RASSEGNA STAMPA sui CORTOMETRAGGI e Cultura cinematografica di vario Tipo
http://www.repubblica.it "Non prendere impegni stasera" di Gianluca Tavarelli
racconta una faccia nascosta di Roma -
Cortellesi, dieci minuti di applausi"Un film su piccole storie di vita"
Paola Cortellesi dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE
VENEZIA - "Dieci minuti di applausi per il mio film? Davvero? Non me ne ero accorta, non ho guardato l'orologio...". E' ironica come sempre, Paola Cortellesi. Ma, al di là della battuta, dal volto trapela una bella dose di gioia. Perché "Non prendere impegni stasera" di Gianluca Tavarelli, di scena alla Mostra nella sezione Orizzonti, è stato accolto dal pubblico della Sala Grande con un'ovazione.
"Hanno premiato la verità della storia, il suo raccontare le piccole cose della nostra vita": così l'attrice, in pantaloni e camicia nera, seduta su un sofà allo spazio Cinecittà dell'hotel Excelsior, spiega l'affetto nei confronti della pellicola. Opera corale, con un cast all star (fra i tanti Luca Zingaretti, Giorgio Tirabassi, Donatella Finocchiaro, Alessandro Gassman), che racconta vicende incrociate di ordinaria solitudine, d'amore e sogni infranti, in una Roma che più malinconica non si può. Quanto a lei, interpreta una delle figure più dolci e positive: quella di Cinzia, donna occasionale di Pietro (Tirabassi), che riesce a stargli vicino nel momento più buio della vita.
Paola, contenta per la proiezione in in Sala Grande?
"E' stato bello. Sì, mi sono emozionata: ma non tanto per gli applausi, quanto per aver guardato questo film straordinario accanto a tutti i colleghi che vi hanno preso parte. Visto che si tratta di una serie di storie parallele, con molti di loro non mi ero incontrata, sul set. Vederli qui è stato grande".
Secondo lei, qual è il segreto del successo del film, al di là delle vostre interpretazioni?
"La sceneggiatura, la verità dei personaggi che racconta. Di solito le persone che appaiono in un film vengono viste come con un filtro, qui invece sono nude. E poi si sa, è più facile raccontare grandi storie, drammoni, vicende eccezionali, che questi piccoli episodi, apparentemente insignificanti".
Oltre a uomini e donne, "Non prendere impegni stasera" ha un altro personaggio: Roma. Le piace il lato malinconico, notturno della città, così come vediamo sullo schermo?
"Sì, è un aspetto della metropoli che conosco, Del resto vivo a Roma da anni, sono cresciuta qui, e so bene che non ha solo l'aspetto patinato da cartolina".
Lei è una delle attrici italiane più eclettiche: cinema, tv, teatro...
"Lavorare in tutti e tre questi campi mi provoca emozione, sono le emozioni quello che cerco. In teatro, ad esempio, senti il pubblico: la tensione, il respiro della gente che viene a vederti. Del resto il teatro è l'ambito che conosco meglio, anche se sono ovviamente più conosciuta per le cose che faccio in tv. Quello che mi interessa della televisione - almeno come la faccio io, liberamente - è di piantare anche solo un punticino, nella coscienza della gente. Infine, il cinema: qui la grandezza è il raccontare storie, per piccole che siano".
Ed è il cinema che l'ha portata, per la prima volta, a Venezia. Frastornata da tutto questo carrozzone - pubblico, fotografi, giornalisti, adrenalina?
"No, non lo vivo affatto in maniera negativa: mi sembra che ci sia allegria. E' una grande fiera, come è giusto che sia. A beneficio del pubblico: è sempre per il pubblico che si lavora".
Adesso la vedremo in tv, nella fiction "Maria Montessori".
"Sì, ho da poco finire di girare, sempre per la Taodue (la società che ha prodotto "Non prendere impegni stasera", ndr). Andrà in onda su Canale 5, ma non so ancora quando. E poi adesso riprendo anche col teatro: sarò in tour per cinque mesi". (4 settembre 2006)
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2 – “BELLISSIME” MA SCUCITE
"Bellissime, seconda parte" è un documentario mal riuscito. Il materiale a disposizione di Giovanna Gagliardo avrebbe fatto la felicità di molti registi. Ci sono 40 anni di vita a disposizione. Mille storie, lotte, drammi, conquiste e un sacco di sangue, che hanno cambiato la vita delle donne (e degli uomini) di oggi.
E invece ne escono 180 minuti scuciti, a volte senza una logica, un percorso storico incomprensibile.
Tre belle interviste: quella a Gemma Capra (la vedova Calabresi è commovente per la lucidità, la serenità e ovviamente l'amore col quale parla dell'omicidio di suo marito), quella a Marisa Bellisario (manager "con le palle") e quella ad Emma Bonino ripresa mentre impara l'arabo a casa, al Cairo, e parla con semplicità e tenerezza delle donne afghane.
Peccato. Pochi applausi all'uscita dalla sala, dopo alcuni mugugni (quando appaiono Sgarbi, Wanna Marchi, Berlusconi e Mentana). Incredibilmente, tra centinaia di donne e decine di giornaliste citate neppure qualche frame è dedicato ad Ilaria Alpi.
4 – IL “LIBRO NERO” DEL CINEFORUM
E chi dice che "Zwartboek", il bel film di Paul Verhoeven ,"manca di rispetto alla Storia e al buon gusto" (Roberto Nepoti, Repubblica del 2 settembre) e invita a "ripassare i classici" rispondiamo che certe posizioni "politicamente corrette" ricordano troppo i cineforum dei tardi anni' 60. Con le loro corazzate, il popolo in armi, i buoni che vincono e via con la retorica. "Il libro nero" si inserisce in una visione culturale onesta, che anche in Italia, da De Felice in poi, ci racconta la storia di fascismo e nazismo, anche con le sue ombre. Gli atti di eroismo si sono accompagnati a viltà, tradimenti, opportunismi. Succede nelle redazioni dei giornali, ti immagini se non può succedere in un periodo drammatico della storia di un popolo.
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Guadagnare con i cortometraggi - Una possibile opportunità per filmaker indipendenti.
Riceviamo e pubblichiamo la notizia di una interessante iniziativa per i filmaker indipendenti.
La Zzizzl Films, è una nuova azienda che propone un innovativo canale di distribuzione a tutti i filmmakers indipendenti che investono soldi e tempo per coltivare la loro passione senza, tuttavia, poter usufruire di alcuna retribuzione economica.
Ed e' questa retribuzione economica che Zzizzl Films offre. Infatti, e' sufficiente inviare i propri lavori assieme alla relativa scheda, per potere dividere 50/50 con Zzizzl i profitti derivanti dalla distribuzione dei propri corti.
Per informazioni piu' dettagliate visitare il seguente website: http://zzizzlfilms.com/ .
Il portale è in lingua inglese, facilmente traducibile, ma gli organizzatori assicurano che presto verrà pubblicata la versione italiana. I filmati devono essere inviati presso la sede inglese della società, non sono necessari sotto titoli in lingua inglese e non devono durare più di 15 minuti anche se, a minore durata, corrisponde una maggiore probabilità di entrare nel circuito utilizzato da zzizzlfilms, che è quello della videotelefonia cellulare. A nostro giudizio l'iniziativa sembra chiara e lodevole, oltre che ambiziosa, pertanto resta da vedere come risponderà il mercato alla richiesta di un corrispettivo per vedere i nostri cortometraggi.
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10 – CINECITTA’, HOLDING GODONA
Michele Anselmi per Il Giornale - Ma come: a causa dei tagli, non si doveva risparmiare, evitando viaggi premio e trasferte inutili? Non senza qualche ragione, Cinecittà Holding fu coperta di critiche nella stagione del centrodestra per una certa inclinazione - come dire? - alla spesa allegra, specie in coincidenza di festival e rassegne varie. Con l’arrivo del centrosinistra, in molti si aspettavano una politica di rigore, meno festaiola e mondana, tarata sulle famose “cose da fare”. Sbagliato. Anche quest’anno, come tradizione, il cda di Cinecittà Holding si riunirà al Lido, nel rush finale della Mostra. Nessuno sa spiegarne l’utilità: in fondo, svolti i compiti di rappresentanza, presidente (Battisti), amministratore delegato (Carducci) e consiglieri (Labate, Grignaffini, Pistone, Conforti, Lubich, Salvemini, La Torre) potrebbero tranquillamente vedersi a via Tuscolana per affrontare le nuove scadenze. Incapaci di resistere al richiamo mondano, saliranno invece tutti qui, facendo base all’Excelsior, notoriamente l’albergo più costoso del Lido. Per fortuna, il fantasioso/fastoso padiglione in stile moresco che Cinecittà Holding ha eretto accanto alla piscina dell’hotel dove Leone girò il sontuoso ballo “C’era una volta in America” è stato quasi interamente pagato dallo sponsor, Rosato, quello dei gioielli. Santa Demi Moore.
13 - CINEMA ITALIANO: PROPOSTE D’ACCANIMENTO TERAPEUTICO
Anselma Dell’Olio per Il Foglio - Sfolgorante partenza della terza Mostra di Müller. Ben tre film in tre giorni che rallegrano i cuori dei movie-movie fan: quelli che t’inchiodano dall’inizio alla fine. In ordine di gloria: “Infamous”; “Hollywoodland”, con il come-back di Ben Affleck, messo ko dal flop di “Gigli” con l’allora fidanzata Jennifer Lopez, ospite fissa nel purgatorio degli has-been; e il rocambolesco “Zwartboek” di Paul Verhoeven, 135’ a bout de souffle. Se va avanti così perdoniamo a Müller pure il debole per i lenti film asiatici.
Soporifero sin dal titolo “Convegno sul cinema italiano, la svolta possibile” del Sole 24 Ore. Molto tecno-gergo tipo “concertazione degli attori della filiera produttiva”, e “legge di sistema”. Il più concreto e udibile di tutti era il politico Rutelli. Tra micro-pisoli (non per lui) abbiamo capito quanto segue: no buono il duopolio Medusa-Raicinema, ci vogliono più produttori; le tv generaliste programmano pochi film italiani; Sky ha 4 milioni d’abbonati, il monopolio satellitare e lucra sul cinema ancor più che sullo sport ma non investe, mo’ basta; anche la Rai va messa sotto il ministero della Cultura (vai, Francesco!); non si producono film solo con i soldi dello stato, ma un po’ sì; copiamo il modello francese, funziona meglio del nostro ma non è dominante (e allora perché?); il cinema italiano non è in crisi, oppure sì ma c’è un trend positivo che promette bene, really. Resta un dato che nessun mini “trend positivo” può cancellare: negli anni Sessanta da noi si vendevano 800 milioni di biglietti, oggi siamo crollati a 80 mila, il 90 per cento in meno. Sarebbe stato più acconcio titolare il convegno “Cinema italiano: proposte d’accanimento terapeutico”.
DAL POST-MODERNO AL POST-TRIBOLO
L’INVENZIONE DELL’IMMAGINE OMO IN ASSENZA DI UNA CULTURA “NORMALE”
ALMODÒVAR PEDRO. Non si può cominciare meglio. Il regista spagnolo, secondo il dizionario Del Pozzo-Scarlini, è il «perfetto figlio della cultura pop-gay transnazionale». Almodòvar ha costruito, attraverso i due generi-cardine del gusto gay (la commedia e il melodramma) «un mondo post-moderno che, in assenza del maschio “normale”, si è popolato di donne di tutte le specie, di omosessuali, travestiti, transessuali, pornostar, preti corruttori e suore corrotte, sadici e masochisti».
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"RIFLESSIONI" ad Aperitivo Corto - Milano
"Riflessioni" sarà proiettato, nell'ambito di "Aperitivo Corto, rassegna itinerante di cortometraggi, presso il Palo Alto cafè di Milano (c.so di Porta Romana 106) giovedì 18 maggio, a partire dalle ore 19.45.
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"Ti piacerebbe far parte della giuria di un grande festival?Il Cinema-Festa Internazionale di Roma,cerca appassionati di cinema disposti a farlo.Chiedi informazioni e regolamento alla cassa." E' questo lo slogan lanciato dal festival, in collaborazione con Agis-Anec Lazio e ANEM, per reclutare, tra i cittadini di Roma, 40 membri della giuria che dovrà giudicare i 14 film in concorso.
