SONIA PICOZZI - ANALISI TECNICA del film: IL MARE (1962) di Giuseppe Padroni Griffi
Vicino alle strutture rarefatte, aride, prive di una vita voluta nella sua pienezza dei film di Antonioni, è il commento di Il mare di Giuseppe Patroni-Griffi (1962), e, certamente, la musica «colta» e molto raffinata di Fusco è di molto superiore al valore dell'opera che «accompagna», ma forse sarebbe meglio dire che «conduce», non riuscendo, comunque, a nobilitarla o a riempirla nei vuoti della regia e della sceneggiatura.
Titoli su nero, voce solista di soprano vocalizza su un accompagnamento di pochi strumenti scabri.
Giuseppe Padroni Griffi
IL MARE
Con Umberto Françoise, Orsini Prevost, Dino Mele
Ha collaborato alla sceneggiatura Alfio Valdarnini
Montaggio effetti sonori Aurelio Pennacchia
Aiuto regista Paolo Bianchini
Ambientazione Pier Luigi Pizzi
Tecnico del suono Claudio Maielli
Musica Giovanni Fusco diretta dall'autore
Montaggio Ruggero Mastroianni
Direttore della fotografia Ennio Guarnieri
Organizzato e prodotto da Gianni Buffardi
Scritto e diretto da Giuseppe Patroni Griffi
Sulla fine dei titoli la musica cadenza per finire. Bianco e nero.
Esterno, giorno, in alto mare, veduta del mare da un traghetto.
Un uomo in macchina.
Interno di un albergo.
Esterno, sera, l'uomo compra un giornale poi entra in un bar dove c'è un altro uomo che sta dando in escandescenza perché nel suo drink c'è del ghiaccio mentre lui lo aveva chiesto senza. L'uomo del giornale, Lui, esce dal bar.
Lui sfoglia dei giornali ad un tavolo di ristorante.
Lui in bar.
Esterno, giorno, mare, Capri in inverno, Lui, legge, recita poi va via su una barca, veduta dei Faraglioni.
Vento tra gli alberi, è in arrivo una tempesta. Lui incrocia l'Uomo del ghiaccio che osserva il mare e passa oltre.
Lui tra i vicoli di Capri.
Lui esce da un negozio mentre l'Uomo del ghiaccio lo osserva.
Lui nella sua camera d'albergo.
Lui sul letto tira fuori da una busta il foulard acquistato nel negozio, lo osserva.
Inizio di una musica strumentale a cui l'uso del mandolino solista da il sapore di una citazione folclorica non meramente coloristica ma colta alla Bartók. Chiamerò questo brano Tema del foulard . Fine musica.
Dissolvenza su nero, gente scende dal traghetto, Lui osserva poi sale sul traghetto, cerca qualcuno ma sono scesi tutti.
Lui sulla funivia.
Lui entra furiosamente in albergo, legge un telegramma, telefona a Roma e litiga con una donna.
Torna un frammento del Tema del foulard .
Esterno, Lui va da un marinaio, vuole affittare un motoscafo che gli viene negato, si inalbera dicendo che si è prigionieri su quell'isola.
Esterno, sera, nei vicoli di Capri incontra l'Uomo del ghiaccio, fanno a botte e poi vanno ad ubriacarsi insieme. Lui recita e l'Uomo del ghiaccio lo guarda rapito.
Interno della camera d'albergo di Lui, è in compagnia dell'Uomo del ghiaccio che lo forza a bere dell'acqua di colonia fino che sviene nella vasca che l'Uomo del ghiaccio riempie d'acqua.
Mattina, Lui si trascina fuori della vasca.
Dissolvenza su nero, Lui entra nel bar.
Musica strumentale tipicamente fuschiana, in cui la scarnificazione dell'orchestra e la crudezza del commento sottolineano la metafisica del simbolismo che rimanda alla trascendenza del contingente particolare nel metafisico generale.
Sta cercando l'Uomo del ghiaccio.
Il ritmo della musica in crescendo si fa incalzante, gli strumenti dialogano contrappuntandosi e dando il senso di un duello imminente fino a cadenzare sul gong che chiude la scena.
Lui incontra una donna, Lei.
Lei arriva nei pressi di una casa.
