LAURA ANTONELLI   di Graziano Marraffa

I SOGNI EROTICI ITALIANI

Nata a Pola nel 1941, svolge a Napoli gli studi liceali, ottenendo il diploma d'insegnante d'educazione fisica. Debutta nel mondo dello spettacolo dapprima in alcuni "CAROSELLI" televisivi, poi nel 1966 si affaccia al cinema ne " LE SPIE VENGONO DAL SEMIFREDDO " di Mario Bava , parodia spionistica con Franchi e Ingrassia e Vincent Price . Nel '69 partecipa a " LA RIVOLUZIONE SESSUALE " di Riccardo Ghione, film del filone contestatario, e ha uno dei primi ruoli da protagonista in " VENERE IN PELLICCIA " di Massimo Dallamano , che per motivi di censura rimane momentaneamente inedito. Dotata di un fisico dal seno generoso e dalle fascinose gambe, inizia a mostrare le sue grazie ne " IL MERLO MASCHIO " (1964) di Pasquale Festa Campanile, che anticipa temi e situazioni de " LA CHIAVE ", (un marito frustrato che riesce a trovare una dimensione fotografando la moglie nuda per poter suscitare l'invidia altrui), nel quale recita al fianco di Lando Buzzanca in dialetto veneto, essendo il film ambientato a Verona.

Partecipa a due film francesi, " GLI AMANTI DELL'ANNO 2 " (1971) e " TRAPPOLA PER UN LUPO " (1972) di Claude Chabrol, entrambi con Jean Paul Belmondo col quale ebbe una storia sentimentale.
Torna accanto a Buzzanca nel satirico " ALL'ONOREVOLE PIACCIONO LE DONNE " (1972) di Lucio Fulci , che viene sequestrato e tagliato dalla censura per via della somiglianza tra il personaggio di Buzzanca e il ministro Colombo. Nel '73 avviene per Laura l'autentico exploit, interpretando il ruolo di Angela in " MALIZIA " di Salvatore Samperi , storia di una cameriera che si trovera suo malgrado a dover soddisfare le brame di un maturo vedovo siciliano (Turi Ferro) e dei suoi due figli maschi, di cui uno adoloscente ( Alessandro Momo ) .
La scena in cui salendo sulla scala per spolverare, mostra le splendide gambe in calze nere con la riga e giarettiera, rimane a tutt'oggi il simbolo dell'erotismo anni '70, raccontato al cinema da femmine seducenti e maschi inevitabilmente voyeur.

Il grande successo del film (4 miliardi d'incasso all'epoca), le dà modo oltretutto di essere notata da Dino Risi che la dirige magistralmente in " SESSO MATTO ", commedia ad episodi con Giancarlo Giannini , offrendole l'opportunità di dare il meglio di sé. Divenuta ormai l'icona erotica di una generazione, torna a lavorare con Samperi e Momo in " PECCATO VENIALE " (1974), altro successo della stagione, mentre esce finalmente il film di Dallamano con il titolo " LE MALIZIE DI VENERE " e viene affiancata a Raf Vallone in " SIMONA " tratto dal romanzo di Bataille, diretto da Patrick Longchamps, la sua immagine caratterizzata da un misto di forte sensualità e candida innocenza, viene inserita in contesti dannunziani e decadentistici da tre grandi autori quali Luigi Comencini (" MIO DIO, COME SONO CADUTA IN BASSO " 1974) Giuseppe Patroni Griffi , (" DIVINA CREATURA " 1975*) e Luchino Visconti (" L'INNOCENTE ", 1976, suo ultimo film).

 

Verso il termine del decennio, l'ideale erotico degli italiani è costellato "d'insegnanti" e "dottoresse" cosicchè l'Antonelli verrà relegata d'ora in poi principalmente in ruoli da commedia: " LETTI SELVAGGI " (1979), altro film ad episodi diretto da Luigi Zampa , " MI FACCIO LA BARCA " (1980) di Sergio Corbucci , " MIA " (1982) di Carlo Vanzina , " SESSO E VOLENTIERI " (1982) di Dino Risi , " GRANDI MAGAZZINI " (1986) di Castellano e Pipolo , " RIMINI RIMINI " (1986) e " ROBA DA RICCHI " (1987), entrambi diretti da Corbucci .
Successivamente a " CASTA E PURA " (1981), ritroverà Samperi anche nell'inutile " MALIZIA 2000 " (1991) che non solo non ripeterà minimamente il successo del film precedente, ma segnerà la sua amara e definitiva uscita dalle scene, causata dalle conseguenze di inadatte cure cosmetiche.

In seguito ci saranno crisi mistiche e tristi vicende giudiziare, solo di recente smentite; ma il pubblico a distanza di anni non dimentica la bellezza di una donna dal carattere tenace, col prepotente desiderio del successo, ma anche cattolica, timida e riservata come poche, capace di regalare sogni ed ironia con la medesima semplicità.

di Graziano Marraffa

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