Dal 13 marzo al 30 aprile, in tutte le sale cinematografiche di Roma,attraverso l'iniziativa Cin Cin Cinema, promossa dall'Agis-Anec Lazio e da ANEM, verrà distribuita una tessera che consentirà di partecipare al reclutamento dei giurati. La tessera dovrà essere spedita alla sede della Festa del cinema entro il 3 maggio 2006, insieme ai documenti richiesti dal regolamento.Gli altri 10 membri saranno reclutati da CIAK e MTV, media partner della Giuria Popolare. Ognuna delle due redazioni potrà proporre una selezione di cinque membri.
Il Regolamento
La tessera, compilata in ogni sua parte, dovrà essere presentata (insieme ad un documento di identità), alla cassa ogni volta che andrai al cinema dal 13 marzo al 30 aprile per farti apporre un timbro nell'apposito spazio. Scrivi il titolo del film sotto al timbro e conserva le matrici dei biglietti I giurati verranno selezionati, ad insindacabile giudizio degli organizzatori, fra tutti coloro che:
1. Avranno compiuto 18 anni prima del 12 ottobre 2006 accettando tutte le regole della giuria popolare di Cinema - Festa Internazionale di Roma
2. Dimostreranno di essere andati almeno 8 volte al cinema tra il 13 marzo e il 30 aprile
3. Avranno redatto una breve descrizione (5 righe) della scena che più li ha colpiti di almeno tre dei film visti
4. Avranno preparato una breve scheda di autopresentazione (max 15 righe)
5. Avranno spedito, in busta chiusa, entro il 3 maggio 2006 (farà fede il timbro postale) la tessera accompagnata dai documenti richiesti e dalle matrici dei biglietti al seguente indirizzo:
Giuria Popolare Musica per Roma - Cinema Viale De Coubertin, 10 - 00196 Roma
I tempi di selezione delle domande
Entro il 20 giugno verrà fatta una prima selezione delle domande degli aspiranti che saranno contattati per i colloqui entro la fine di giugno. La selezione dei giurati sarà completata entro il 1° settembre. Info: infofesta@romacinemafest.org
Le sezioni
Il programma artistico di Cinema - Festa Internazionale di Roma si articola in cinque sezioni principali:
- Première: sette serate di gala dedicate a grandi anteprime internazionali o europee alla presenza dei loro protagonisti (autori ed interpreti) coinvolti in un dialogo pubblico sul mestiere del cinema. E inoltre eventi speciali, momenti di grande spettacolo e la cerimonia di chiusura in occasione della serata inaugurale del programma dell'Accademia di Santa Cecilia.
- Il lavoro dell'attore: omaggio ai grandi protagonisti dell'arte della
recitazione, simbolo spettacolare di una più ampia riflessione critica su quella parte del cinema che si mostra e si rivela per prima nella percezione dello spettatore. Un percorso dedicato a una scuola d'interpretazione fatto di film, laboratori, workshop e incontri, ma anche un omaggio dell'intera città di Roma all'arte di un grande attore contemporaneo.
- Competizione: selezione di 14 opere inedite di autori di tutto il mondo, alla ricerca di quei talenti che da una simile rassegna traggono visibilità e incentivi per una definitiva consacrazione nel mercato globale delle immagini in movimento. Una giuria popolare di 50 spettatori coordinata da una grande personalità del cinema internazionale assegnerà il premio per il miglior film dotato di un riconoscimento di 200.000 Euro, oltre a quelli per
la migliore interpretazione femminile e maschile.
- Extra: selezione di materiali scelti per sostenere e promuovere i nuovi linguaggi dell´audiovisivo, fino ai limiti "borderline" del grande schermo, dalla televisione di qualità al videogame, dal documentario al videoclip.
- Alice nella città: autentico "festival nel festival" per gli spettatori
più giovani (bambini e adolescenti) con un percorso di film in anteprima internazionale e italiana, incontri, confronti all'incrocio tra i linguaggi e le culture.
Oltre a questi programmi principali saranno attive due sezioni professionali dedicate al cinema giovane (in collaborazione con altre istituzioni internazionali) e all'industria cinematografica con aree riservate al cinema europeo, al mercato, allo sviluppo dei progetti produttivi e delle coproduzioni.
Che cos'è
CINEMA - Festa Internazionale di Roma: un grande festival in una grande città. Ma non solo un festival, piuttosto una festa, un grande evento per chi ama il cinema, per chi lo fa, per chi lo fa vedere e per chi lo racconta.
E non solo una grande città, ma la città del cinema per eccellenza, con, al centro, un "Parco della Musica" che per nove giorni diviene il "Parco del Cinema".
Quando avverrà
La prima edizione di CINEMA - Festa Internazionale di Roma si svolgerà all'Auditorium Parco della Musica dal 13 al 21 ottobre 2006, con repliche nelle sale cinematografiche ed eventi in luoghi simbolici della città di Roma, da Via Veneto a Piazza del Popolo, da Cinecittà alla grande periferia. Altri programmi specifici coinvolgeranno inoltre la Provincia di Roma e la Regione Lazio nello stesso periodo e in quello immediatamente successivo.
Come nasce
CINEMA - Festa Internazionale di Roma è una realizzazione della Fondazione Musica per Roma ed avrà per teatro d'elezione l'Auditorium progettato dall'architetto Renzo Piano che alla Festa ha voluto donare anche l'immagine esclusiva che caratterizza tutte le iniziative in programma. La manifestazione è promossa, oltre che dal Comune di Roma e dalla Camera di Commercio di Roma, dalla Regione Lazio, dalla Provincia di Roma, da BNL - Banca Nazionale del Lavoro (main sponsor), da partner tecnici e sponsor di settore che hanno creduto nella possibilità di ideare una grande manifestazione metropolitana, ispirata alla più alta qualità internazionale,ma anche alla popolarità innovativa delle proposte culturali.
Chi lo realizza
Il Sindaco di Roma, Walter Veltroni, è presidente del Comitato di Fondazione di CINEMA - Festa Internazionale di Roma.
Il Presidente della Fondazione Musica per Roma, Goffredo Bettini, presiede il Consiglio Direttivo della Festa, a cui fanno capo il Comitato Scientifico, di cui è coordinatore Mario Sesti, (responsabile anche per la sezione "Il lavoro dell'Attore"), il Direttore Generale della Festa, Giorgio Gosetti, Maria Teresa Cavina (responsabile internazionale), Piera Detassis (grandi anteprime del programma "Première"), Gianluca Giannelli (coordinamento sezione "Alice nella città").
Dove si svolgerà
L'Auditorium Parco della Musica sarà il cuore della manifestazione, con quattro sale di proiezione attrezzate secondo i migliori standard qualitativi, gli spazi per gli incontri e per l'attività professionale, le grandi anteprime e i confronti con i protagonisti.
All'altra estremità di un ideale "Golden Mile", ecco Via Veneto con la sua inimitabile tradizione iscritta nella leggenda del cinema italiano e qui dedicata agli operatori internazionali dell'audiovisivo. Tutto intorno la "Città di Cinecittà", da Piazza del Popolo a Fontana di Trevi, dagli studi di Cinecittà al Centro Sperimentale di Cinematografia: una città dell'immaginario cinéphile ridisegnata secondo i percorsi di una vita culturale che va dalla Casa del Cinema alla Casa delle Letterature, alla Casa del Jazz.
Per un totale di oltre 20 schermi tutti dedicati al grande cinema
internazionale in anteprima.
Film e non solo
La grande scommessa di CINEMA - Festa Internazionale di Roma consiste nel coinvolgere l'intero territorio metropolitano in una manifestazione realmente pensata per il pubblico, per chi ama il cinema e magari non è mai andato a un festival prima d'ora. Ecco allora un fitto programma di iniziative, rassegne parallele, incontri e dimostrazioni, musica, moda, letteratura, memoria e futuro per fare di Roma (durante i nove giorni del programma) e di tutta la Regione (anche nel periodo immediatamente successivo) la scena formidabile di una grande festa dedicata al cinema in tutte le sue forme ed espressioni di creatività.
Non la semplice celebrazione del passato, ma un'originale proposta per gli spettatori di oggi e di domani.
Cosa vogliamo
Come deve essere pensato e realizzato un festival che possa attrarre chiunque ami il cinema in una grande città? Ciò che vogliamo riuscire a fare, oltre a proporre del buon cinema, di quello che risveglia, tocca e sorprende, in qualsiasi parte del mondo venga realizzato, è anche ricostruire il pubblico dei festival di cinema. Per questo vogliamo per prima cosa mettere a fuoco il lavoro del protagonista più immediatamente popolare di un'opera, l'attore; per questo vogliamo dare spazio alla creatività d'autore nel dialogo diretto con il suo pubblico naturale; per questo abbiamo pensato a una festa prima ancora che a un festival.
E per questo recluteremo 50 persone normali (50 buoni spettatori) che vanno normalmente al cinema, trasformandoli nei giurati ufficiali del Festival. Con il compito, garantito da un Presidente illustre, di assegnare il premio più importante.
Organizzazione e Comitati
CINEMA-Festa Internazionale di Roma è prodotto da:
Fondazione Musica per Roma. Allo stato attuale delle adesioni, il Comitato di Fondazione, presieduto dal Sindaco di Roma Walter Veltroni, è composto da: Gianni Letta (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), Piero Marrazzo (Pres.Regione Lazio), Enrico Gasbarra (Pres. Provincia di Roma), Andrea Mondello (Pres. CCIAA di Roma), Irene Bignardi (Critico, Dir. di Festival), Bruno Cagli (Pres. Accademia Nazionale di Santa Cecilia), Francesco Gaetano Caltagirone (Imprenditore), Luciana Castellina (Presidente Cineuropa), Luca Cordero Di Montezemolo (Imprenditore), Davide Croff (Presidente Fondazione La Biennale di Venezia), Felice Laudadio (Dir. Casa del Cinema), Renzo Piano (Architetto), Ettore Scola (Regista) e altri esponenti delle istituzioni, della cultura e dell'industria italiana e internazionale che aderiranno a breve.
Consiglio Direttivo
Goffredo Bettini (Presidente), Nicola Barbato (Segreteria Sindaco di Roma), Gianni Borgna (Ass. alla Cultura Comune di Roma), Pietro Calabrese (Dir. "Panorama"), Antonio Calabrò (Dir. APCOM), Innocenzo Cipolletta (Presidente de "Il Sole 24 Ore"), Giovanni Ferreri (Avvocato), Carlo Fuortes (AD Fondazione Musica per Roma), Carlo Fuscagni (Pres. Cinecittà Holding), Francesco Gesualdi (Segr. Gen. Regione Lazio), Giorgio Gosetti (Direttore di
festival), Giovanni Malagò (Imprenditore), Mario Marazziti (Giornalista, rappresentante della Comunità di Sant'Egidio), Andrea Mondello (Pres. CCIAA di Roma), Giovanna Pugliese (Segreteria Sindaco di Roma), Giulia Rodano (Ass. alla cultura Regione Lazio), Antonio Rosati (Ass. al Bilancio Provincia di Roma) e Mario Sesti (Critico).
Comitato Scientifico
Mario Sesti (Coordinatore), Mary Lea Bandy (Chief Curator MoMa, New York), Gianni Canova (Docente di Storia del Cinema, Iulm Milano), Giuseppe Cereda (RAI Radio Televisione Italiana), Stefano Della Casa (Critico, consulente cinema Palaexpo, Roma), Franco La Polla (Dir. Dip. Musica e Spettacolo Dams Bologna), Marie Pierre Macia (Produttrice cinematografica), Antonio Monda
(Docente Storia del Cinema, NYU, New York), Giorgio Van Straten (Presidente Palaexpo, Roma) e Adrian Wootton (Direttore Film London).
