dopo: DARIO FO & GIORGIO ALBERTAZZI - La cultura in Italia
anche Renzo ARBORE abbandona la Rai ....

Renzo Arbore non è incazzato. Di più. Dopo tanti salamelecchi e corteggiamenti, si sente abbandonato più di Del Piero. La scorsa settimana ha protestato con Cattaneo , che è stato l'artefice magico del suo ritorno. Il direttore generale ha subito inviato una nota a Fabrizio Del Noce : si rispetti l'orario ... invece di mandarlo in onda alle 23 e 40, come scritto sul contratto, lo show del Grande Nicchiatore si è perso nella notte.
L'ultima puntata, quella con Banfi e Bocelli, ad esempio, è iniziata alle 24 e 10.Quella precedente addirittura alle 24 e 20. Aggiungere uno spot di tre minuti dopo un quarto d'ora, quindi l'edizione del telegiornale, “ Speciale per me ” chiude alle tre del mattino. Se va avanti così, il clarinettista foggiano rischia di lasciare la linea direttamente alla Santa Messa domenicale.
A questo punto, Arbore – che dal momento che ha iniziato il programma non ha mai avuto il piacere di incrociare il direttore di Rai1 Del Nox – ha deciso di chiudere i battenti.
Renzo Arbore con Metalli
A questo punto, Arbore – che dal momento che ha iniziato il programma non ha mai avuto il piacere di incrociare il direttore di Rai1 Del Noce– ha deciso di chiudere i battenti. Malgrado che Kit Cat (cioè Cattaneo) gli abbia chiesto di continuare a sollazzare il popolo dei “ notturbini ”. No, si chiude, si è sfogato Arbore con i suoi amici. Ancora tre puntate, come da contratto, e poi intonerà il classico “ buonanotte ai suonatori ”. Meglio una fine anticipata che un ritardo senza fine.

da DAGOSPIA del 21 febbraio 2005 _________________________________

Se a 2 artisti del calibro di Dario Fo (premio Nobel per la letteratura) e Giorgio Albertazzi (uno dei più grandi attori e registi teatrali italiani) capita di essere inseriti nel palinsesto del servizio pubblico in seconda serata e di slittare in terza, dopo i cartoni animati... non ci dobbiamo lamentare noi, poveri mortali, se i nostri cortometraggi, senza raccomandazioni o marchette, non vengono presi neppure in considerazione.... che altro dire? ognuno ha la televisione che si merita!

Provocazione dei due artisti: acquistano una pagina del giornale "Viale Mazzini non promuove il programma, lo facciamo da soli"
Fo e Albertazzi contro la Rai si "pubblicizzano" su Repubblica
Da tre settimane "Il teatro in Italia" slitta a tarda ora "Perché non sono stati fatti spot per ricordarlo al pubblico?"

ROMA
- Dopo Paperino, non hanno potuto più tacere. Dario Fo e Giorgio Albertazzi hanno deciso di manifestare pubblicamente tutto il loro disappunto per quello che giudicano un "boicottaggio", da parte di viale Mazzini, nei confronti di Il teatro in Italia , il programma che hanno realizzato per RaiDue: dovrebbe andare in onda il lunedì alle 22.50, se non fosse che da tre settimane slitta in avanti in favore di telegiornali e cartoni animati. Ma soprattutto "ci nascondono - dicono i due - e non fanno niente per pubblicizzare il nostro programma". E così, si sono visti costretti a farlo, provocatoriamente, da soli. E hanno acquistato una pagina su Repubblica di oggi, da loro firmata, dove campeggia la frase "Chi li ha visti nel programma televisivo Il teatro in Italia ?".

"I due noti attori, da tre lunedì, sono 'scomparsi' nella tarda ora della seconda delle reti Rai sprofondati nell'oblìo telematico, tra un cartone animato di Paperino e un tg della notte", si legge nel comunicato pubblicato dal quotidiano. "Qual è - ci si domanda - la ragione di tanto silenzio?". Una risposta, a quanto pare, è arrivata: "Uno dei massimi dirigenti dei 'piani alti' Rai, interrogato in proposito - spiegano - ha risposto che la tv pubblica non ha né il tempo né i mezzi per segnalare l'ubicazione e la presenza di ogni manifestazione, soprattutto se di carattere culturale, avendo a disposizione pochi spot promozionali, e questi pochi destinati a spettacoli di prima serata. Per quelli di seconda e terza? 'Mi dispiace - avrebbe risposto il dirigente - si arrangino'".

Vista la pagina sul quotidiano, la reazione della Rai non si è fatta attendere. L'ufficio stampa precisa che "oltre al grande impegno produttivo e tecnico, anche la promozione del programma è stata di grande livello" e che "il numero degli spot è nettamente superiore a quello previsto per gli altri programmi di seconda serata". Da viale Mazzini sottolineano anche l'"attenzione particolare" riservata a Il teatro in Italia:"la curatrice Silvana Castelli, pur di completare la produzione, ha accettato di rinviare di un mese il suo pensionamento". Infine, "si sottolinea che le seconde serate del palinsesto Rai sono collocazioni di pregio con una potenziale platea, seconda sola al prime time".

Già dopo Natale i due artisti si erano detti indignati, ricordando l'enorme impegno profuso nel progetto: "Per realizzarlo - aveva detto Dario Fo - abbiamo coinvolto sindaci di mezza Italia, siamo stati in giro per molte regioni. Ma fin dall'inizio non c'è stata da parte della Rai una grande volontà di promuovere una buona cosa culturale. Tant'è vero che alla conferenza stampa di presentazione, a Roma, non venne neppure un dirigente. Albertazzi ed io non siamo solo molto delusi, siamo indignati. Ma per quale motivo la cultura deve essere considerata così poco dalla tv pubblica?".

Su Repubblica , Fo e Albertazzi colgono l'occasione per ricordare di quando, poche settimane fa, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi aveva "tuonato alto e forte", rammentano i due artisti, chiedendo alla Rai una maggiore attenzione per cultura e servizio pubblico.

Perciò, si legge ancora, "viste le difficoltà di cui soffre la televisione pubblica nel mettere in luce il nostro programma, per la realizzazione del quale sono state spese - oltre alla nostra passione - notevoli somme di denaro pubblico, abbiamo deciso, pur di non vedere affossato il nostro lavoro nell'oblìo Rai, di finanziare, comperando questa pagina, la promozione delle rimanenti cinque puntate di Il teatro in Italia , in onda ogni lunedì su RaiDue alle 22.50, se tutto va bene... e se il cartone animato di Paperino non sarà troppo lungo".

Articolo tratto dal quotidiano ( 2 gennaio 2005 )
sito: http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/spettacoli_e_cultura/foalbertazzi/boicottati/boicottati.html

 

--------------->>>>> Avete letto Il Messaggero del 31 dicembre 2004? "Il cinema italiano mi boicotta" dice Asia Argento che per lavorare vive in America. "Per gli indipendenti, ottenere sale è sempre più difficile. Lottare contro i gandi gruppi è tempo perso." dice Gianluca Curti, il suo distributore di "tendenza" che denuncia la situazione del mercato ialiano.

E cosa dovrebbero dire allora i giovani registi italiani che cercano di venir fuori senza avere un papà alle spalle?

(scriveteci sull'argomento e pubblicheremo le vostre opinioni)

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