RASSEGNA STAMPA sui CORTOMETRAGGI e sulla Cultura cinematografica di ogni tipo...
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QUANTO COSTA ORGANIZZARE LE VELTRONIADI? CHOC DA TAPPETO ROSSO: 13 MILIONI DI EURO
I 7 RESPONSABILI DELLE VARIE SEZIONI “RIMBORSATI” CON 523.750 EURO
490 MILA PER “INCONTRI” E “TOUR PROMOZIONALE"
“CONSULENTI ED ANTENNE INTERNAZIONALI”: 250 MILA EURO
Traiano Bertollini per “La Stampa"
Centinaia di migliaia di euro stanziati per «imprevisti», poco meno di trecentomila euro per spese «internet», più di un milione di euro perché gli ospiti di Cinema Festival Internazionale di Roma possano dormire sonni sicuramente d'oro nelle suites degli alberghi prenotati dall'organizzazione, più di 120 mila per redigere il sito internet e, per esser certi che tutto sia all'altezza della portata dell'evento, milioni di euro come contributi da parte di Regione Lazio, Comune e Provincia di Roma.
In attesa di rivestire un ruolo di primo piano sul palcoscenico internazionale dei festival cinematografici, per ora la festa del cinema di Roma ha attirato l'attenzione e le critiche degli organizzatori del festival di Venezia, convinti che l'agguerrita concorrenza estera non avesse bisogno di un aiuto all'interno dei confini italiani e ha indotto, sia nell'appassionato cinefilo sia nel profano, la seguente domanda: ma quanto costa organizzare Cinema Festival Internazionale di Roma?
Aspettando di dissipare i dubbi dei critici è comunque possibile esaminare il bilancio previsionale e a fronte di un valore della produzione stimato in 7.800.000 euro, si registrano costi che dagli iniziali 9.538.548,82 euro, sono arrivati ad oltre 13 milioni.
Se una parte dei ricavi è al momento ipotetica, in quanto annovera voci quali gli introiti previsti per la biglietteria, ad ora pari a 280 mila euro, sono certe le spese. Certe, ma non esattamente chiare. Goffredo Bettini, presidente della manifestazione romana, oltre a confermare le cifre, ha d'altro canto ribadito «la valenza di un evento di questo genere, volano di un indotto che sulla scia del percorso intrapreso dalla Notte Bianca, non mancherà di dare lustro alla Capitale».
Si sa che la cultura non ha prezzo, ma tornando ai numeri diamo qualche dettaglio in più: la Fondazione Musica per Roma, incaricata dell'organizzazione e che già beneficia da parte della Provincia di Roma di 850 mila euro annui per un triennio, come contributo ordinario, ha chiesto ed ottenuto dalla Provincia, tramite l'amministratore delegato Carlo Fuortes, un finanziamento di un milione di euro, che si aggiungono ai due elargiti da Regione Lazio e Comune di Roma, al fine di realizzare la manifestazione cinematografica.
Scartabellando nel bilancio previsionale si notano non meglio precisate spese internet pari a 165 mila euro, oltre a 126 mila euro per redazione sito, per un totale di 291mila euro. Alla voce comunicazione si registra un costo di 490 mila euro, suddivisi fra voci a dir poco generiche quali «incontri» e «tour promozionale».
L'accoglienza: la Fondazione Musica per Roma è ipotizzabile che già abbia chi si occupa di comunicazione, ma la portata dell'evento esige ulteriori 450 mila euro da dividere fra voci quali hostess, relazioni esterne, ospitalità e cerimoniale. I pernottamenti richiederanno un esborso di più di un milione di euro, ma durando otto giorni la manifestazione, viene da domandarsi quanto costi la singola stanza e che numero di persone siano state invitate a spese della Fondazione.
Interessante è anche il riferimento a «consulenti ed antenne internazionali», che costano 250 mila euro, più 37.500 inerenti consulenze fiscali, per un totale di 287.500 euro. Non manca l'attenzione alla sicurezza che richiede 94.180 euro di spesa, per un servizio di vigilanza di cui l'Auditorium Parco della Musica, che ospita la manifestazione, già dispone. L'Auditorium, fiore all'occhiello dell'amministrazione capitolina, nato per ospitare manifestazioni di questo genere, ha richiesto 410.506 euro per l'adeguamento delle sale, più 770 mila euro per addobbi sale ed esterni; totale 1.180.506 euro. La voce «mercato», pari a 160 mila euro, non è meglio
definita nel bilancio, mentre risulta più comprensibile la spesa di 370 mila euro per viaggi e 360 mila euro per serate d'onore. Detto che non si sottovalutano gli imprevisti, pari a quattrocentomila euro, un ultimo accenno va ai sette responsabili delle varie sezioni del festival «rimborsati» con 523.750 euro.