Responsabili progetto Festa e Sezioni
Giorgio Gosetti, responsabile progetto e Direttore generale Mario Sesti, responsabile progetto e sezione "Il lavoro dell'attore",Maria Teresa Cavina, responsabile internazionale, Piera Detassis, responsabile sezione "Première",Gianluca Giannelli, responsabile "Alice nella Città"
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FILM E NON SOLO NELLA KERMESSE IN PROGRAMMA DAL 13 AL 21 OTTOBRE. E' UN ALTRO SOGNO DEL SINDACO CHE SI REALIZZA, MENTRE AL NORD QUALCUNO SI PREOCCUPA
Nuovo cinema Veltroni
Grandeur alla romana per il Festival dell’Urbe
di Mattia Feltri
Un'immagine di Veltroni «strapazzato» da Benigni ROMA. Una sera di tanti anni fa, Walter Veltroni fermò la macchina davanti al cineclub «L’Occhio, l’orecchio e la bocca». Sua moglie Flavia compiva gli anni e lui l’aveva portata al ristorante. Con una scusa la fece scendere dall’auto, la prese per mano e la condusse dentro al cineclub immerso nell’oscurità. Le luci si accesero in un frastuono di trombette e battimani, e seguirono i baci e gli auguri e poi le luci si rispensero. Tutti dovettero sedersi perché la festa a sorpresa potesse concludersi con la proiezione di Casablanca.
Se è vero che la differenza fra adulti e bambini è misurabile col prezzo dei rispettivi giocattoli, oggi Veltroni è un adulto felice. È il sindaco della sua città e fra poco più di otto mesi inaugurerà la prima edizione della «Festa internazionale del cinema di Roma». Per la precisione si chiama «Cinema-Festa internazionale di Roma». In inglese si chiama «Rome film festival». Qualcuno lo chiama «Festival del cinema di Roma». Altri, «Mostra del cinema». Quando sapremo precisamente che nome ha, forse sapremo precisamente che cosa è. Oppure il contrario, ma non è un problema: questa è una storia in cui il diritto e il rovescio sono fratelli gemelli.
La «Festa del cinema» (chiamiamola così, come quella sera al cineclub) si svolgerà fra il 13 e il 21 ottobre. Nel sito Internet (romacinemafest.com) c’è scritto che cosa è: «Un grande festival in una grande città». Ma anche che cos’altro è: «Non solo un festival, piuttosto una festa». Oppure «un grande evento per chi ama il cinema, per chi lo fa, per chi lo fa vedere e per chi lo racconta». Quindi «film e non solo». Sarebbe a dire, «iniziative, rassegne parallele, incontri e dimostrazioni, musica, moda, letteratura, memoria e futuro». La lettura del programma è più utile della dichiarazione di intenti. Le sezioni sono cinque: «Première», con la proiezione di «grandi anteprime internazionali»; «Il lavoro dell’attore», omaggio ai «grandi protagonisti dell’arte di recitare»; la «Competizione», cioè la gara in sé, fra quattordici opere provenienti da tutto il mondo; «Extra», dedicata agli altri linguaggi, come videoclip, videogame, tv eccetera; «Alice nella città», per i bambini.
Forse è ancora tutto molto vago. Forse qui dentro c’è molto dell’onnivoro e bulimico Veltroni. Forse l’indefinita ampiezza dell’ambizione è quella che ha allarmato qualcuno, qui e là. Ai primi annunci, si allarmarono parecchio a Venezia. La «Mostra internazionale d’arte cinematografica» si tiene a settembre, appena un mese prima. Che i due eventi siano sovrapponibili pare evidente, nonostante oggi il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, dica di no: «La nostra è mostra d’arte, è d’élite sin dagli ambienti in cui si svolge. Quella di Roma mi sembra festa popolare, kermesse». A Roma, in effetti, i giurati saranno «persone normali». Saranno cinquanta e scelti fra chiunque - portando a testimone della propria competenza otto recenti matrici di biglietto - si candidi a entrare in giuria. Ma non è tutto. Per Veltroni, le luci della ribaltà dovranno coincidere con le luci della città.
Alla conferenza stampa di presentazione, il sindaco disse che il cinema ha due capitali mondiali: Roma e Hollywood. E che il cinema romano ha due cuori: Cinecittà e via Veneto. Il tempio del cinema fascista, Cinecittà, e quello del cinema antifascista, via Veneto, piegati con una frase alle esigenze conciliatorie. Anche se poi Cinecittà è scomparsa dai programmi. I film verranno trasmessi all’Auditorium (vero centro della manifestazione) e replicati immediatamente in vari cinema del centro di Roma. Sale di proiezione verranno installate anche in via Veneto, dove gli alberghi ospiteranno gli organizzatori e le star, e così l’andirivieni e lo struscio saranno epici come negli anni Sessanta. Intanto alla «Casa del cinema» con una retrospettiva si celebrerà Marcello Mastroianni, alla «Casa del jazz» si celebreranno i fasti delle colonne sonore, e alla «Casa delle letterature» ci sarà l’autocelebrazione dei linguaggi del cinema e roba del genere. Mancano soltanto le notti coi fuochi d’artificio.
Il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, davanti all’abbuffata cede al pessimismo: «Certo che sì, certo che la Festa di Roma è un danno alla Mostra di Venezia, e chi pensa il contrario è un illuso. Quando si muove Roma, non ce n’è per nessuno. Basta vedere che il presidente della Biennale, Davide Croff, è fra i collaboratori di Veltroni». In effetti la presenza di Croff è curiosa. Secondo il sito è nel Comitato di fondazione. La cosa ha fatto sobbalzare Cacciari: «A noi aveva parlato soltanto di un accordo fra Biennale e Roma per il reciproco vantaggio». Alla Stampa, Croff spiega di essere nel Comitato «come tanti altri, senza per questo avere un ruolo operativo». E comunque «mi sono permesso questa posizione nella certezza che le due manifestazioni non sono in nessun modo alternative».
Lo dicono praticamente tutti, tranne Galan. Qualche spiegazione l’ha chiesta l’Associazione produttori indipendenti. Ma la confidenza a registratore spento è di altro genere. A Roma sarà kermesse, sarà festa popolare, sarà tripudio senza élite (forse), sarà una babilonia visiva, ma la giostra è talmente colossale da essere spaventosa. Eppure non spaventa. A Venezia ormai protesta soltanto Galan. A Torino (il Film Festival è a novembre) non protesta nessuno. A Milano nessuno. Nessuno in nessuna città organizzatrice di festival in Italia. «Che cosa succederebbe, in Francia, se Parigi lanciasse una Festa un mese dopo Cannes?», insiste Galan. E può essere che la risposta sia rintracciabile semplicemente nell’abilità di Veltroni, sempre più bravo nell’ispirare l’adunata, e sempre più determinato a realizzare i sogni della vita. Lui si muove, e dietro si muove il mondo. Nel Comitato di fondazione, di cui il sindaco è presidente, oltre a Croff c’è il governo di destra, nella persona di Gianni Letta, e ci sono le istituzioni di sinistra, nelle persone del presidente provinciale Enrico Gasbarra e del governatore regionale Piero Marrazzo. C’è il presidente della Camera di Commercio. C’è la Confindustria con Luca Cordero di Montezemolo. C’è l’imprenditoria romana con Francesco Gaetano Caltagirone e con Giovanni Malagò. Ci sono l’architetto dell’Auditorium, Renzo Piano, e la nobiltà cinematografica di Ettore Scola.
Il capitolo dei collaboratori-consulenti-fiancheggiatori è interminabile. Tra il Comitato, il Consiglio direttivo e il Comitato scientifico si rintracciano Panorama (col direttore Pietro Calabrese), l’Espresso (con il critico Mario Sesti), la Repubblica (con la critica Irene Bignardi, ex direttrice del Festival di Locarno), Il Sole 24 Ore (col presidente Innocenzo Cipoletta), l’ApCom (col direttore Antonio Calabrò), Ciak (col direttore Piera Detassis). C’è ancora Venezia, con Giorgio Gosetti, ex braccio destro di Gillo Pontecorvo. C’è un mondo intero con Felice Laudadio (ex di Venezia, Taormina, Saint-Vincent). C’è Torino con l’ex direttore del Film Festival, Stefano Dalla Casa. C’è persino la Comunità di Sant’Egidio, col portavoce Mario Marazziti. E, infine, c’è un po’ di figaggine anglofona con Adrian Wootton, direttore del «Film London», e con Antonio Monda, docente di Storia del cinema alla New York University.
Soprattutto c’è lui, Walter, che vuole prendere per mano tutti i romani, e con una scusa infilarli dentro una settimana che d’improvviso sarà illuminata e folgorante. Un regalo di compleanno all’Urbe, per i suoi mille e mille anni di gloria. C’è Walter e gli altri dietro, come l’amministratore delegato di Cinecittà Holding, Massimo Condemi. È stato capo di gabinetto di Maurizio Gasparri. Ora aspetta di sapere quale sarà il ruolo di Cinecittà nella sarabanda. «Ho scritto una lettera al sindaco. E non mi ha ancora risposto. Ma sono sicuro che lo farà, sicurissimo...». Lo farà, lo farà. Anzi, che sia l’inizio di una grande amicizia?
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da ILMESSAGGERO.it Lunedì 31 Luglio 2006
«Il teatro è morto, viva il teatro»
Scaparro: l’unico futuro è la reciproca profanazione con il cinema dal nostro inviato RITA SALA
VENEZIA - Maurizio Scaparro ha concluso la sua Biennale Teatro. Ed è un successo. Che non stupisce nessuno, tanto meno il demiurgo.
Il regista romano - al quale si attagliano soprattutto la dimensione progettuale e quelle che lui stesso chiama le “utopie possibili” - non si è mai lasciato scappare l’occasione di trasformare il Vetusto in Contemporaneo, l’Anacronistico in Attuale.
Lo ha fatto anche questa volta (è già stato direttore della Biennale dal 1982 al 1984), dedicando a Carlo Gozzi e a Carlo Goldoni il Festival cominciato il 20 luglio e conclusosi ieri. Ha aggiunto ai cognomi dei due illustri veneziani un aggettivo fatidico: europei. E dall’Europa intesa come contenitore, come circuito e come propulsore culturale, sono venuti alla rassegna - oltre agli spettacoli, ai dibattiti, alle mostre - interrogativi di fondo che le danno vera sostanza.
«Ho gettato sul tappeto europeo due famosi teatranti del Settecento, un intellettuale aristocratico, Gozzi, e un illuminista divertente, Goldoni. È bastato per toccare con mano, attraverso di loro, la condizione del teatro oggi. Che ci resta, oggi, del teatro? Il rito? Le quinte? Il copione? Prendiamo il coraggio a due mani e ammettiamolo: il teatro è morto. Non c’è più. Hanno sempre meno senso gli Stabili, le repliche, gli automatismi. Prendere coscienza per rifondare, ecco il punto. Il teatro nuovo, per assurdo, da una parte sta nelle antiche cavee, nella parola dei Greci; dall’altra, nella contaminazione selvaggia della scena con le arti tecnologiche, a partire dal cinema per finire con Internet. Troppi anni abbiamo speso a considerare le discipline artistiche rispondenti ciascuna al proprio genere, al proprio box. Se vogliamo un futuro, concediamoci alla reciproca profanazione».
Non svela se verserà in un prodotto la costruttiva iconoclastia che lo anima: «Per adesso sono felice di come è andato il Festival. Gozzi e Goldoni hanno dimostrato di valere ancora molto, hanno dato materia al dibattito delle idee, hanno diviso e unito il pubblico». I progetti? «Non farò il Carnevale 2007 ma promuoverò al suo interno una grande mostra delle maschere di Amleto e Donato Sartori, al Museo Correr. Prima, però, porto a Roma, alla Festa del Cinema, l’esposizione su Bertolucci e l’Ultimo Imperatore , montata qui a Venezia nello scorso Carnevale, dedicato alla Cina. La prossima edizione della Biennale Teatro sarà dedicata a Goldoni che, fra l’altro, ha anche vinto le primarie, prevalendo abbastanza nettamente su Gozzi. Il Festival comincerà all’inizio di luglio e non nella seconda metà, come quest’anno».
Venezia e non altro, nelle parole di Scaparro. Che giura di procedere come una locomotiva verso gli obiettivi promessi alla città e al sindaco Cacciari: rivitalizzazione dei luoghi teatrali, mobilitazione giovanile, l’invito ad artigiani, registi e attori a ripopolare la Laguna con laboratori e résidences d’artistes .