Lui incontra l'Uomo del ghiaccio, si battono nuovamente poi si recano in un ristorante a rifocillarsi, parlano facendo capire che Lui è realmente un attore di professione. Entra nel ristorante anche Lei, li guarda, esita, sorride e poi si va a sedere al loro tavolo dicendo a lui che sa che non era lei quella che lui sta aspettando.
Questo dialogo e, soprattutto, l'affermazione della donna appaiono come una lampante discrepanza della sceneggiatura, in quanto ci si domanda subito come facesse la donna ad essere a conoscenza del fatto che lui stesse aspettando una donna che non si è presentata, ma, non essendo questo l'oggetto in analisi ci limitiamo esclusivamente ad annotarlo senza alcun commento di sorta.
La conversazione langue. L'Uomo del ghiaccio si alza per andarsene, lei lo segue chiedendogli di insegnarle ad uccidere e così vanno via.
Primo piano di un vecchio suonatore di mandolino, Lei e l'Uomo del ghiaccio lo costringono con le spalle al muro, fine musica, Lei gli si avvicina, l'Uomo del ghiaccio «strimpella» il mandolino.
La musica intradiegetica si fa «personaggio» diventando il simbolo non solo di una presa in giro ma anche, e soprattutto, di uno sprezzo della vita e dell'arte altrui.
Lei mima, a mani nude, l'azione di sgozzare il vecchio, poi corre via.
Lei e l'Uomo del ghiaccio sono sui bordi di una piscina vuota in una villa disabitata quando sentono Lui che li chiama.
Interno i tre insieme parlano. Lei dice: «Io sono morta un anno fa in quest'isola!» poi si incammina per andarsene. Musica.
Sviluppo del Tema del foulard in cui l'uso che Fusco fa del mandolino napoletano spinge oltre la colta citazione folclorica di prima arrivando ad esprimere un'altra caratteristica tipica della cultura partenopea, rilevabile ad esempio nel teatro di Eduardo, la compresenza del tragico nel comico. In questo caso la solarità tipica dello strumento diventa amaramente ironica quando viene a sottolineare il disagio esistenziale di una donna. Si ha un ulteriore prova della ricercatezza e della raffinatezza della musica fuschiana che non si perde mai nell'ovvio anche quando il film stesso pare smarrirvisi.
Esterno giorno, piove a dirotto, Lei con un uomo, Lui la segue. Fine musica.
Primo piano dell'Uomo del ghiaccio dietro i vetri di una finestra.
Interno della stanza dell'Uomo del ghiaccio, va a lavarsi sotto la pioggia poi rientra.
Esterno, l'Uomo del ghiaccio.
Lui vede Lei passare con un uomo, li segue.
È smesso di piovere, Lui entra in un bar incrociando l'uomo che era con Lei mentre esce. Lei è nel bar, la avvicina, parlano dell'uomo appena uscito. Arriva l'Uomo del ghiaccio.
Interno della villa in cui troviamo l'Uomo del ghiaccio e Lei. Musica.
Gli archi svolgono una melodia di sapore esotico esatonale alla Debussy accompagnata da un ostinato ritmico di percussioni.
Lei prende degli oggetti da un cassetto e li getta nel fuoco mentre parla con lui dicendogli di aver venduto la sua casa all'uomo con cui l'ha vista parlare, poi gli dice di voler restare sola e che non la deve cercare più. Lui va via e con lui va via anche l'Uomo del ghiaccio.
Esterno, veduta panoramica.
Interno, Lui nella sua camera telefona al portiere per dirgli di dire a chiunque lo cerchi che è uscito.
L'Uomo del ghiaccio lo cerca ma il portiere, seguendo le indicazioni di Lui, gli dice che è uscito così l'Uomo del ghiaccio va via. Musica.
Lui e Lei prendono il sole. Musica. Vedute panoramiche. Parlano criticando Capri. Fine musica. Lui le dichiara il suo interesse e la sua simpatia, Lei risponde che il marito se n'è andato con un'altra.
L'Uomo del ghiaccio solo esita davanti ad una porta poi prosegue il suo cammino.
Esterno notte, l'Uomo del ghiaccio davanti all'albergo poi torna tra i vicoli dell'isola.
Esterno giorno, mare, l'Uomo del ghiaccio spia Lei e Lui che sono in barca, lo vedono, Lei lo saluta mentre la loro barca prende il largo.
L'Uomo del ghiaccio in un taxi, dalla radio proviene della musica.
