IL SEGNACORTO 2005 Concorso Nazionale di Sceneggiature per Cortometraggi ( 3° premio )
di FERDINANDO GAETA
1. UNA STAZIONE FERROVIARIA. INT. GIORNO
Una donna grassa e mal vestita, di un'età indefinibile tra i cinquanta e i settanta, è seduta su una delle panchine che stanno in bella fila alla testa dei binari.
E' immobile. Solo ogni tanto muove una mano per infilarla in una delle tante buste che tiene vicino ai piedi. Ne estrae qualcosa di vagamente commestibile e se lo ficca in bocca.
SCORRONO I TITOLI DI TESTA
2. PIAZZALE ANTISTANTE ALLA STAZIONE, FERMATA DEGLI AUTOBUS. EST. GIORNO
Una ragazza sta scendendo da un autobus. Ha sui 20-25 anni, fisico asciutto e faccia pulita. Indossa un paio di jeans attillati e un maglioncino rosa. Si trascina dietro due grandi valigie verde scuro, di quelle con il manico estraibile e le rotelle sotto.
Dopo appena qualche passo una delle valigie perde una rotella.
RAGAZZA (imprecando)
Accidenti, accidenti…
Raccoglie la ruota e cerca di rimetterla al suo posto ma dopo un paio di tentativi falliti è costretta ad arrendersi.
RAGAZZA
Maledetta valigia…
Riprende a camminare. E' tutta sbilanciata perché la valigia senza la rotella, a differenza dell'altra, è diventata pesantissima e la costringe a pendere tutta da un lato. Si vede che fa degli sforzi enormi.
All'improvviso anche la seconda valigia perde una rotella. La ragazza, arrabbiatissima, le dà un calcio.
RAGAZZA
... vaffanculo, vaffanculo...
Alcuni passanti la guardano straniti. Lei se ne accorge e cerca di calmarsi. Guarda verso il cielo come se ci fosse qualcosa di soprannaturale che si sta accanendo contro di lei poi, rassegnata, riprende a camminare.
3. STAZIONE FERROVIARIA. INT. GIORNO
La ragazza compra il biglietto e poi si ferma a guardare il cartellone delle partenze.
P.P. della scritta: Direttissimo per Sorrento ore 11,54.
RAGAZZA (tra sé e sé)
...uffà... ancora mezz'ora.
Sempre trascinando le valigie e sbuffando, scende le scale che portano al piano inferiore della stazione, dove stanno i binari. Cerca con gli occhi una panchina per sedersi. L'unica con un posto libero è quella dov'è seduta la vecchia. La ragazza vi si dirige a passo svelto per paura che qualcuno le freghi il posto ma appena si siede, la solita valigia perde un'ulteriore rotella e si accascia a terra con un rumore assordante. La ragazza ha un'espressione di sconforto.
RAGAZZA
(arrabbiata) Al diavolo le valigie . . . e al diavolo gli uomini . . .
La ragazza va con la mente a quando ha comprato le valigie.
P.P. della ragazza.
VOCE D'UOMO (F.C.)
(suadente) non si preoccupi sono delle valigie solidissime e poi, con queste rotelle, le può trasportare anche un bambino…
RAGAZZA (tra sè e sé)
Stronzo. . . e stronza io che mi fido sempre degli uomini! Ben mi stà!
La vecchia osserva incuriosita la ragazza e le valigie.
VECCHIA
Signurì, vieni da Milano?
RAGAZZA
No, da piazza Carlo III.
VECCHIA (stupita)
Da piazza Carlo III? Allora, non vieni da lontano?
RAGAZZA (un po' scocciata)
Eh, no!
VECCHIA
Che peccato. Mi piace la gente che viene da lontano. . . Qui vengono tutti da vicino: Pompei, Sorrento, Somma Vesuviana...
La ragazza sorride. Apre lo scompartimento di una delle due valigie e ne estrae uno specchietto. Si osserva attentamente.
RAGAZZA (tra sé e sé)
Sembro un mostro!
Si passa una mano tra i capelli cercando di rimetterli a posto. La vecchia la guarda, sempre più incuriosita.
VECCHIA
Lo specchietto tuo non è buono…
RAGAZZA
Perché?
La vecchia fa un gesto con la mano come per dire “aspetta”. Lentamente estrae da una busta uno specchietto rotondo, con il manico in legno intarsiato.
VECCHIA
Ecco, questo è buono.
RAGAZZA
Cos'ha di speciale?
VECCHIA
Cos'ha di speciale? Tutto! Guarda tu stessa.
La ragazza si avvicina di più alla vecchia e guarda nello specchietto che la vecchia tiene rivolto verso il proprio viso.
P.P. dello specchietto: l'immagine riflessa non è quella della vecchia com'è adesso ma di com'era quand'era giovane. E' una donna molto bella con gli zigomi alti e i capelli corvini.
Dissolvenza.
Adesso si vede la donna insieme a un uomo. Stanno correndo, tenendosi per mano, in un campo di papaveri. Corrono felici. A un certo punto cadono e rotolano nei papaveri fino a quando scompaiono dalla vista.