Venezia e non altro. Ma non ci crede nessuno. Scaparro non riesce a nascondere del tutto la fascinazione che lo domina al momento: il cinema. Non dice no a provocazioni romane. Si difende con il silenzio. Non curerà la regia del previsto Impresario delle Smirne , almeno in Italia. Firmerà invece una Carmen alla Fenice nel 2008.
È almeno preoccupato dei tagli alla Cultura che tanto faticosamente la mano pubblica tenta di ricolmare? «Mah, sì, certo... Lavorare diventa sempre più difficile. Però, anche noi dobbiamo pur ripensare un po’ tutto, noi gli artisti, e loro, dalla parte del potere. A proposito, mica leggerò domani sul giornale che secondo Scaparro il teatro è morto? Era una provocazione. Non è morto, ma agonizza. Soprattutto negli Stabili. Chi si salva? Un paio, forse. Ma questo non c’entra. Pensiamo al cinema».
E riassume all’interlocutore, con intensa precisione, i risultati della kermesse appena terminata: «Quindici spazi agiti, una dozzina di spettacoli di diversa nazionalità, dal Bulgarian Army a Teatridithalia di Elio De Capitani, da La MaMa di New York al Lliure di Barcellona, una decina di appuntamenti di studio e di discussione, i Leoni d’Oro per il Teatro...». Ma il teatro, Maestro, é morto oppure no? Scaparro si allontana e non risponde. È teatro, probabilmente.
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http://www.lastampa.it
Testi musicali su Internet: scatta l'ora del copyright
17/7/2006
di Luca Castelli
Si prospetta una stagione di fuoco per quei siti che mettono a disposizione testi di canzoni su Internet. Alla fine della scorsa settimana, la società Gracenote ha annunciato di aver raggiunto un accordo con decine di editori musicali per la distribuzione legale online di più di un milione di testi.
Gracenote è già nota nel mondo della musica su Internet per il database CDDB, un gigantesco archivio di album e brani che “riconosce” i CD ascoltati su computer e invia automaticamente i dati ai software utilizzati per l’ascolto. E’ grazie a questo database che ogni volta che inseriamo un compact disc nel pc vediamo visualizzati titolo e autore delle canzoni.
Presentando l’accordo, la società ha anche fatto accenno a trattative in corso con Yahoo e Apple per allegare i testi ai brani digitali venduti su jukebox online come Yahoo! Music Unlimited e iTunes Music Store. I testi verrebbero scaricati assieme ai file e potrebbero quindi essere visualizzati su lettori portatili come l’iPod (dove esistono già funzioni che permettono di allegare un file di testo a un brano musicale).
Secondo molti commentatori, uno degli effetti inevitabili dell’operazione Gracenote sarà un giro di vite degli editori musicali contro quei siti che attualmente mettono a disposizione gratuitamente i testi in Rete.
Considerando i grandi portali commerciali come Lyrics e AzLyrics, ma anche le migliaia di siti amatoriali dedicati dai fan agli artisti preferiti, i forum e le aree community, si può dire che oggi le parole di più o meno qualsiasi canzone sono già facilmente disponibili su Internet.
Nei primi commenti successivi all'annuncio dell'accordo, alcuni responsabili delle società che detengono il copyright sui testi hanno fatto capire che già nelle prossime settimane potrebbero partire le prime lettere di minacce legali, soprattutto nei confronti di quei siti che traggono dei guadagni economici dalla pubblicazione online dei testi.
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Michele Anselmi per “il Giornale”
La prima grana della 63° Mostra del cinema si chiama “The wicker man”. L’horror intellettuale di Neil LaBute, prodotto e interpretato da Nicolas Cage, non sarà a Venezia tra i fuori concorso di mezzanotte; eppure ieri mattina figurava nel menù ufficiale della Mostra distribuito alla stampa. Che cosa è successo nel frattempo? Semplice: Medusa, la casa che distribuisce il film, ricalcato sull’omonimo classico di serie B del 1973 con Christopher Lee, ha deciso polemicamente di ritirarlo. Dal quartiere generale di via Aurelia Antica nessun commento sulla faccenda, per la serie “chi vuole intendere, intenda”, ma non ci vuole molto a interpretare il motivo della scelta, che segna un ulteriore irrigidimento dei rapporti, già non idilliaci, tra Medusa e Müller.
Pietra dello scandalo, se così vogliamo chiamarla, l’esclusione dal festival di quel “Viaggio segreto” che Roberto Andò ha tratto dal romanzo “Ricostruzioni” di Josephine Hart. Cast notevole (Alessio Boni, Claudia Gerini, Valeria Solarino, Emir Kusturica), tema fosco/stuzzicante (un rapporto tra fratello e sorella in bilico tra giallo e psicoanalisi); due elementi non tali, evidentemente, da convincere il direttore e i suoi esperti a trovare una collocazione nel palinsesto. In altri periodi non ne sarebbe nato un caso, ma stavolta “Viaggio segreto” era l’unico film italiano sul quale Medusa puntava per il concorso (diverso il discorso per “Baciami piccina” di Roberto Cimpanelli, anch’esso rispedito al mittente). Al disappunto è seguita, quindi, la decisione di riprendersi “The wicker man”.
“Dispiace un po’, perché è un film curioso, personale. Ma non una perdita grave. Diciamo, per citare Flaiano, che è un vuoto colmabile”, commenta Enrico Magrelli, uno dei selezionatori veneziani. Spiega che davvero non c’è stato alcun intento punitivo nei confronti di Medusa, “ci mancherebbe”, e anzi si dice sorpreso dalla decisione, “visto che noi avevamo trattato con i produttori americani”. Più duro, invece, il suo direttore, Müller, secondo il quale si tratterebbe di “una ritorsione”, volendo Medusa imporre ad ogni costo il film di Andò per il concorso, secondo una “logica bulgara”, da prendere o lasciare.
Non sarà facile ricucire lo strappo. Tra l’altro, l’episodio, all’origine abbastanza marginale, segnala un crescente malumore nei confronti di Venezia, dal quale potrebbe avvantaggiarsi il nascente rivale romano. Dicono che anche Raicinema, nonostante la cospicua presenza al Lido (Amelio e Crialese in concorso, De Palma pure), avrebbe poco gradito il balletto intorno al film “A casa nostra” di Francesca Comencini: molto piaciuto al direttore, ufficiosamente promesso in gara e infine respinto con qualche imbarazzo.
Stando così le cose, “A casa nostra” e “Viaggio segreto” prenderanno probabilmente la via della Festa romana, a metà ottobre, e chissà che non significhi qualcosa; benché i due festival, sotto l’ala protettrice del ministro Rutelli, fingano di volersi un gran bene e di muoversi “per fare sistema”. In effetti, sia Goffredo Bettini sia Giorgio Gosetti, l’uno patron politico, l’altro direttore artistico della Festa romana, sedevano ieri mattina in prima fila alla conferenza stampa veneziana, di fronte agli omologhi Croff e Müller, a evocare anche fisicamente rapporti di buon vicinato.
Ne consegue che non sembra ipotizzabile per ora una concorrenza, più o meno sleale: sul fronte della anteprime mondiali, la Mostra continua ad avvantaggiarsi di una sorta di prima scelta, legata al prestigio e alla storia della manifestazione. Però è possibile che Medusa veda con sempre maggiore simpatia la ribalta capitolina, nella prospettiva di garantire alla Festa quei titoli di rilievo la cui uscita nelle sale coincide con le date autunnali (si parla, ad esempio, di “A good year” di Ridley Scott, con Russell Crowe, pure inseguito dai veneziani).
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RUTELLI, IL MINISTRO DEI BELLI CULTURALI, STAMATTINA HA “MARGHERIZZATO” I VERTICI DI CINECITTÀ HOLDING (BATTISTI E CARDUCCI), LUCE (PASSIGLI), FILMITALIA (BIGNARDI), CONCEDENDO QUALCHE TESSERA A DS E PRC - SI SALVA ROBERTA LUBICH, EX SIGNORA CASINI…
E’ andata come anticipato da Dagospia, mercoledì scorso. “Ciccioduro” Rutelli, il ministro dei Belli Culturali, stamattina ha ridisegnato i vertici di Cinecittà “margherizzando” la holding e concedendo qualche tessera a Ds e Rifondazione.
Mica tanto, però, se è vero che lo stesso Citto Maselli, regista e storico leader degli autori legati all’Anac, qualche giorno fa, subodorando la fregatura, s’era lamentato del nuovo corso rutelliano dicendo: “Siamo di fronte a un nuovo governo che nel cinema sta apportando delle novità, ma nelle poltrone piazza gli amici degli amici”.
A chi si riferiva il cineasta del “Sospetto”? Ma è chiaro: all’avvocato ed ex senatore “margheritino” Alessandro Battisti e all’ex sottosegretario ed ex senatore diessino Stefano Passigli, nominati rispettivamente presidente di Cinecittà Holding e dell’Istituto Luce, al posto di Carlo Fuscagni e Flavio De Luca.
Tutto confermato dunque, al termine delle tre assemblee dei soci (in realtà il socio è unico, il ministero ai Beni culturali) svoltesi a Cinecittà, due delle quali sotto la guida del commissario straordinario Gaetano Blandini. E dunque: a Filmitalia, ovvero la struttura delegata a promuovere il cinema italiano all’estero attraverso rassegne, festival, accordi commerciali, arriva Irene Bignardi. Già critico cinematografico di “Repubblica”, oltre che saggista su temi di letteratura anglosassone, direttore di festival (il Mystfest di Cattolica, la sezione Mezzanotte a Venezia, Locarno fino all’anno scorso).
E’ molto nota e apprezzata nell’ambiente, parla bene inglese e francese, ha amici importanti nel mondo del cinema al di qua e al di là dell’oceano. Sostituisce Giovanni Galoppi, in quota Udc, già consigliere di Cinecittà Holding ai tempi del ministro Urbani e poi promosso a presidente di Filmitalia. Il ministro avrebbe preferito un tecnico alla maniera di Alberto Barbera, ex direttore della Mostra veneziana e attuale curatore del Museo del cinema di Torino, ma l’uomo ha declinato l’invito, ringraziando e suggerendo la Bignardi. Detto fatto.
Quanto all’Istituto Luce, di Passigli presidente s’è detto. Alla voce amministratore delegato, viene confermato, nonostante qualche mal di pancia a via del Collegio Romano, l’avvocato Luciano Sovena. In quota An, è stato nominato ben due volte in quel ruolo nel quinquennio berlusconiano; e però ha saputo smarcarsi politicamente dal centrodestra, tessendo buoni rapporti con le associazioni degli autori (Anac e Api) e facendosi sponsorizzare da Ds e Rifondazione (se ne vanta anche in pubblico, dicendo un gran male della Margherita).
L’uomo può vantare la scoperta del Saverio Costanzo di “Private”, il successo del “Mercante di Venezia” con Al Pacino, la distribuzione di film premiati come “La rosa bianca”, un discreto lavoro sul fronte dei documentari. Nel Cda del Luce, dove fino a qualche tempo sedeva Pietrangelo “all’armi siam fascisti” Buttafuoco, entrano Antonio Moré, Francesco Casetti e il regista Maurizio Sciarra, quello di “Alla rivoluzione sulla Due cavalli”.
Infine la holding, che tradizionalmente gestisce un budget di 24 milioni all’anno (19 nel 2005 per via dei tagli al Fus accettati da Buttiglione). Di Battisti presidente “forte” s’è detto. Nel Cda entra Francesco Carducci, uomo spettacolo della Margherita, destinato ad essere eletto nei prossimi giorni nuovo amministratore delegato al posto dell’aennino Massimo Condemi; con Carducci, insieme ad altri, arrivano il bocconiano Gaetano Salvemini e l’onorevole diessina Giovanna Grignaffini. Confermati Francesco Ventura, in quota ministero Beni culturali, e naturalmente Roberta Lubich, ex signora Casini, arrivata otto mesi fa grazie all’infornata squisitamente udiccina patrocinata dall’ex ministro Buttiglione.