Inizia una sequenza in montaggio alternato che mostra le azioni dell'Uomo del ghiaccio mentre Lei e Lui sono in barca.
Lei e Lui in barca.
L'Uomo del ghiaccio solo in un bar dove sta mangiando.
Lei e Lui in barca.
L'Uomo del ghiaccio nel bar.
L'Uomo del ghiaccio nella sua stanza.
Lei e Lui in barca.
L'Uomo del ghiaccio paga la stanza alla padrona.
Lei e Lui in barca.
Lei e Lui in barca.
L'Uomo del ghiaccio compra da bere.
Lei e Lui in barca.
Fine della sequenza in montaggio incrociato.
Lui accompagna Lei a casa, piove, Lei entra e Lui va via, arriva l'Uomo del ghiaccio, si battono e l'Uomo del ghiaccio gli dice che lo ammazzerà, poi gli racconta di aver rotto una porta e continua con altre farneticazioni.
Interno, Lui e l'Uomo del ghiaccio a casa di Lei. Musica.
In sottofondo un ulteriore sviluppo del Tema del foulard in tonalità minore con il mandolino che diventa sempre più malinconico ed inquietante. La musica si contrappunta al dialogo con momenti di silenzio che non fanno altro che sottolineare la presenza della musica quando questa ritorna.
Fine musica. Lui tormenta l'Uomo del ghiaccio dicendogli di telefonare a qualcuno che gli vuole bene e di dirgli che sta tornando, ce l'avrà pure qualcuno a cui sta a cuore. Lui lascia l'Uomo del ghiaccio a telefonare e va in un'altra stanza. L'Uomo del ghiaccio fa per andarsene mentre Lui cerca di trattenerlo senza successo quindi lo accompagna fuori dandogli una bottiglia e dicendogli di non esagerare poi rientra in casa.
La musica cresce fino a cadenzare su un tutti orchestrale che usato con notevole parsimonia da Fusco acquista maggior valore senza essere una risoluzione scontata.
Interno, Lui e Lei si abbracciano, si baciano, si spogliano. Musica.
Tema del foulard.
Dissolvenza su nero, fine musica.
Giorno, Lui a letto da solo guarda verso la finestra da cui si intravedono i Faraglioni poi il suo sguardo si sposta nella stanza fino a vedere Lei che dorme sulla poltrona. Lei si sveglia ma finge di continuare a dormire, Lui va in bagno e poi senza far rumore per non svegliarla, credendo che stia ancora dormendo, esce dalla stanza.
Lui si veste nel salone, vede che il telefono è staccato e capisce che l'Uomo del ghiaccio ha finto di aver fatto la telefonata la sera prima. Musica.
Un frammento di melodia orientaleggiante ed insinuante accompagna l'uscita di Lui dalla casa.
Fine musica.
Lui esce di casa.
Lei si alza. Musica.
Torna la melodia precedente che va a finire quando Lei guarda dalla finestra. Questi due momenti musicali paiono accompagnare e denotare il limite, la soglia, il confine tra l'interno e l'esterno, la casa e la strada, la coscienza di se e la consapevolezza del mondo che ci circonda. Le poche note crude e scarne, seppure colorite di esotico, anche se, di un esotico «stilizzato», «ripulito», raccontano il vuoto dell'esistenza.
Fine musica.
Lui in albergo chiede alla reception di passargli la linea per telefonare a Roma alle 11 e fa per avviarsi alla sua stanza quando il portiere gli consegna una bottiglia che gli è stata consegnata nella notte. È la bottiglia che lui ha regalato all'Uomo del ghiaccio sulla quale trova scritto: «ciao!».
Poche note di commento che vanno a cadenzare sul fischio della sirena del traghetto.
Lui va via correndo.
Sale in taxi.
Arriva al porto ma il traghetto è già salpato. Lui lo guarda allontanarsi dal porto poi si incammina. Si sente la sirena dell'aliscafo, vede Lei salirvi a bordo, suona di nuovo la sirena e l'aliscafo salpa. Lui solo continua a camminare entra in un vicolo. Nero. Tutti orchestrale.
FINE
Tratto dalla tesi di Sonia Picozzi
"Il cinema moderno e la musica per film.
Giovanni Fusco tra Antonioni e Resnais."
e presente nel sito: www.giovannifusco.com