Dagospia 17 Ottobre 2006
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Dal sito di Dagospia leggiamo: "Il film, annunciato da CHI, che Katia Ricciarelli sta girando con Sergio Muniz e Beppe Convertini si intitola “I giorni perduti”. E’ un lungometraggio di 55 minuti dedicato alla piaga dell’alcolismo tra i giovani ed è prodotto da Media Italia e dalle Ulss del Veneto."
Dagospia 05 Novembre 2006
ERRORE: se il filmato dura 55 minuti è, secondo la legislatura italiana, un CORTOMETRAGGIO !!
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IL MESSAGGERO Domenica 5 Novembre 2006 -
Sul grande schermo la vita è tutta un quiz
di LEONARDO JATTARELLI
ROMA - Un Rischiatutto del grande schermo, dove la vita è tutta un quiz. E il rischio vero è quello che non smetteresti mai di giocare ridiventando bambino insieme ai mille personaggi in carne e celluloide che popolano il Quizario del cinema italiano (ed. Dino Audino, 128 pagine, 14 euro), ricco di un sottotilo che spiega l’arcano: Domande e risposte su retroscena, curiosità, primati e stranezze del nostro cinema . L’autore, il trentunenne Sergio Sciarra, giornalista, filmaker, curatore della deliziosa autobiografia di Tiberio Murgia, Il solito ignoto , uscita lo scorso anno, stavolta invade pubblico e privato a costruire una storia del nostro cinema con un domanda e risposta che offre “tre-possibilità-tre”. Un esempio? Forse il più semplice per gli appassionati del genere: Qual è stato il primo film italiano sonoro? a)Finalmente ti sento, b)Parlami d’amore Mariù, c)La canzone dell’amore? La risposta esatta è la “c”, la pellicola è di Gennaro Righelli ed è datata 1930. Ma, attenzione, la telegraficità delle risposte non tragga in inganno, perchè nel libro l’approfondimento c’è ed è gustoso. Chi poteva immaginare che Stefano Colagrande, il bambino di Incompreso di Comencini che nel film muore per una frattura alla spina dorsale, nella vita reale è diventato professore di radiologia all’Università di Firenze? E che l’anziano protagonista di Umberto D di De Sica, l’intenso Carlo Battisti, all’epoca del film era il professor Battisti, docente universitario di glottologia a Firenze? Scatta, inevitabile, nel libro di Sciarra, una sorta di ”Lo sapevate che...” con protagonisti divi, starlette, politici, scrittori della storia culturale del Belpaese.
Sapevate che il film più “tagliato” per motivi politici nella storia del nostro cinema è Totò e Carolina ? Tra le altre cose, al presidente del Consiglio dell’epoca, Scelba, non andava giù che ad interpretare un agente di polizia fosse un comico, anche se di nome Totò. Sempre parlando del principe De Curtis, notoriamente superstizioso, scopriamo che nel ’61 non andò a ritirare una Grolla d’oro perché l’unica carrozza-letto disponibile sul treno per Saint-Vincent era la numero 13. Per la serie ”che fine ha fatto?”, lasciamo poi la curiosità sui destini della figlia di Fantozzi, di Gnappetta, il piccoletto pestifero della Famiglia Passaguai con Aldo Fabrizi, della “Malafemmina” Dorian Gray...Ma sveliamo, per concludere sorridendo, che i celebri peti del nonno Titta di Amarcord furono riprodotti in sala di doppiaggio propro da Fellini, noto, oltre che per La dolce vita , anche per essere stato un finissimo “pernacchista”.