Dagospia 28 Luglio 2006
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(Agi) - Eliminare il ministero del Turismo "e' stato un grave errore". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli, intervenendo alla trasmissione radiofonica RadioAnch'io. Secondo il ministro dei Beni culturali "e' mancata in maniera gravissima un coordinamento generale a livello nazionale", anche se non e' stato sbagliato "attribuire alle Regioni la promozione dei propri territori". La Spagna, per esempio, in pochi anni ha rosicchiato quote di mercato a tutti: "Hanno costruito molto - spiega Rutelli - anche se questo, a volte, non e' un bene.
La Spagna, al contrario dell'Italia, ha utilizzato il sistema Paese che si e' compattato sul turismo nazionale". In Italia, avverte il vicepremier, "manca un legame forte per valorizzare l'intero territorio. Noi ci stiamo impegnando per recuperare. Occorre una strategia nazionale, migliorando l'organizzazione del turismo. Abbiamo tutte le carte in regola per vincere a livello mondiale, ma per far questo dobbimo organizzarci". Fondamentale, secondo il vicepremier, "e' la compagnia di bandiera: l'Italia ha bisogno di una compagnia di bandiera forte, e da settembre il governo avanzera' una proposta adeguata per Alitalia".
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(Adnkronos) - Oliver Stone, regista di ‘World Trade Center’, incentrato sugli attentati dell’11 settembre 2001, donerà parte del ricavato a quattro organizzazioni no profit intitolate alla memoria delle vittime della strage.La fondazione ‘World Trade Center’, una delle beneficiarie, ha spiegato in un comunicato che le organizzazioni riceveranno un 10% dai biglietti venduti nei cinema statunitensi, nei primi cinque giorni di proiezione, vale a dire dal prossimo 9 al 13 agosto.
”E’ un dovere sacrosanto ricordare le vittime innocenti e onorare il sacrificio di tanti uomini coraggiosi che quell’11 settembre, prestando i soccorsi, hanno perso la vita”, ha riferito Joseph Daniels, presidente della fondazione incaricata di costruire un monumento nella ‘Zona zero’. “Questo contributo aiuterà ad assicurarci che il ricordo di questi eroi viva in un monumento”, ha aggiunto.
Il film di Stone narra la storia di due poliziotti, John McLoughlin e William Jimeno, interpretati da Nicholas Cage e Michael Pena, la star di ‘Crash’, estratti vivi dalle macerie delle Twin Towers, crollate dopo che due voli di linea dirottati da un commando di Al Qaeda vi si sono schiantati contro, mettendo in scena l’attentato terroristico più spettacolare e inquietante della storia.
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SCHUMI DIVENTA ATTORE CON DEPARDIEU
Dai circuiti di Formula Uno al set. Debutta come attore Michael Schumacher, il campione tedesco della Ferrari. Sarà solo per togliersi uno sfizio, ma Michael ha accettato un ruolo-cameo nel film francese di cui è ancora una volta protagonista Gérard Depardieu, Asterix ai Giochi Olimpici. Il terzo episodio tratto della saga a fumetti creata da René Goscinny e Albert Uderzo arriva dopo Asterix e Obelix contro Cesare, con Roberto Benigni trasformato nel cattivissimo Lucius Detritus, e Asterix e Obelix Missione Cleopatra, con la conturbante Monica Bellucci nei panni della regina d'Egitto.
Le riprese sono iniziate a Nord di Parigi, nella foresta di Chantilly. In questa esilarante avventura, al fianco di Obelix-Depardieu non sarà più l'attore Christian Clavier a vestire i panni di Asterix, ma Clovis Cornillac. Nel cast anche Jean-Claude Van Damme, Alain Delon e, unica italiana, Vanessa Hassler, 18 anni, lanciata da Vacanze a Miami. Il film uscirà a fine 2007, qualche mese prima delle Olimpiadi di Pechino del 2008. Un lancio strategico, come nel 1968: l'avventura Asterix alle Olimpiadi era stata pubblicata su Pilote (giornale per adolescenti) in concomitanza con le Olimpiadi invernali di Grenoble. (Gabriella Sassone)
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Wim Wenders
Il regista tedesco ospite d’onore a Matera per la rassegna CinemadaMare
MATERA - Viaggiatore del mondo, curioso e attento, Wim Wenders ieri a Matera ha realizzato un sogno: passeggiare e fotografare i Sassi. Ospite d’onore della rassegna CinemadaMare, il regista tedesco si è affacciato dal belvedere di piazza Vittorio Veneto. Al collo la sua Makina Plaubel (macchina fotografica manuale), perchè la fotografia è la sua altra grande passione, Wenders ha ammirato gli antichi rioni. Dal vivo non li aveva mai visti, ma 25 anni fa li aveva conosciuti tramite Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini. "Non è un regista, Pasolini è un santo - ha affermato Wenders, senza staccare gli occhi dai Sassi - e questa città è meravigliosa. Sono felice di essere qui, a volte per realizzare un sogno occorre attendere".
http://www.nonsolocinema.com/nsc_articolo.php3?id_article=4771
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Cinecittà Holding, Luce e Filmitalia: nuovi vertici
Sono state rese note le nomine dei vertici di Cinecittà Holding e delle
controllate. Il nuovo presidente di Cinecittà Holding è mentre consiglieri
d'amministrazione sono stati nominati Giovanna Grignaffini, Gabriella Pistone,
Michele Conforti, Roberta Lubich, Severino Salvemini, Mario La Torre, Wilma
Labate; Francesco Carducci Artenisio è stato designato dal ministro dei Beni
Culturali Francesco Rutelli come amministratore delegato, designazione che deve
essere ratificata dal cda che si riunirà all'inizio della prossima settimana.
All'Istituto Luce è stato nominato Stefano Passigli come presidente; Antonio
Morè, Francesco Casetti e Maurizio Sciarra sono i nuovi consiglieri
d'amministrazione; Luciano Sovena è stato designato come AD, carica che già
ricopre.
Infine, il nuovo presidente della società Filmitalia è Irene Bignardi, mentre i consiglieri sono Roberto Cicutto, Claudio Gubitosi, Michele Di Tondo e Serafino Murri. Regione di elezione: Lazio - Collegio: 8 (Roma Ostiense Eur)
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ALESSANDRO BATTISTI E' IL NUOVO DIRETTORE DI CINECITTA' HOLDING . NE SIAMO
DAVVERO CONTENTI,
CREDIAMO CHE POSSA RAPPRESENTARE UN SEGNALE DI INNOVAZIONE E UNA NUOVA
POSSIBILITA' DI LAVORO QUALIFICATO E COMPETENTE ALLE TESTA DI TUTTO IL CINEMA
ITALIANO
DOPO IL MESE DI LAVORO PORTATO AVANTI CON COMPETENZA DA GAETANO BLANDINI (DG
Cinema del ministero)
LE NUOVE STRUTTURE DI LAVORO DI CINECITTA' VOGLIONO RISPONDERE AD UN CRITERIO
DI RINNOVAMENTO ED EFFICACIA DELLE FUNZIONI DI PROMOZIONE DEL CINEMA ITALIANO
DI QUALITA'
LA HOLDING RITORNA AD ESSERE IL CENTRO PROPULSIVO DELLA CINEMATOGRAFIA ITALIANA
, DOPO ANNI IN CUI LA STANCA SI E' DAVVERO SENTITA.
STAMATTINA ALL'ENTRATA DI CINECITTA' NEL VECCHIO GABBIOTTO DELLA VIGILANZA
(QUELLO PER SEMPRE IMMORTALATO DA VISCONTI IN BELLISSIMA )ABBIAMO NOTATO I
PENNELLI DEI PITTORI , QUASI A SIMBOLO DI UN RINNOVATO LAVORIO DELLE VECCHIE
STRUTTURE....
LAVOREREMO PERCHE' NON SIA UNA MANO DI BIANCO MA UN NUOVO SIMBOLICO RIINIZIO
DI ARTE E QUALITA'
VOGLIAMO LAVORARE PERCHE' CON IL PRESIDENTE, IL DIRETTORE GENERALE E TUTTE LE
STRUTTURE DIRETTIVE VORREMMO VEDER CAMBIARE MOLTO ALTRO ANCORA E APRIRE A
NUOVE FORZE GIOVANI E PROPULSIVE, CONCRETE MA INNOVATIVE DAVVERO LE PORTE
FATTIVE DI QUELLA CINECITTA' CHE DA DECENNI AMIAMO COME UNICO, MERAVIGLIOSO
LUOGO DEL NOSTRO CINEMA .
NUOVE MOSTRE ED EVENTI APERTI ALLE TECONOGIE E AI GIOVANI , NUOVE AZIONI DI
FORMAZIONE PER I MESTIERI DEL CINEMA, NUOVI SPAZI DEDICATI ALLA MEMORIA
CINEMATOGRAFICA COME BASE PER LA COSTRUZIONE DI UN LAVORO PIENO DI CONTENUTI E
PROPOSTE CREATIVE DI QUALITA'. NUOVI INCONTRI E SCAMBI IN QUELLA CINECITTA CHE
NON PUO' ESSERE UN POSTO PER POCHI ELETTI MA UN LUOGO DI LAVORO CREATIVO APERTO
SOPRATTUTTO ALLE NUOVE GENERAZIONI.
NON UNA FABBRICA DI ILLUSIONI MA UNA STRUTTURA DI COINVOLGIMENTI E LAVORO
CONCRETO APERTA E PROPULSIVA .
RICORDIAMO LE GRANDI PRODUZIONI , LE VISITE NOTTURNE A CINECITTA' CHE SI
SUSSEGUIRONO PER ANNI APRENDO LE PORTE AL PUBBLICO , MA SOPRATUTTO IL LAVORO
QUOTIDIANO DI SCENOGRAFI E TECNICI, TROVAROBE ED ATTORI, ELETTRICISTI E
SCENEGGIATORI, DIRETTORI DELLA FOTOGRAFIA E DOPPIATORI , INSOMMA DELLE
MAESTRANZE PIU' CREATIVE E VARIEGATE E ALLO STESSO TEMPO SERIE DEL MONDO
LE MAESTRANZE DI CINECITTA' INSOMMA
ORA C'E' UN NUOVO PRESIDENTE IN GRADO DI LAVORARE CON TUTTE QUESTO FORZE
MIGLIORI DEL CINEMA .... ALESSANDRO BATTISTI BUON LAVORO E' QUELLO CHE
CONTENTI POSSIAMO DIRE
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Le notizie di PuntoCellulare.it
3 Italia partecipa alla Notte Bianca di Roma
11 Luglio 2006
3 Italia promuove e sostiene la Notte Bianca di Roma, l'iniziativa ideata e realizzata dal Comune di Roma e dalla Camera di Commercio di Roma, in collaborazione col Ministero per Beni e le Attività Culturali. Il gestore mobile, già partner del Live8 e della Festa del Cinema di Roma, consolida così la propria scelta di essere protagonista dei grandi eventi popolari che aggregano persone di ogni età intorno alla musica, al cinema, alla solidarietà, al dialogo interculturale.
Dopo lo straordinario successo delle passate edizioni, la Capitale si prepara a rivivere questo suggestivo clima di festa per un'intera notte: milioni di persone si preparano ad uscire di casa per invadere le strade e le piazze della città. Per vivere la città di notte 3 Italia darà vita a diverse iniziative per coniugare cultura, entertainment, musica e comunicazione, dando ai propri clienti la possibilità di partecipare da protagonisti alla Notte Bianca, mettendo a frutto la ricchezza multimediale del videofonino per raccontare la 'loro' Notte Bianca.
Per partecipare sarà sufficiente girare con il proprio cellulare un breve filmato che racconti la 'propria' Notte Bianca ed inviarlo con un videomessaggio. I migliori video ricevuti saranno disponibili in streaming sul canale dedicato del portale mobile Pianeta 3 e su La3 Live, il canale DVB-H della TV Mobile Digitale di 3 Italia. Per godersi al meglio le centinaia di eventi che animeranno la Notte Bianca, i clienti di 3 potranno trovare tutte le informazioni utili, gli orari, gli indirizzi, la descrizione dettagliata delle iniziative e molto altro nell'area dedicata alla Notte Bianca del portale mobile Pianeta 3.
