INTERVISTA esclusiva a MAURIZIO NICHETTI di Michelangelo Gregori
E' con un piacere immenso e la gioia sana del bambino che presento questa intervista al Maestro Maurizio Nichetti, l'unico autore Italiano ad essere nato e rimasto poeta, con il suo modo di vedere il cinema fatto di sconcertante simpatia, freschezza mista a lungimirante passione e attento senso dell'irrealtà reale. Troverete in queste righe il frizzante pensiero di un personaggio che è parte integrante del nostro immaginario cinematografico collettivo, e di tanto in tanto nelle notti d'estate si trasforma ancora in cartone animato, ma non ditelo a nessuno, buona lettura …
Domanda: Che cosa significa essere un autore cinematografico oggi in Italia?
Risposta: Ci si sente un po' lontani dalle realtà cinematografiche contemporanee, lontani dallo spettacolo americano, lontani dal neorealismo da dopoguerra iraniano o yugoslavo.
D: Perché secondo te il cinema digitale è considerato di serie B?
R: Perchè ci sono in giro troppi tradizionalisti duri a morire. Tutte le nuove invenzioni sono sempre state guardate con diffidenza da chi era maestro del vecchio.
D: La produzione e la distribuzione, due dilemmi, cosa pensi al riguardo?
R: Se esistessero sarebbe già un passo avanti.
D: Anche tu hai iniziato con il corto, qualche anno fa, cosa è cambiato da una ventina di anni a questa parte nel cinema (anche breve)?
R: Da quindici anni è cambiato il modo: computer, INTERNET, cellulari, tecnologia digitale, spettacoli interattivi, realtà virtuali, sarebbe strano se in tutto ciò non fosse cambiato anche il pubblico e il cinema che per il pubblico è fatto.
D: Il cortometraggio prende sempre più piede, così come i Festival annessi, secondo te, come districarsi?
R: Il modo migliore sarebbe quello di realizzare un bel corto, poi i modi e le occasioni per poterlo mostrare non mancano. Il rischio di finire in una rassegna inutile va messo nel conto, ma prima o poi se il lavoro merita saprà farsi notare.
D: Quanto e come il cinema influisce nella vita di tutti i giorni?
R: Se per cinema intendi l'immagine in movimento in senso generale, molto, perchè la televisione entra in tutte le nostre case violentemente e non sempre gradita. Se intendi il cinema d'autore non più di quanto possa condizionarci un buon testo teatrale, un classico della lirica o un virtuoso del circo. Tutte forme d'espressione nate per la massa e finite in nicchie di appassionati nostalgici.
D: E per te, cosa chiedi al cinema e cosa cerchi di dare?
R: Che mi faccia passare bene il tempo. Due ore trascorse davanti ad una bella storia o tre anni passati dietro una bella storia non è mai tempo perduto.
D: Un autore affermato e stimato della tua portata, dove trova gli stimoli giusti e l'input per nuove idee?
R: Non considerandosi mai arrivato, definitivamente affermato, universalmente stimato. Bisogna saper ripartire ogni volta come se fosse la prima con lo stesso entusiasmo e la stessa ingenuità.
D: Quindi, il cinema una passione o un'ossessione?
R: Una passione a rischio di ossessione.
D: Come è nata la tua vena cinematografica?
R: Provavo piacere nel vedere la gente ridere di quello che facevo, fin da piccolo e prima di sapere cosa fosse il cinema.
D: (Tormentone) Il corto per un autore, un punto di arrivo o un punto di partenza?
R: Sempre un punto di partenza i punti di arrivo mi intristiscono, chiudere un percorso è anche terminare un'esplorazione, rinunciare a nuove scoperte, fermarsi in qualche modo, soddisfatti di una meta che può anche diventare prigione.
D: Due parole sulla nuova legge del cinema (magari senza imprecazioni)…
R: La conosco poco, ma so che a quella precedente avevano lavorato le menti migliori del cinema italiano ottenendo come risultato la scomparsa della figura del produttore. Non sempre un cinema assistito corrisponde ad un cinema libero.
D: Il tuo rapporto con i fans e il pubblico che ti chiede consigli o si innamora (come te) delle tue opere?
R: Cerco di trovare sempre il tempo per ascoltare, rispondere, imparare... Il sapere che un film è stato visto e ha saputo suscitare un'emozione è molto confortante e ti ricompensa di tutte le leggi sbagliate fatte in buona o cattiva fede...
D: I progetti per il futuro…
R: Riuscire a continuare a lavorare malgrado tutto e tutti e ti assicuro che non è facile ed è già un buon risultato continuare a sperare di riuscirci...
E allora in conclusione citiamo a autocitiamoci, per tutti i giovani autori, per chi ama il cinema e questo mondo seriamente fantastico. Per chi vuole intraprendere un viaggio che ruota intorno alla vita stessa, un film di Maurizio porta nel titolo l'emblema di tutto questo “VOLERE VOLARE” e la battuta finale del mio primo corto recitava “VIVO E VOI LASCIATEMELO FARE, VOLO E VOI LASCIATEMI CADERE” più chiaro di così…
Michelangelo Gregori