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ILMESSAGGERO Domenica 5 Novembre 2006 -
Gli eterni set della Città Eterna, diva fra i divi
di MICAELA URBANO
ROMA La città di celluloide. Diva tra i divi. Attrice che prepotentemente e a faccia nuda entra nei film, superba della sua Storia. Così Fontana di Trevi fa l’amore con Anita Ekberg e con Marcello Mastroianni ( La dolce vita ). E Piazza Navona diventa complice di Sofia Loren che vendeva illusione e piacere nell’ultimo episodio di Ieri, oggi e domani . Mentre la scalinata di Piazza di Spagna si accende di azalee per Lucia Bosè e le altre ragazze . Eppoi recita con Alberto Sordi. Vittorio Gassman. Anna Magnani. Claudia Cardinale. Charlton Heston, Jean Gabin, Montgomery Clift. O con Audrey Hepburn e Gregory Peck, nel leggendario film di William Wyler ( Vacanze romane ) che, in versione cartolina, si è trasformato in souvenir.
Le strade del cinema portano a Roma di Lino Cascioli e Marco Molendini (125 pagine, edizioni Il Parnaso), è un libro di fotografie raccontate , tratte da capolavori noti in tutto il mondo. In copertina, in bianco e nero, la scolaresca dell’Aldo Fabrizi di quando era Don Pietro in Roma, città aperta di Roberto Rossellini. In copertina, il simbolo del Neorealismo che fu e che resta. Periodo ricco di grandi idee e di ideali cinematografici, ma altrettanto povero di denari. Che, facendo di necessità virtù, invece di costose scenografie usava quelle di Michelangelo e del Borromini, ma anche il Lungotevere, Castel Sant’Angelo, Porta Portese e Campo dei Fiori.
Sfogliando le pagine si sfoglia la Roma di Vittorio De Sica, e di Dino Risi. Ma anche di Mankiewicz e di Negulesco. E ci si ritrova su un immenso set dove i volti degli
interpreti sembrano oramai appartenere alla città. Anche loro immortali. Come le chiese e i palazzi, i vicoli, le rovine. Eterni. Fermati non in tanti, ma in un unico
lunghissimo film. Un viaggio di celluloide che Cascioli e Molendini hanno fermato in un libro. Perché resti negli occhi di chi non lo ha percorso. O di chi lo ha già fatto. Ma ha voglia di ricordare chi eravamo, chi siamo.
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ILMESSAGGEO Domenica 5 Novembre 2006 -
Un leone d’oro che fa discutere
Capolavoro involontario o film su commissione? Semplice momento di riflessione, prima della svolta utopistico-televisiva di Rossellini, o saggio su verità e finzione,
messinscena e morale? Sul Generale della Rovere , leone d’oro a Venezia 1959, si discute da sempre. Grazie al superbo cofanetto Minerva ora possiamo confrontare le due versioni del film (la copia di Venezia era più lunga di 6 minuti), rileggere la novella di Montanelli e le cronache d’epoca, leggere i saggi di Adriano Aprà e Gianni Riotta, ascoltare la testimonianza di Renzino Rossellini. Fossero tutti così i Dvd sul cinema italiano... ( F. Fer. )
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IL MESSAGGERO Domenica 5 Novembre 2006 -
Dopo lo scandalo resta il film
Cosa resta di certi film dopo lo scandalo? Il film, appunto. Che spesso, a freddo, suscita letture e interpretazioni inibite dal clamore della scoperta. Piovuto come un
meteorite a Cannes nel 2005, Battaglia nel cielo del messicano Carlos Reygadas esige una seconda visione per cogliere il sapiente lavoro formale compiuto su corpi, scene, musiche, paesaggi così estremi da cancellare quasi la regia. Qualche extra più consistente sarebbe stato senz’altro utile. Ma anche così, nudo e crudo, questo
sconcertante itinerario mistico camuffato da torrido e atroce mélo, avvince ed abbaglia. ( F. Fer. )
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Ieri mi trovavo all’ Auditorium dove è in corso la Festa del Cinema romano, quella festa che nelle intenzioni del Sindaco Veltroni dovrebbe avvicinare i cittadini al Cinema. Diversa dalla Mostra di Venezia quindi, dove c’è una massiccia frequentazione di “addetti ai lavori” e personalità di prestigio del Cinema Internazionale.
Ero lì, nei giardini alle spalle dell’Auditorium, abbastanza deserti a quell’ora di fine mattinata, per fare delle foto per un settimanale, quando con il fotografo siamo stati avvicinati da tre “addetti alla sicurezza” che ci hanno praticamente cacciati via. – Qual è il motivo?- ha chiesto il fotografo, che tra l’altro non era proprio degli ultimi ma un serio professionista dell’Agenzia Contrasto. Talmente serio che il giorno prima aveva anche fatto un sopralluogo e chiesto il permesso per gli scatti.
