IL GIALLO
Per farsi una cultura sul genere Giallo, dovremmo aver visionato i film con i personaggi di Maigret (creato dal francese George Simenon negli anni '30), Nero Wolfe (dell'americano Rex Stout), Sherlock Holmes (dell'inglese Artur Conan Doyle, alla fine degli anni 1890), fino alle creazioni della notissima Agatha Christie, Miss Marple e Poirot, per restare nel classico.
L'elenco completo è molto lungo, e possiamo ricordarne alcuni alla rinfusa (inserendoci anche i gialli televisivi) il religioso Padre Brown, l'avvocato Perry Mason, il tenente Colombo, il nostro commissario Montalbano, il calvo Kojack, il tedesco Derrick, ... e così via.
E' difficile dare una definizione precisa del giallo, perchè le sfumature che vengono utilizzate sono molteplici: si passa dal classico giallo di deduzione per la risoluzione, a quello poliziesco, cioè con un poliziotto ad indagare, da quello giudiziario on gli avvocati, a quello noir dove vince il criminale, dal giallo con serial thriller alle risoluzioni ambientate in ospedali...
In ogni caso, in un giallo, ci deve essere una storia che va risolta: gli indizi sono lì, davanti a tutti e solo uno ha l'abilità di trovare il meccanismo che il colpevole ha usato.
LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE
(VERTIGO)
Alfred Hitchcock, Usa, 1958, 128’
Dal romanzo “D’entre les morts” di Pierre
Boileau e Thomas Narcejac
Un investigatore che soffre di vertigini
sorveglia la moglie di un amico e se ne
innamora perdutamente. Lei si butta da un
campanile. Dopo qualche tempo lui incontra
la sua sosia.
Una love story crudele, angosciante, perversa
e dominata dalla necrofi lia.
Hitchcock trasporta il romanzo di Boileau
e Narcejac dalla Parigi anni Quaranta alla
San Francisco anni Cinquanta senza perderne l’atmosfera amara e
malinconica.
UN MALEDETTO IMBROGLIO
Pietro Germi, Italia, 1959, 110’
Tratto da “Quer pasticciaccio brutto de via
Merulana” di Carlo Emilia Gadda
Nella medesima casa vengono commessi un
grosso furto e un omicidio: il commissario
incaricato di risolvere il primo caso deve così
occuparsi anche del secondo.
Quando la pellicola uscì nelle sale fu
giudicata come il primo vero poliziesco
italiano.
In realtà il film preannuncia l’imminente
commedia all’italiana e lo sguardo con cui l’osservatore della realtà
italiana Germi racconta la nostra borghesia. Merito del regista è
quello di riuscire a gestire bene i due registri, il comico e il poliziescodrammatico.
A VENEZIA... UN DICEMBRE ROSSO
SHOCKING
Nicolas Roeg, Uk, 1973, 110’
Dal romanzo di Daphne Du Maurier “Don’t
Look Now” (Non dopo mezzanotte)
John e Laura, coniugi inglesi, sono in viaggio
a Venezia: l’uomo per strada vede spesso una
fi gura di piccola statura che indossa lo stesso
impermeabile rosso che aveva loro figlia il
giorno della sua morte...
Atmosfere gotiche e brividi in un thrilller
psicanalitico sull’inquietante legame tra vivi
e morti; un fi lm cupo, nero, pieno di sinistri
presagi, avvolto dalla lugubre atmosfera di
una Venezia invernale e decadente.
Un merito del regista è quello di essere riuscito a conservare le
atmosfere sospese e inquietanti che hanno reso famosi i romanzi di
Daphne Du Maurier.
FINALMENTE DOMENICA!
François Truffaut, Fra, 1983, 110’
Tratto dal romanzo “The Long Saturday
Night” (Morire d’amore) di Charles Williams Il
libro è stato scovato dal regista nella collana
“Série Noire” dedicata ad autori americani
di “serie B”. Un proprietario di agenzia
immobiliare viene accusato dell’omicidio della
moglie e dell’amante di lei. La segretaria, da
tempo innamorata di lui, comincia a indagare
per dimostrarne l’innocenza. Truffaut ricalca
qui il cinema nero hollywoodiano degli anni
‘40, ispirandosi ad esso nel bianconero, nelle
luci, nelle inquadrature e ricorrendo agli
stereotipi del genere. La variante della protagonista femminile offre
nuove prospettive e diversa sensibilità al genere.