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A settembre la seconda edizione della rassegna
Continua l’avventura nel mondo del documentario e il Festival di Palazzo Venezia (8-29 settembre) ne è sicuramente il cuore pulsante. Quest’anno però l’Associazione Doc Fest, presieduta da Carlo Fuscagni con la direzione scientifica di Claudio Strinati e quella artistica di Rubino Rubini, ha deciso di unire in un’unica kermesse la rassegna internazionale di film e documentari d’arte, architettura, cinema e teatro, giunta alla terza edizione, e la rassegna di film e documentari sulla musica e la danza, al suo secondo battesimo. Un’unica festa che funge da preambolo a quella che si sta preparando per ottobre. Saranno oltre 200 i documentari provenienti da 26 paesi che “non annoieranno affatto – assicura Fuscagni – al documentario di solito si attribuisce l’etichetta di prodotto non divertente. Ecco, Rubino Rubini invece ha scelto filmati molto divertenti”. Anche questi andranno a confluire in quell’archivio che un giorno prenderà forma fisica nelle stanze di Palazzo Venezia e che “ad oggi conta circa tremila film concepiti tra il 1995 e il 2006”, dichiara il direttore artistico.
Ad aprire le danze l’8 e il 9 settembre, in coincidenza con la Notte Bianca di Roma, saranno le Gassmaniadi, una vera e propria maratona video di nove ore in omaggio al grande mattatore. Un evento eccezionale, prodotto dalla Fondazione Vittorio Gassman, in collaborazione con Rubini, concepito attraverso il repertorio conservato negli archivi Garad, Diledda D’Andrea, Rai Teche, Mediaset e Studio Universal.
Un lavoro di montaggio che riporterà alla luce il rapporto tra Gassman, il teatro, il cinema, gli amici, la recitazione, la poesia e se stesso. Altri attesissimi momenti, oltre al concorso, saranno le rassegne collaterali che vedono sempre protagoniste le tematiche tanto care a questo festival, alle quali si aggiunge la letteratura grazie alla collaborazione con l’Università di Siena.
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Da non perdere la personale dedicata al documentarista Nino Bizzarri. Vedremo undici dei dodici film (il dodicesimo è in fase di lavorazione) a partire dal 1998, da Rossellini sotto il vulcano a L’uomo segreto, finalista ai David di Donatello 2004, a Ritorno nella terra di Pietro, sulla pittura di Pietro Della Francesca. Quindi ogni sera sarà animata da un evento speciale con la partecipazione di registi, interpreti, produttori e con la proiezione di documentari di un certo rilievo storico, come quello girato da Zeffirelli sull’alluvione a Firenze nel 1966.
E poi si celebrerà Cinecittà che nel 2007 compirà settant’anni; spazio anche a Rai Educational con l’anteprima di Grand Tour di Luigi Giuliano Ceccarelli per la regia di Maria Paola Orlandini e Fabio Chimenti. Il copione trae ispirazione dai racconti e i diari di illustri viaggiatori del passato tra cui Goethe, Stendhal e Maupassant. Un viaggio tra le bellezze di Venezia, Milano, Parma, Napoli, Roma e Bologna affidato alla voce e al volto di Franco Nero.
Il 22 settembre ad aprire le proiezioni del concorso per i documentari sulla musica e la danza, sarà l’anteprima nazionale di Rize, il primo lungometraggio del celebre fotografo David LaChapelle, in Italia proprio per l’occasione. E altra occasione da non lasciarsi sfuggire è la visita delle sale degli appartamenti Barbo di Palazzo Venezia. Per la prima volta verranno esposte in una grande mostra 35 immagini provenienti dall’archivio storico Luxardo. Vedremo la Roma degli anni Cinquanta e Sessanta attraverso gli scatti dei fratelli Elio, Aldo ed Elda, ma soprattutto si potrà rivivere l’atmosfera di quel periodo, in cui il cuore del cinema pulsava a via del Tritone. I ritratti dei protagonisti della celluloide rievocheranno gli anni mitici del dopo guerra fino alla Dolce Vita.
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(AGE) ROMA - Sabato 9 settembre 2006 avrà luogo a Roma la quarta edizione de "La Notte Bianca" , la straordinaria iniziativa ideata e realizzata dal Comune di Roma e dalla Camera di Commercio di Roma, in collaborazione col Ministero per Beni e le Attività Culturali, la Regione Lazio, e le Banche Tesoriere del Comune di Roma - Banca Nazionale del Lavoro, Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena. La lunga ed emozionante notte del 9 settembre è preceduta per la prima volta quest’anno da “Aspettando…La Notte Bianca”, una vigilia densa di appuntamenti che la sera di venerdì 8 settembre, dalle 21 alle 24, introduce all’atmosfera di festa, vitalità e coinvolgimento collettivo del grande evento del sabato. Nel programma della serata un grande appuntamento musicale a Piazza di Siena - Villa Borghese con Pino Daniele, Elisa, ospite Fiorella Mannoia, realizzato a grazie a Mobile Media Company (3 Italia), e al Vittoriano l’inaugurazione di una mostra dedicata ad Hugo Pratt. Grazie al sostegno di Eni-Italgas, avrà luogo la spettacolare illuminazione del Gazometro: la struttura sulla riva del Tevere, segno inconfondibile di quell’area della città in piena rinascita urbanistica e culturale, si trasformerà in Luxometro, una monumentale e suggestiva scultura di luce, progettata e ideata da Angelo Bonello. Sarà possibile visitare i Musei comunali e statali e girovagare tra le numerose gallerie d’arte aperte e altri spazi culturali, spiare le prove generali di alcuni spettacoli in programma per il 9 settembre. Roma vivrà dunque, di nuovo, questa festa davvero unica, di grande richiamo turistico e di forte coinvolgimento dei cittadini, occasione di scoperta della città e dei suoi tesori, ma anche occasione di incontro con la cultura nelle sue più diverse espressioni. Le scorse edizioni de La Notte Bianca hanno registrato un’eccezionale successo di pubblico, portando migliaia di visitatori in ogni angolo della Capitale: strade, piazze, luoghi d’arte, ville, musei, teatri, sale cinematografiche, negozi sono stati trasformati in altrettanti palcoscenici di eventi, dando vita ad un’esperienza collettiva unica che mette in risalto tutta la vitalità artistica e culturale di Roma. La Notte Bianca proporrà anche quest’anno centinaia di appuntamenti e la partecipazione di oltre 1000 artisti, protagonisti di un ricchissimo programma che avrà inizio alle ore 21 in piazza del Campidoglio con Roberto Bolle e Alessandra Ferri che interpretano scene da “Romeo e Giulietta”, nella versione coreografica di Amedeo Amodio, cui seguiranno Gianni Morandi con la sua chitarra; l’eclettico e amatissimo Gigi Proietti. (segue) (AGE)
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Da Scamarcio alla Violante, i giovani divi si raccontano davanti ai fan -
Il cinema scende in piazza
di GIULIANO MALATESTA
Il cinema si immagina sulla strada e poi si costruisce dietro la macchina da presa, sentenziava Pasolini. Cinema e strada, un binomio inscindibile. Da un lato lo strumento d'eccellenza, nobile e popolare, per leggere e raccontare la contemporaneità, dall'altro un luogo privilegiato d'incontro per fotografare la realtà. Inseguendo questo invisibile filo conduttore la Libreria del Cinema, felice esperimento comunitario nato un paio di anni fa e di cui fanno parte tra gli altri il produttore Domenico Procacci, l'attrice Jasmine Trinca e il regista Giuseppe Piccioni, torna a organizzare, per il secondo anno consecutivo (fino al 23 luglio), a via dei Fienaroli, dove ha sede, Strastevere, DVD mon amour , una manifestazione che vuole raccontare il cinema attraverso le immagini e la viva voce dei suoi protagonisti. A farla da protagonisti saranno alcuni tra i più importanti attori e registi italiani, che mostreranno al pubblico le sequenze dei loro film preferiti o si sottoporranno a inedite interviste realizzate dai loro colleghi di lavoro. Dopo l'apertura riservata a Marco Bellocchio, intervistato da Marco Tullio Giordana, questa sera, a partire dalle ore 22 la serata sarà interamente dedicata a Roberto Rossellini, in occasione del suo centenario. A seguire, domenica, ci sarà un incontro tra parole e musica con un ospite d'eccezione, il pianista Ludovico Einaudi, mentre per la serie “interviste particolari” il 17 luglio Margherita Buy intervisterà Silvio Orlando. Il 18 invece serata dedicata al cinema d'autore, con l'incontro tra i registi Paolo Virzì e Francesca Archibugi mentre il giorno successivo ci sarà lo show di Gene Gnocchi che eseguirà una performance tratta dallo spettacolo The legend is back . Ma molti altri sono i protagonisti attesi. Da Kim Rossi Stuart (20), a cui verrà consegnato un premio per il suo film d'esordio Anche libero va bene e che sarà intervistato da Jasmine Trinca a Elio Germano e Valeria Solarino (21) fino all'incontro (22) tra due giovani realtà del cinema italiano: Riccardo Scamarcio e Violante Placido. Gran finale venerdì 23 luglio, con una serata a sorpresa.
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MOSTRA A ROMA
Telecamera con vista sul passato
ROMA. In fondo stiamo sempre là: meglio Meliès o i Lumière? Meliès che, agli albori del cinema, s’inventa un fantastico viaggio sulla luna, o i fratelli Lumière che riprendono con tale realismo l’arrivo di un treno in stazione da terrorizzare il pubblico?
A porsi l’insolubile quesito è Steve Della Casa, che ha curato la rassegna L’estate in costume aperta a Roma, da oggi a fine mese, nel piazzale del Giardino Zoologico a Villa Borghese. Venti filmoni, più tre cortometraggi girati ai tempi del muto, scelti per raccontare come l’arte pittorica abbia influenzato quella cinematografica, quanto costumi, ricostruzioni, colori, gusto siano passati dai quadri dell’epoca alle pellicole contemporanee, a volte come ricostruzione fedele di un periodo storico, a volte tradendolo all’apparenza ma cogliendone la sostanza. La rassegna è una delle tre manifestazioni organizzate dall’Enel, e specificatamente da quel suo settore che si chiama Energiaper, in occasione della mostra su Raffaello, simbolo del nostro Rinascimento, attualmente alla Galleria Borghese.
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portale cinemotore:
Sono tra i registi italiani più apprezzati anche all'estero, registi di un cinema apprezzato anche all'estero, parliamo di Mimmo Calopresti e Marco Risi, entrambi con una lavoro in promozione (IL DOCU-FILM SULLA SHOAH DI CALOPRESTI e LA MANOS DE DIOS PER RISI)
RISI : Il Regista non deve mai arrivare incerto sul set, la troupe non ci mette niente a mangiarlo se vede che il regista non ha dimistichezza con il mezzo, se vede che il regista non ha sicurezza, non ha decisioni anche sbagliate si creano problemi, liti, incomprensioni. La troupe non vede l'ora di essere guidata al porto finale dal proprio regista, il capitano della nave che deve conoscere la rotta e sapere esattamente quello che vuole
RISI : E' vero non devi mai far vedere che arranchi quando fai i sopralluoghi, devi essere più elastico di tutti, devi raggiungere il tuo obiettivo con scioltezza e decisione, prendete Monicelli che ha fatto un film a 91 anni
RISI : Sicuramente una splendida sceneggiatura, molte volte si definisce ottimo cast un'insieme di attori di nome, ma non basta per garantire un film di successo. L'ottimo cast può esser rappresentato da attori giusti al posto giusto e non per questo famosi, un esempio ? In Mery per sempre non c'èra un ottimo cast "di nomi", c'era un ottimo cast perché erano tutti al posto posto giusto
CALOPRESTI : Un esempio per tutti è De Sica e Zavattini, puoi realizzare un ottimo film strepitoso con attori non famosi, poi ci sono geni assoluti e casi unici come Fellini dove la sceneggiatura non esisteva
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LA QUESTIONE MORALE NEL CINEMA? SOLO SE NON MI FANNO FARE I MIEI FILM – POLEMICA LETTERA DI MICHELE ANSELMI AL REGISTA GIUSEPPE PICCIONI CHE CHIEDE “TAVOLI DI CONCERTAZIONE” E LANCIA L’IDEA DI “UNA GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONE”…
Lettera di Michele Anselmi all’Unità
Caro direttore, si sente riparlare, a proposito della fluviale lettera aperta ai leader dell’Unione vergata da Giuseppe Piccioni, di “tavoli di concertazione” e “impegno collettivo”, manca solo “la piattaforma culturale” e siamo a posto. Il mondo del cinema, deluso dalle prime - effettivamente poco esaltanti - settimane del governo Prodi, sarebbe sul chi va là: pronto a denunciare gli atteggiamenti berlusconiani sopravvissuti alla sconfitta elettorale di Berlusconi, in nome di una rigenerazione etico-morale “che regoli le scelte e i comportamenti di coloro che hanno un qualsiasi grado di responsabilità nella gestione della cosa pubblica”. Accidenti.