- Sta per arrivare la delegazione di Giuseppe Tornatore - è stata la risposta. Alla civile contestazione del fotografo che non vedeva il fastidio che potevamo arrecare al passaggio dell’ eminente regista, i tre hanno opposto una decisa resistenza. Dovevamo sloggiare, non c’era verso. Casomai, saremmo potuti tornare allorché la delegazione fosse passata.
Riluttanti e increduli, ci siamo spostati, quel tanto per vedere i tre che andavano ad allontanare un civilissimo pensionato seduto su una panchina con accanto il suo tranquillissimo cane.
Dopo qualche minuto, ecco arrivare in fila indiana, un corteo di auto di rappresentanza. Saranno state una decina, e molte di esse avevano perfino i vetri scuri.
Poi, dopo pochi metri, le auto si sono fermate e l’eminente cineasta con i suoi accompagnatori sono scesi sparendo alla vista all’interno della costruzione.
Eravamo basiti. Io ed il fotografo con la sua assistente, non potevamo crederci! Nemmeno fosse stato il Presidente della Repubblica! Che provincialismo! Che volgarità! Se non fossimo stati informati del suo arrivo, nemmeno ce ne saremmo accorti!
Ma ripensandoci, forse è per questo che l’eminente regista ha chiesto che fossero allontanati tutti quelli che si trovavano nei dintorni. Era l’unico modo affinché qualcuno si accorgesse di lui!
Ma non doveva essere questa la Festa che avrebbe dovuto avvicinare la gente al cinema?
da http://adeleparrillo.splinder.com/tag/cinema - La Festa di Roma - postato da: adeleparrillo alle ore 19/10/2006 17:29
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FESTA CINEMA: IL FILM DI TORNATORE VINCE LA SEZIONE PREMIERE…
(Agi) - E' 'La sconosciuta' il film vincitore della sezione Premiere. La giuria Blockbuster, composta da 20 supernoleggiatori Blockbuster, clienti Gold che noleggiano in un anno tra i 400 e i 600 titoli, dopo un animato dibattito e con votazione segreta ha infatti proclamato vincitore della sezione Premiere della prima Festa del Cinema di Roma il film di Giuseppe Tornatore. La votazione e' avvenuta dopo un dibattito molto vivace, due i film in short list: La Sconosciuta di Tornatore e Namesacke di Mira Nair. In tutti e due i film, la giuria ha apprezzato, la storia, la fotografia, le ambientazioni, le musiche. Un dibattito e una votazione molto "sofferti" che alla fine hanno premiato il film del regista italiano. Giovanni Veronesi, presidente della giuria, ha dichiarato " sono onorato di aver fatto parte di una giuria popolare, che ha votato sinceramente, valutando i film, senza alcun pregiudizio. Ho lavorato volentieri con i giurati Blockbuster, apprezzandone la preparazione e la passione per il mondo cinematografico. Penso di essere stato un Presidente imparziale, non ho votato, ho lasciato che fossero i giurati a fare la loro scelta".
La grande lezione italiana - Diario d’artista - di GIAN MARCO TOGNAZZI
DI QUESTA Festa del Cinema di Roma avrò per sempre un ricordo memorabile perché proprio il giorno 13 ottobre è nata mia figlia Andrea Viola. Da allora, la festa romana, la seguo dalla clinica attraverso i giornali i servizi televisivi e qualche racconto degli amici invitati agli incontri festivalieri. Il mio ricordo risale alla serata del 12 ottobre, quando con mia moglie Valeria, siamo andati alla cena della Lancia che esponeva le sue auto d'epoca, nella Casa del Cinema, dove è stato inaugurato il Roma Film Festival. È stata una serata bellissima. Per l'occasione c'è stato un omaggio a Marcello Mastroianni e tutta la giornata sono statti proiettati i suoi film più belli, da «8 e mezzo» a «La Dolce Vita». Fino al termine della kermesse capitolina, nella Casa del Cinema è stata dedicata una sezione retrospettiva speciale che ospiterà ogni sera un film di Mastroianni, simbolo dell'indimenticabile cinema italiano. Proprio in questi giorni ho saputo che Barbara e Chiara Mastroianni sono state protagoniste di un filmato, «Marcellus, Dominicus, Vincentius» con il quale viene sfatata l'immagine del latin lover che se infischiava delle figlie. Un film che vedrò
presto per ammirare ancora la sua ironia, la sua grandezza, soprattutto di padre, ne sono convinto, e non solo di sciupafemmine. Credo che qualsiasi cosa venga fatta sul cinema sia sempre la benvenuta, sia essa una piccola rassegna o un mega festival come quello organizzato per la Festa di Roma. Il cinema italiano ha bisogno di questi eventi e la città non è solo la Capitale del Bel Paese, ricco d'arte e di storia, ma è anche la Capitale del grande Cinema, quello amato e ricordato da tutti. Quello stesso cinema che oggi viene reinterpretato da noi attori, dai giovani autori e dai celebri cineasti che non riescono, in qualsiasi parte del mondo essi si trovino, a dimenticare la straordinaria lezione cinematografica che noi italiani siamo riusciti a dare e con la quale abbiamo segnato il cammino cinematografico mondiale.
