C' ERAVAMO TANTO AMATI  di Ettore Scola  di Graziano Marraffa

LA MALINCONICA IRONIA DELL'IDEALISMO

Chi scrive, oggi ventiseienne, considera da sempre questo film il capolavoro assoluto della storia del cinema italiano, da portare con se sull'isola deserta; perciò sarà difficile privare di enfasi alcune espressioni che troverete in questo mio scritto, attraverso il quale mi auguro di riscontrare consensi tra tutti coloro che come me lo hanno nel cuore e di suscitare interesse e curiosità per chi non ha ancora avuto il piacere d'apprezzarlo.

C'eravamo tanto amati di Ettore Scola

C'ERAVAMO TANTO AMATI
Anno: 1974 Nazione: Italia Durata: 125 Minuti
REGIA: Ettore Scola
SCENEGGIATURA: Age,Ettore Scola,Furio Scarpelli
MONTAGGIO: Raimondo Crociani
FOTOGRAFIA: Claudio Cirillo
SCENOGRAFIA: Luciano Riccieri
MUSICA: Armando Trovajoli

PROTAGONISTI:
Nino Manfredi - Antonio, portantino
Stefania Sandrelli - Luciana Zanon
Stefano Satta Flores - Nicola, intellettuale
Vittorio Gassman - Gianni, avvocato
Aldo Fabrizi- Romolo Catenacci
Giovanna Ralli - Elide
Federico Fellini, Luciano Bonanni, Marcello Mastroianni, Mike Bongiorno, Vittorio DeSica
PREMI:
Nastro Argento 1975; Sceneggiatura, Attore non Protagonista (Aldo Fabrizi),Attrice non Protagonista (Giovanna Ralli)

Roma, prima metà degli anni '70.
Lungo un viale alberato,si vede arrivare una 600 malandata la quale si ferma davanti al cancello di una villa privata.
Discendono dall'automobile due uomini sulla cinquantina e una donna più giovane, rispetto ad essi, di una decina d'anni circa, mentre si affaccia sul giardino un uomo in accappatoio dal portamento elegante, che sta tirando le ultime boccate da una sigaretta.
La scena si ripete per ben tre volte, quasi per sottolineare un consapevole presagio, come se fosse meglio che questa storia si bloccasse proprio al punto di partenza; l'uomo all'interno della villa si appresta a tuffarsi in piscina, sotto lo sguardo esterrefatto degli altri tre, mentre parte un flash-back in bianco e nero che ci riporta indietro di trent'anni.
Antonio Cotichella, Gianni Perego e Nicola Palumbo sono partigiani, e stanno mettendo a segno un appostamento d'attacco contro un plotone di tedeschi in avanzata tra le montagne innevate.
Finita la guerra, le loro strade si dividono:
Nicola torna a Nocera Inferiore, dove ha moglie, figli e un ruolo da insegnante presso il liceo, Gianni a Pavia, dove termina gli studi da avvocato e Antonio a Roma, dove all'ospedale San Camillo, svolgendo il lavoro di portantino, gli capiterà quello ch'egli stesso definisce il grande incontro della sua vita; ha così modo di conoscere la bellissima Luciana Zanon, fresca ragazza giunta nella capitale dalla provincia di Udine, con ambiziose velleità d'attrice.
Antonio ne rimane talmente attratto al punto d'innamorarsene, dichiarandole il proprio sentimento al termine d'una rappresentazione di " Strano Interludio " di 'O Neil , in scena al Teatro Quirino, dove la ragazza lo ha invitato facendo parte della claque.
Alla vigilia delle elezioni che trasformarono l'Italia da monarchica a repubblicana, Gianni ottiene un posto nello studio d'un facoltoso avvocato di Roma; non appena giunto in città, nella storica trattoria del " Re della mezzaporzione " rincontra Antonio,il quale lo accoglie festosamente presentandolo agli amici ( "Saranno i Gianni Perego a cambiare questa società" è la frase che con grande entusiasmo gli riempie la bocca) e a Luciana, di fronte alla quale Gianni si siede.

C'eravamo tanto amati di Ettore ScolaCome in un quadro della commedia di 'O Neil, mentre gli altri intorno a loro vengono idealmente isolati, Gianni e Luciana comunicano attraverso lo sguardo intenso e la forza del pensiero, dichiarandosi già innamorati l'una dell'altro ( "Sceglieremo di essere onesti o felici?" è il dilemma che Gianni si pone).
Durante una visita in ospedale da parte di entrambi, alla loro esplicita confessione d'amarsi Antonio dapprima reagisce con tenera confusione, poi in un momento d'impetuosa lucidità si scaraventa contro Gianni, sentendo di aver perso contemporaneamente affetto e stima delle due persone a lui più care al mondo.

Nel liceo dove insegna Nicola, viene periodicamente organizzato un cineforum con proiezioni e dibattiti ai quali egli essendo un viscerale appassionato di cinema partecipa molto attivamente; al termine della proiezione di " Ladri di biciclette " di Vittorio De Sica , nasce un'accesa discussione sul valore morale e culturale del film, dalla quale Nicola in evidente contrasto ideologico con gli altri partecipanti ne pagherà lo scotto perdendo il diritto all'insegnamento ("Nocera è inferiore perché ha dato i natali ad individui ignoranti e reazionari come voi" è la frase che rivolge al preside), sotto gli occhi stravolti della moglie Gabriella presente in sala.
Recatosi anch'egli a Roma, dopo aver momentaneamente abbandonatola famiglia al paese, ritrova Antonio col quale, essendo anch'egli addolorato per i recenti fatti accadutogli, riprende a frequentarsi.
Gianni,accompagnato in bicicletta da Luciana, si reca nell'abitazione di Romolo Catenacci, ex capomastro edile divenuto ora imprenditore con diversi capi d'accusa a suo carico e per giunta di fede cattolica e fascista.
Avviene così l'incontro con Elide, la figlia di Catenacci, una goffa ragazza dai modi distratti ("E' un po' intrupponcella" dice il padre descrivendola) ma dalla trasparente sensibilità d'animo che si dimostra subito colpita dall'aspetto di Gianni. Mentre Antonio e Nicola stanno mangiando insieme, riappare Luciana, entrata probabilmente in trattoria alla ricerca di Gianni,col quale da un po' di tempo si sono limitati i rapporti.
Antonio comprende che l'amico ne è interessato, e ne ha la conferma al termine della cena , quando Luciana parlando di cinema con Nicola che le cita Ejsenzstein, se ne dimostra molto divertita; si saluteranno nuovamente, mentre la ragazza scoppierà a piangere nella cabina delle fototessera ritrovate da Nicola non appena si è allontanata.

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