Dissolvenza.
Buio. Si accende una candela. La donna guarda l'uomo di prima che adesso dorme accanto a lei, è felice. Lui apre gli occhi e l'attira a sé. La bacia.
Dissolvenza:
La donna sta tornando a casa. Dal pancione che ha si capisce che è incinta. Apre la porta e trova lui a letto con un'altra. Si vede (ma non si sente niente) la donna gridare e poi scappare via. L'uomo la insegue. Quando la raggiunge si butta ai suoi piedi. La donna cerca di scacciarlo ma lui non si arrende. Alla fine si abbracciano piangendo. Si capisce che lei lo ha perdonato.
Dissolvenza.
Di nuovo il volto della vecchia com'è adesso.
La ragazza è stupita, non sa che dire. Guarda meravigliata, prima lo specchietto e poi la vecchia.
VECCHIA
Hai visto? Hai visto come ero bella quand'ero giovane?
RAGAZZA (mentendo)
Lo siete ancora.
VECCHIA
No, adesso no! Una volta sì che ero bella, ero bella veramente. Gli uomini per strada si voltavano a guardarmi... Ora sono un cesso...
RAGAZZA
Non dite così.
VECCHIA
E' la verità.
La ragazza fissa incantata lo specchietto. La vecchia se ne accorge e glielo porge.
VECCHIA
Tieni, guarda tu.
La ragazza è titubante, quasi avesse paura. Poi prende il coraggio a due mani e afferra lo specchietto. Se lo mette davanti al viso e comincia a guardarci dentro.
P.P. dello specchietto.
Si vede la ragazza seduta a un tavolino di un bar. E' un piccolo locale, affollatissimo. Entra un giovane. E' alto, slanciato, di carnagione bruna. Cerca un posto per sedersi. Si avvicina alla ragazza e le chiede se può sedersi vicino a lei. I due stanno uno di fronte all'altro un pò imbarazzati. Poi una tazzina cade e schizzi di caffé volano dappertutto. Scoppiano a ridere...
Dissolvenza.
Adesso i due sono seminudi su un letto disfatto. Lui piano piano allunga una mano e le fa il solletico. Lei salta dal letto e comincia a correre per tutta la stanza. Lui la insegue finché non la raggiunge. Si abbracciano e si baciano. Lei è pazza di felicità.
Dissolvenza.
La ragazza si sta vestendo piano davanti allo specchio. Lui la guarda dal letto senza dire niente.
Dissolvenza.
La ragazza esce dal palazzo trascinandosi dietro le due valigie verde scuro.
Stacco.
VECCHIA
E' per lui che te ne vai?
RAGAZZA
Sì.
La vecchia guarda anche lei nello specchietto che la ragazza tiene ancora in mano. Si vede il giovane che esce dalla doccia velocemente, si asciuga appena e poi indossa una camicia sulla pelle ancora bagnata.
VECCHIA
Certo, ch'è bello!
RAGAZZA (sospirando)
Eh, sì…
La ragazza guarda verso un punto lontano, perdendosi dietro i suoi ricordi.
ALTOPARLANTE DELLA STAZIONE
Si avvisano i signori viaggiatori che il Direttissimo per Sorrento delle ore 14,32 partirà dal binario 4…
La ragazza sembra ridestarsi da un sogno. Ridà lo specchietto alla vecchia. Si alza. Fa per andarsene.
RAGAZZA
Bè, io vado. Questo è il mio treno. Arrivederci.
VECCHIA
Arrivederci.
La vecchia rimane un po' a guardare la ragazza che si allontana e poi si alza anche lei. Raccoglie le buste e si avvia verso le scale che portano al piano superiore della stazione, dove c'è la biglietteria.
Quando sta per salire la vecchia nota che alla sommità delle scale c'è il giovane che stava nello specchietto della ragazza.
GIOVANE (a un ferroviere)
Scusi, il treno per Sorrento?
FERROVIERE
Binario 4. Faccia presto, sta per partire.
Il ferroviere indica con la mano il binario 4. Il giovane non lo fa neanche finire che già si precipita verso quella direzione.
La vecchia si ferma. Nei suoi occhi c'è rabbia mista a stupore mentre osserva l'uomo scendere le scale quattro a quattro.
Il direttissimo ha ancora le porte aperte.
VECCHIA (tra sé e sé)
No, questa volta non ci freghi!
Riprende a salire e quando il giovane le arriva vicino gli fa uno sgambetto e lo fa cadere.
P.P: del piede della vecchia che mette lo sgambetto al giovane.
L'uomo ruzzola per tutte le scale. Rumore della caduta. Brusio delle persone che corrono ad aiutarlo.
La vecchia senza voltarsi continua a salire. Solo quando sente il rumore delle porte del direttissimo che si chiudono, e finalmente parte, si ferma e fa un sospiro di sollievo.
Sul suo volto si disegna un sorriso beato.
Poi riprende a salire piano, uno scalino alla volta. Si vede che fa degli sforzi enormi. Quando finalmente arriva in cima ha un'espressione felice, come se avesse scalato la montagna più alta del mondo.
Fine