SUSPIRIA - il film di Dario Argento
AVERE a che fare con Suspiria , oltre che con un maestro del thriller prima e dell’horror poi come Dario Argento, significa entrare in un mondo popolato non solo dal Male, bagnato dal Sangue e accecato dal Buio, assetato di Morte, paralizzato dal Terrore, ma anche sentirsi parte di una vera e propria compagnia di giro che, dal ’77 ad oggi, non si è mai stancata di parlare, raccontare, cercare aneddoti su uno dei capolavori assoluti del genere.
Girato a ruota del clamoroso successo di un golem della paura come Profondo Rosso , Suspiria tra le tante curiosità annovera anche quella di essere considerata, a ragione, la pellicola che apre la porta dell’horror ad Argento. D’ora in poi, per il regista venerato da George Romero e Wes Craven, dopo Quattro mosche di velluto grigio , L’uccello dalle piume di cristallo , Il gatto a nove code , esorcizzare il male del presente equivarrà a rappresentarlo. Una sorta di purificazione che, altra “chicca” legata a Suspiria , contamina anche un’illustre spettatrice. Ascoltate cosa rivelava quattro anni fa la scrittrice giapponese Banana Yoshimoto in un’intervista rilasciata al professore Giorgio Amitrano, suo traduttore ufficiale: «Da bambina mi sono sempre sentita diversa. Pensavo di essere pazza, ero terribilmente sola. Quando, verso i 14 anni, ho visto Suspiria di Dario Argento per me è stata un’esperienza incredibile. Tutto il mondo che avevo nella mia mente - rivela - e che mi separava dal mondo degli altri era lì, in quei colori e quelle immagini. Capii che non ero più pazza nè sola. Penso che, forse, se non avessi visto quel film, avrei finito per uccidermi».
Altro compagno di viaggio nel nostro itinerario dentro Suspiria (da domani in edicola con il dvd del Messaggero ) è lo storico fotografo di scena di Dario Argento, l’inseparabile Franco Vitale che trent’anni fa insieme a Franco Bellomo, proprio con il film interpretato da Jessica Harper, Stefania Casini, Flavio Bucci, Eva Axen, Joan Bennet, iniziava la sua collaborazione con il maestro: «Il nostro sodalizio, che prende il via ufficialmente con Opera , nasce un giorno che Dario mi chiamò per una sostituzione. C’eravamo conosciuti un giorno all’Hotel Flora - ci dice Vitale che da aprile inizierà il nuovo film di Argento, Le tre madri - poi mi telefonò in Venezuela per dirmi di correre sul set. Suspiria? Ricordo gli esterni di notte a Monaco, la ricostruzione di una banca negli studi della De Paolis, perché quando andammo a Friburgo e si voleva girare in una banca vera ci dissero che le 40 persone di quel ciak erano troppe. E ricordo gli effetti speciali che ho fotografato, la carne rossa messa a macerare per produrre dei vermi veri, quelli che nel film si vedono cadere dal soffitto e scivolano sulla faccia della studentessa. Veri, sì, nessun trucco in quell’occasione. Dario è un vero perfezionista - continua il fotografo che ha lavorato tra gli altri con Germi, la Magnani, Totò, Sordi, Monicelli - un professionista al quale non sfugge lo sguardo neanche di una comparsa».
Quei colori ai quali accenna la Yoshimoto, immortalati dagli “scatti” di Vitale e Bellomo, Argento li creò per Suspiria utilizzando, altra curiosità, una particolare pellicola della Kodak capace di riprendere con maggiore duttilità, anche in assenza di luce, ottenendo così un effetto cupo e caldo allo stesso tempo.
Il resto è storia, anzi la storia di una ballerina americana che giunge a Friburgo per iscriversi ad una accademia di danza. La notte dell’arrivo è testimone della fuga di un’allieva, Patty, che il giorno dopo verrà trovata barbaramente uccisa in casa di un’amica. E’ l’inizio dell’inferno...
di LEONARDO JATTARELLI - IlMessaggero - 16 Febbraio 2006