Gli anni '20: OTTOBRE di Diana Rodi
Analizziamo il film: “Ottobre” di Sergej Ejzenstejn URSS 1929
Molti cineasti degli anni ’20 ritenevano il montaggio uno strumento di fondamentale importanza per organizzare la forma del film e naturalmente utile alla progressione narrativa (montaggio di continuità).
Nei suoi lavori, Ejzenstejn ha rifiutato il montaggio di continuità di Hollywood, al contrario, ha cercato di ottenere massima collisione fra inquadratura e sequenza, al fine di costringere gli spettatori a partecipare al film: durante la visione, stimolava i loro sensi, le loro emozioni, il loro intelletto.
Nel film “Ottobre” (del 1928) la storia è abbastanza semplice: dopo la Rivoluzione di Febbraio in Russia il governo provvisorio borghese anziché ritirarsi dalla Prima Guerra Mondiale decide di sostenere gli alleati, portando così il popolo in condizioni simili a quelle vissute sotto lo Zar.
Nel film, dunque, il protagonista non è solo una persona, bensì tutto il popolo; non vengono utilizzate scene di dialogo per presentare la tesi della storia, ma è il pubblico che interpreta attivamente.
E, alternare le inquadrature provoca in alcuni casi continuità, come ad esempio la sequenza riguardante il bombardamento e le scene di battaglia (soldati-colpi di cannone); in altri casi discontinuità (soldato che ride rivolto a destra-minacciosa statua d’aquila, rivolta a sinistra).
Poi effettua un salto di montaggio: un uomo che si inchina, poi si rialza velocemente, un’inquadratura statica su fucili conficcati nella neve, poi un’esplosione e altri contrasti che scatenano conflitti nella percezione dello spettatore.
Ejzenstejn fa anche uso di discontinuità temporali (le donne e i bambini vengono visti di notte, mentre la fabbrica sembra attiva di giorno).
Inoltre, anche la durata è variabile: utilizza infatti uno dei suoi strumenti preferiti: l’estensione temporale, un un’inquadratura sovrapposta di un soldato che beve da una bottiglia.
Altrove effettua l’esatto contrario: vediamo donne e bambini in fila e poi subito distesi a terra.
Ancora, la frequenza risulta altrettanto discontinua: è difficile comprendere se si stanno vedendo diversi cannoni o lo stesso mostrato più volte.
Gli elementi più importanti non vengono mai mostrati insieme in un solo riquadro.
Perchè poi il pubblico faccia connessioni emotive e concettuali egli alterna nel montaggio diverse ambientazioni… mostrando ad esempio gli operai che abbassano il cannone il montaggio collega soldati oppressi al proletario oppresso.
Tutto questo, forse per mettere in evidenza “l’enorme macchina del governo”… e, in qualche modo un commento politico, o .. forse, una sorta di interpretazione degli eventi della storia.
di Diana Rodi
Ottobre (North by Northwest)
Film del 1928 in bianco e nero, durata 102 minuti, tratto dal libro di John Reed, con soggetto e sceneggiatura di Ejzenstejn e di Grigori Aleksandrov, musiche di Dimitri Shostakovic, fotografia di Eduard Tissè.