martedì 17 ottobre 2006
http://www.iltempo.it
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«Finalmente anche il nostro cinema ha mercato» Diario d’artista di PIERFRANCESCO FAVINO
QUALSIASI commento dopo il disastro funesto che ha colpito Roma sarebbe retorico. E certo, mi allineo con le scelte della Festa del Cinema, che in segno di rispetto ha cancellato l’aspetto glamour dell’evento. Solo cinema dunque e nella capitale. Da romano e da attore, non posso che essere orgoglioso di questa iniziativa. Nello stato in cui si trova oggi la nostra industria cinematografica, manifestazioni come questa capitolina non possono che far bene. Soprattutto se, come pare, il mercato di via Veneto sarà competitivo e convicente. La Festa di Roma mi piace: l’atmosfera familiare e la giuria popolare smorzano quell’ansia di prestazione che si percepisce invece a Venezia, Cannes, Berlino o in altri festival più importanti per tradizione. A Roma c’è la Festa non il Festival. Mi ha coplito l’atmosfera elegante, il red carpet, il calore del pubblico e l’organizzazione impeccabile. Ieri è passato il film «La sconosciuta» di Tornatore, dove interpreto il ruolo di un padre e da poco lo sono anche nella vita. Mi ha entusiamato vedere l’emozione della gente, osservare quante persone a Roma amano il cinema e passeggiano per l’Auditorium con grande attenzione verso tutto ciò che accade nel villaggio. Ho notato questo giorni fa, quando ho partecipato alla premiere del film «N» di Virzì ed ero un
semplice spettatore tra tanti altri. Si respirava un’aria diversa per la città. Qualcosa di nuovo è nato e non solo per i cinefili, non solo per noi che lavoriamo per il grande schermo. Ma è Roma che sembra diversa: una capitale che finalmente con consapevolezza accoglie appieno la brezza della grande tradizione cinematografica d’Europa. Se ne sentiva davvero il bisogno.
giovedì 19 ottobre 2006
http://www.iltempo.it
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da "www.cinemotoreonline.net"
IL NOSTRO PARERE E' CHE QUELLO CHE E' ACCADUTO E' GRAVISSIMO, POTEVA ESSERE
UNA VERA STRAGE, MA LA CULTURA NON PUÒ FERMARSI PER UN EVENTO SICURAMENTE
COSI' GRAVE MA ACCIDENTALE, NATURALMENTE SI PUO' FARE A MENO DELL'ASPETTO
GLAMOUR, MA LA CULTURA E' UNA DELLE POCHE ARMI CHE CI RIMANGONO PER
ESPRIMERE IL NOSTRO DISAPPUNTO PER ESEMPIO CONTRO ALCUNE PERSONE (ONOREVOLI
E SENATORI) CHE PAGHIAMO 20 MILA EURO AL MESE (DI CUI QUALCUNO NON ABBIAMO
NEANCHE MAI VOTATO) E CHE PENSANO DI SPENDERE I NOSTRI SOLDI (CHE PER LORO
NON SONO TASSATI) IN SOSTANZE STUPEFACENTI CERCANDO DI FARLA FRANCA
OSCURANDO SERVIZI AL SERVIZIO DEL CITTADINO COME QUELLO DELLE IENE
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