporre all'obiettivo: servono a modificare i toni della ripresa utilizzando pellicola in bianconero: un filtro giallo serve a scurire il cielo bianco-celeste e a rendere più bianche le nuvole (in modo da avere maggior contrasto), il filtro rosso rende il cielo quasi nero, il filtro verde si usa quando si vuole schiarire il verde delle vegetazione, il filtro UV accentua i colori. Naturalmente se si usano i filtri con le pellicole a colori, il risultato avrà la cosiddetta dominante del colore del filtro.