Il ministro Rutelli non ha ancora messo mano al cda di Cinecittà Holding (succederà il 28), per sottrarlo alla poco commendevole gestione An-Udc, che, già indignati, registi, attori e sceneggiatori gridano ai vecchi vizi. Nel lanciare l’idea di “una giornata nazionale contro la corruzione” (sic), Piccioni si augura che sul piano delle nomine e degli incarichi pubblici “si manifesti davvero la volontà di mettere in discussione quei comportamenti che non sono patrimonio esclusivo della destra”. In altre parole, il variegato mondo legato agli autori dell’Anac, dell’Api e di Ring detta la linea, fingendo di parlar d’altro e paventando nuovi inciuci, volti a favorire lobbies e consorterie invece talenti e intelligenze.
Confesso di temere il peggio da atteggiamenti di questo tipo. Perché chi si occupa di cinema sa bene che spesso, dietro i nobili proclami di principio, si celano rancori personali, finanziamenti mancati, lunghe anticamere, pareri contrari delle commissioni, insomma un mix, umanamente comprensibile, di presunzione e vittimismo. Per Vincenzo Vita, l’appello di Piccioni sarebbe “un bisturi affilato e preciso”, utile a scardinare “le logiche delle conventicole”, e però consiglierei all’assessore provinciale di non toccare quel tasto, perché, al pari della destra in questi cinque anni, anche la sinistra non ha brillato sul fronte del cinema pubblico, dilapidando cifre enormi per l’incapacità di dire qualche no.
Va bene che l’ottimo Gianni Amelio, per via di “Lamerica”, è stato ingaggiato dal ministro Amato affinché dica la sua sui discussi centri di prima accoglienza riservati agli immigrati, ma continuo a pensare che il compito dei cineasti sia produrre buon cinema, non di supplire alle mancanze o agli errori dei politici nobilitando il gioco con le risorse dell’arte. Piccioni esclude la nascita di un cine-girotondo, con derive assembleari e movimentiste. Meno male. Ma il suo scritto, ancorché appassionato, mi pare ingenuo, moralista, anche un po’ lagnoso.
Per la serie: politici di sinistra, ridateci la voglia di sognare, siate all’altezza del nostro sentire, non deludeteci col piccolo cabotaggio (ma nel frattempo consultateci prima di prendere decisioni sulle cose che ci riguardano). Francamente, di fronte alla paventata “questione morale” che lambirebbe il cinema al pari della Rai o del calcio, m’è parsa sana, anarchicamente liberista, la risposta a “l’Unità” dello sperimentatore Alex Infascelli: “Rispondo coi miei film, facendo cinema anche col telefonino”. E di rincalzo Ferzan Ozpetek ha giustamente ricordato - lui che lavora senza problemi con la “berlusconiana” Medusa - di “non aver mai fatto parte di nessuna famiglia”.
Per concludere. Caro Piccioni, invece di ragionare sui massimi sistemi, chiedendo a Prodi di essere il Re Artù di un’immaginaria Tavola Rotonda, non sarebbe meglio parlare di reference-system, di leggi da ritoccare o da applicare, di tasse di scopo da introdurre e di premi di qualità da abolire? Va bene “volare alto”, ma se poi i registi pensano di aver sempre ragione, di non doversi confrontare con mercato e produttori, di poter sostenere fino al masochismo i propri progetti, di gridare alla discriminazione quando restano fuori dalle cose ministeriali, be’, sarà troppo facile prendersela col Sistema. Chiedete segnali “che l’aria è cambiata”. Perché non cominciate un pochino anche dai vostri film, lasciando in pace i leader dell’Unione?
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CINEMA: PROIEZIONE COPIA INTEGRALE FILM CON VALPREDA ATTORE
Pubblicato Domenica, 02 luglio 2006 ore 18:07 da redazione
Cronaca e attualità Ci ha messo due anni di ricerche nelle cineteche di tutto il mondo, ma poi Mauro Decortes, animatore del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa di Milano, è riuscito nella sua impresa, quando ormai non ci sperava più. Ha ritrovato l'unica copia integrale del film 'Faccia di spià, girato da Giuseppe Ferrara nel 1975 e nel quale l'anarchico Pietro Valpreda recita se stesso.
Il film, che all'epoca aveva suscitato notevole scalpore, era dedicato a una serie di operazioni compiute dalla Cia nel mondo e vi si parlava tra l'altro della morte di Che Guevara e della presa del potere di alcune dittature in Sud America. «C'era anche mezz'ora dedicata alla strage di piazza Fontana - spiega all'Ansa Decortes - ma subito dopo l'uscita del film nelle sale, la casa produttrice decise di tagliare quella mezz'ora con Valpreda. Un paio di anni fa mi sono messo alla ricerca del film in versione integrale, però non ne ho trovata copia nè in Canada, nè in Turchia nè in Jugoslavia e tanto meno in giro per l'Italia». «Lo stesso Ferrara - continua - aveva solo una copia tagliata, perchè, mi ha spiegato, all'epoca non aveva la disponibilità economica per ricomperarsi la pellicola e così gli è rimasta solo una delle copie circolate nelle sale dopo il taglio. Incredibilmente, grazie alla cortesia del centro di sperimentazione della cineteca nazionale di Roma, poco tempo fa ho scoperto che loro avevano custodito una copia intatta e ce l'hanno messa a disposizione nel formato pellicola 35 millimetri». Così gli anarchici del Ponte della Ghisolfa hanno deciso, in concomitanza con il quarto anniversario della morte di Pietro Valpreda, scomparso nel 2002, di proiettare il film in suo ricordo. «Si tratta - racconta Decortes - di un film indubbiamente interessante, che ricorderà il clima di quegli anni e soprattutto ci consentirà di vedere Valpreda interpretare se stesso nell'inchiesta che lo coinvolge». La proiezione avverrà giovedì 6 luglio alle 21.30 nello Spazio Libreria. (Ansa)
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Massimiliano Lazzari per Il Messaggero
Quante volte la Città Eterna è diventata "location" di famosi film, con piazze, vie, angoli suggestivi: dall'ultimo episodio di "Mission Impossible" con Tom Cruise ad "Ocean’s Twelve" con George Clooney, Brad Pitt (e tante altre superstar americane) e moltissimi film italiani. Proprio questi ultimi ieri sera sono stati protagonisti della II edizione del premio cinematografico "Sesterzio d'Argento", assegnato quest'anno a Michele Placido per la pellicola "cult" dell'anno "Romanzo Criminale".
Il premio, che viene assegnato ogni anno al miglior film che abbia Roma come set naturale, riproduce un sesterzio del tipo coniato nel 80-81 d.C. dall'imperatore Tito con l'immagine del Colosseo. La cerimonia si è svolta all’ hotel de Russie, dove la giuria composta da Silvia D'Amico, Adriano Amidei Migliano, Cristina Comencini, Piero de Bernardi, Alessandra Levantesi ed Enrico Vanzina ha scelto la pellicola che s'ispira alla storia della banda della Magliana.
Michele Placido è stato premiato dal presidente di Cinecittà Holding Carlo Fuscagni, ma non è stato il solo a ricevere un riconoscimento, perché un premio è stato ritirato anche da Massimo Casavola, direttore della Mediateca della facoltà di Architettura della Sapienza, per il lavoro di produzione, ricerca e catalogazione iconografica di immagini architettoniche della città.
Un premio è andato anche a Franco Interlenghi per la carriera, consegnato dal presidente dell'Anica Paolo Ferrari. Alla serata di gala, condotta da Sammy Barbot , molte presenze doc, come i registi Gigi Magni, Francesco Rosi, Mario Monicelli e Giuseppe Tornatore, e poi gli attori Milena Vukotic e Alessandro Haber, il produttore Mauro Berardi, il vicesindaco Maria Pia Garavaglia, la conduttrice tv Alessandra Canale, l’hair stylist Sergio Valente.
Buona parte degli invitati sono arrivati a bordo di limousine (messe a disposizione dal gruppo Colaneri), per l’occasione tutte guidate da bellissime autiste.
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SEAN CONNERY PRIMA STAR 'FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA'…
(Agi) - Sara' Sean Connery la prima star ad inaugurare la "Festa internazionale del cinema di Roma", la cui prima edizione si aprira' il 13 ottobre prossimo, con la consegna, appunto, di un 'premio per il lavoro dell'attore' al grande artista scozzese. E sempre a Sean Connery sara' dedicata la prima retrospettiva della manifestazione: 14 film da lui interpretati e da lui scelti insieme allo staff della festa, da "agente 007 dalla Russia con amore" del 1973 a "Scoprendo Forrester" del 2000.
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Messaggero
Domenica 18 Giugno 2006
Pronti per il festival del pubblico
Intervista al direttore Gosetti: «Vero banco di prova per i film»
di SIMONA ANTONUCCI
Entro una ventina di giorni cominceranno le audizioni per trecento aspiranti critici cinematografici e per la fine di luglio avremo la squadra: i magnifici cinquanta della giuria popolare della Festa del cinema di Roma. «Né cinefili duri e puri - spiega Giorgio Gosetti, direttore del Festival - né spettatori occasionali. Persone attente, con un discreto bagaglio, in grado di interagire con gli altri e, particolare non secondario, disponibili a vedere due film al giorno, almeno, a partecipare a focus group , colloqui, insomma a stare con noi quasi ininterrottamente dal 13 al 21 ottobre».
Il cast del grande evento cinematografico romano che ancor prima di debuttare ha scatenato polemiche a 360 gradi (da Venezia a Taormina) è quasi al completo. Così come sembrano definiti i luoghi che ospiteranno le proiezioni, tra anteprime e repliche: Auditorium, Metropolitan, Rivoli, Barberini, Cinema dei Piccoli e Fiamma per il centro; le sale del “quadrante esterno”, tra cui Antares, Tristar, Broadway, Trianon, Cineland e Galaxy («Ma stiamo ancora valutando i requisiti tecnici», aggiunge Gosetti) e i centri della Provincia: Trevignano, Frascati, Fiumicino e Guidonia. Otto euro per le prime, 4 per le repliche.
«E a questo punto possiamo anche dare un titolo a questa manifestazione - spiega il direttore - noi siamo il festival del pubblico. Se Cannes rappresenta il grande business, Venezia l’eccellenza e non a caso si chiama Mostra del Cinema, Locarno la scoperta così come Torino, noi siamo il pubblico. Proprio per come sono state pensate la nostra giuria popolare e l’organizzazione delle proiezioni in vari punti della città e del Lazio, noi offriamo ai film in concorso e non, un vero banco di prova. Un bagno di folla. I registi e gli attori saranno tutti invitati alla fine delle proiezioni a rispondere al pubblico. In Italia siamo gli unici ad avere questa peculiarità».
Roma con tutti i suoi mini festival è sempre stata un punto di riferimento di una certa cinematografia italiana e internazionale. Ora che c’è il festivalone che succede?
«Ecco, questa è una delle novità che ci tengo a presenta re. Roma offre un vastissimo panorama di iniziative valide. E c’è un pubblico interessato, fedele e attento che segue da anni queste manifestazioni. Noi ci metteremo a disposizione di questi festival come piattaforma per un ulteriore rilancio. All’interno del villaggio nel Parco della Musica esisteranno uno o più spazi proprio per presentare materiale, creare punti d’incontro, sviluppare collaborazioni. Ho appena incontrato gli organizzatori del festival di Monterotondo dedicato alle location del Lazio, interessante proprio in vista della ristrutturazione della Film Commission, e poi abbiamo preso contatti con i responsabili del Festival del Tempo di Alatri, incentrato proprio sulla storia e sulla memoria. Poi ci sono il Riff, Arcipelago, il Medfilmfestival, Trevignano. Speriamo di averli tutti e di mettere le basi per un’alleanza creativa».
E le collaborazioni internazionali per rilanciare il nostro cinema?
«Ospiteremo poco prima del festival gli incontri italo-francesi per riattivare il rapporto tra le due cinematografie. Iniziativa che dovrebbe coinvolgere, se vanno in porto i progetti appena avviati, anche la Germania e magari la Gran Bretagna».
Che cinema vedremo a Roma?
«Un cinema qualitativamente alto, senza privilegiare registi iperlaureati dai grandi festival. Stiamo focalizzando le nostre scelte su autori che hanno cercato e trovato un loro tipo di pubblico. Saranno film dal mondo di emozioni, sentimenti. Spettacolari, senza essere obbligatoriamente kolossal. Facciamo esempi di film già usciti: Hero di Zhang Yimou sì, King Kong no».
IN PILLOLE
Il percorso : i film della festa di ottobre andranno in anteprima in Auditorium, quindi nelle sale romane e infine in provincia. Il territorio verrà diviso a spicchi in modo che ogni zona avrà una visuale della programmazione del festival. Le sale : Barberini, Fiamma, Rivoli, Metropolitan, Cinema dei Piccoli, Trianon, Broadway, Tristar, Cineland, Antares, Galaxy. I centri : Trevignano, Frascati, Guidonia, Fiumicino, Ostia e Civitavecchia che ospiterà la nave-cinematografo.
I prezzi : otto euro per le anteprime, quattro per le repliche.
*********Nell'autunno 2006 Valenza ospiterà una nuova rassegna per videomaker indipendenti che si propone, a livello nazionale, come collettore e vetrina delle tendenze più fresche e innovative in relazione a due forme d'arte che si stanno rivelando sempre più in grado di attrarre l'attenzione di giovani appassionati: il cortometraggio e il videoclip musicale.
Promuovere il talento per favorire la diffusione della creatività attraverso l'uso dei nuovi linguaggi: una formula che sintetizza lo spirito con cui il Valenza.Movie lancia la propria proposta culturale. Ed è proprio da un gruppo di giovani valenzani che nasce l'idea dell'iniziativa: una trentina di ragazzi riuniti all'interno del Forum giovanile, un importante organo di consulta e punto di riferimento per l'istituzione pubblica.
Il Valenza.Movie è un concorso, una rassegna, una vetrina ma soprattutto un luogo di incontro in cui condividere la passione per forme di espressione che negli ultimi anni, anche grazie alla diffusione di tecnologie sempre più economiche, sono al centro di un processo di trasformazione culturale che interessa, e molto, le nuove generazioni: vivere la cultura dell'immagine in movimento da protagonisti e non da semplici spettatori.
Attorno a questa idea il Comune di Valenza, che ha raccolto lo stimolo del Forum giovanile, si è fatto promotore ed organizzatore dell'iniziativa. Ha coinvolto diverse associazioni e soggetti che operano da tempo nel campo della cultura e dello spettacolo in modo tale da creare una rete territoriale in grado di offrire opportunità e visibilità ai giovani artisti che vogliono mettersi in gioco.
Ora non resta che provarci, la sfida è stimolante e divertente, non potrà che derivarne qualcosa di veramente buono.
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'I Soliti Ignoti' di Mario Monicelli come miglior film classico
Gianfranco Ferroni per Dagospia
1 – Si respirava un clima teso, stamattina in Campidoglio. Dalle parti di Walter-Ego Veltroni si è sentito dire: “Ma come, noi alle 12 presentiamo ‘Cinema-Festa internazionale di Roma’ con Piero Marrazzo, Enrico Gasbarra e Andrea Mondello, e Francesco Rutelli convoca all’ultimo momento una conferenza stampa alle 12.30 al ministero su Cinecittà Holding? Siamo alla frutta”…
- Dite a Francesco Rutelli che Gianluigi Rondi è stato tra i primissimi ad arrivare, in Campidoglio, per ‘Cinema-Festa internazionale di Roma’, che verrà inaugurata da Sean Connery…
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Tutto rinviato di un mese per Cinecittà Holding. A sorpresa, infatti, il ministro Rutelli martedì sera ha deciso di commissionare fino al 30 luglio il carrozzone del cinema pubblico. Così, stamattina alla 10, all’assemblea dei soci (che poi è solo uno, il ministero) indetta a via Tuscolana per azzerare il vertice nominato da Buttiglione il 18 dicembre scorso, non saranno resi noti i nomi del nuovo presidente e dei nuovi consiglieri, come ci si attendeva. In attesa di piazzare la doppietta “margherita” Alessandro Battisti (presidente certo) e Francesco Carducci (amministratore delegato probabile), il ministro ha deciso di affidare a Gaetano Blandini, responsabile della Direzione cinema presso il ministero, il compito di commissario straordinario per un mese.
L’idea è di prima far luce sullo stato di Cinecittà Holding, verificando stato patrimoniale ed struttura delle società, poi di procedere al cambio degli assetti dopo ampia consultazione con le categorie del cinema “per verificare se l’atto di indirizzo” elaborato da Rutelli sia apprezzato o no. Il quale atto, composto da quattordici punti, dovrebbe riscrivere in profondità le funzioni della holding, intervenendo anche sui compiti dell’Istituto Luce.
Scelta tutta politica, ma anche abile, quella di Rutelli (Ds e Rifondazione da tempo scalpitano, gridando alla Margherita pigliatutto). Pur negli strepiti del centrodestra, An e Udc in testa, essa toglie dal campo di gioco l’ingombrante presenza dell’attuale amministratore delegato Massimo Condemi, già capo di gabinetto dell’ex ministro Gasparri. Condemi, nominato al posto di Ubaldo Livolsi il 18 dicembre scorso con un autentico blitz dell’ex ministro Buttiglione, annuncia ricorsi e cause, si propone come amministratore giudizioso capace di risparmiare sui costi manageriali, ma non sembra destinato ad averla vinta.
La legge Frattini permette a Rutelli, con o senza giusta causa, di intervenire su quelle nomine fatte sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura; e, pur con qualche aggiustamento tecnico legato all’ingorgo istituzionale, pare difficile dimostrare che la scadenza della legislatura non sia stata naturale.
In ogni caso, Blandini dovrà affrontare nell’immediato una situazione poco esaltante, a partire dalla situazione di Mediaport (è la catena di multiplex legata a Cinecittà Holding): si parla di bilancio in rosso per 30 milioni di euro, naturalmente accumulato negli anni. Anche l’incontro con le categorie del cinema non sarà facile: le associazioni degli autori (Anac, Api, Ring, eccetera) chiedono nei loro telegrammi “metodi di trasparenza e ascolto, criteri di competenza e professionalità”, il che significa chiamate qualcuno dei nostri.
Ovviamente, Rutelli ha messo in conto la protesta del centrodestra, che pensava di sopravvivere per qualche tempo allo spoil-system. A dicembre 2005, con anticipo di sei mesi sulla scadenza naturale di giugno 2006, Buttiglione aveva ridisegnato i vertici di Cinecittà Holding nominando ad Condemi al posto di Livolsi e facendo fuori alcuni dei consiglieri più vicini a Urbani (Alberoni, Veneziani, Lo Foco, Soldi e Usai), sostituiti con Sandro Abeille, Massimiliano Converti (ex capo della segreteria di Buttiglione), Guido Puglisi (Enav), Roberta Lubich (prima moglie del presidente della Camera, Casini) e Claudio Sorrentino (consigliere personale del ministro in materia di cinema). Erano stati confermati invece Giovanni Galoppi e Francesco Ventura, il primo presidente di Aip, che sta per Audiovisual Industry Promotion, il secondo in rappresentanza del ministero.
La piccola rivoluzione era stata letta come una vittoria dell’Udc, che così poteva contare oggi sulla maggioranza all’interno del Cda. In compenso Alleanza nazionale conquistava a sorpresa l’amministratore delegato, nella persona di Condemi: uomo decisionista, dalle idee un po’ strambe (un albergo dentro Cinecittà) e dalla totale ignoranza in fatto di cinema (almeno il candidato rutelliano, Carducci, è uno che un po’ se ne intende). Dagospia 28 Giugno 2006
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da Il Tempo - Bambole non c’è una lira. La manovrina che fa assaporare un autunno di lacrime e sangue è lì che si materializza, ma s’è trovato tempo e modo di stanziare 540.000 euro a favore della Cineteca comunale di Bologna nell’ambito dell’assegnazione dei fondi del Ministero dei beni e delle attività culturali a favore delle associazioni. Sergio Cofferati ringrazia il ministro Rutelli per un riconoscimento che arriva «quasi in concomitanza con la proiezione della copia restaurata di "Novecento" e che dimostra l’attenzione che il governo ha avuto nei confronti della cultura di Bologna».
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Oggi “Libero”, nella cronaca romana, intervista il sindaco di Venezia. Titolo: “Cacciari invidia Veltroni – ‘Beato lui che trova i soldi per farsi il suo festival’”. Dice Massimo Cacciari: “Il Festival di Venezia ha un tale nome, una tale storia, una tale qualità, anche l’ultima edizione ha avuto un tale successo che non ci preoccupa minimamente la concorrenza di Roma”…
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AL SUPERmercato GS SI COMPRERÀ IL BIGLIETTO PER IL CINEMA…
Il biglietto per il cinema si comprerà ai supermercati Gs e agli sportelli di Banca Sella. L'esperimento sarà firmato da Quantum marketing Italia e Easynolo.
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Lietta Tornabuoni per La Stampa - Nell'appassionante nuovo libro di Tullio Kezich «Cari centenari...» (Edizioni Falsopiano) che racconta tre maestri del cinema italiano nati un secolo fa, nel 1906, Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Mario Soldati, una testimonianza da teatrante. Vittorio Gassman, che conservava di Visconti un ricordo ammirato e rispettoso, diceva che il regista curava addirittura maniacalmente la cornice dello spettacolo, scena, costumi, luci, movimenti, ma sulla recitazione interveniva meno: «anche perché era sordo».
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(Adnkronos) - Arena di Verona e teatro greco di Taormina: queste le cornici nelle quali Ennio Morricone, il 24 e il 25 luglio, dirigera' l'orchestra Filarmonica e il Coro Filarmonico della Scala nell'ambito del tour ''Musica per il Cinema'' patrocinato dal noto stilista Giorgio Armani. Il tour, che prevede date europee e mondiali, e' una produzione di Antonio Germinario per ''Live Tour'' e, per la tappa in Sicilia, vede la collaborazione di ''Taormina Arte''.
Il connubio tra Ennio Morricone, la Filarmonica della Scala e Giorgio Armani, rappresenta una novita' assoluta per lo spettacolo internazionale. ''Sono un appassionato di cinema fin da quando ero ragazzo - spiega Giorgio Armani - e da intenditore apprezzo i grandi maestri come Ennio Morricone che con la musica enfatizzano le immagini dei film e ci emozionano. Ci sono immagini, nella storia del cinema, che ognuno interpreta con spirito e sensibilita' diversi. Quando poi queste immagini sono accompagnate dalle note del maestro Morricone che sanno scandirne il ritmo fino a farlo penetrare per sempre nella nostra mente, diventano universali ed eterne''.
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F.Ro. per Il Sole 24 Ore – Cinecittà Holding, la società pubblica di sostegno e promozione al cinema italiano, è nuovamente in subbuglio. Dopo l’uscita di scena del direttore generale Alessandro Usai, licenziato dall’amministratore delegato Massimo Condemi a metà maggio, si profila il rinnovo del Cda. Il ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, ha infatti chiesto di inserire nell’ordine del giorno della prossima assemblea della società, prevista il 28 giugno per l’approvazione del bilancio, la revoca della maggioranza dei consiglieri. Con effetti a cascata su partecipate come l’Istituto Luce. Sembra tuttavia che Condemi non abbia intenzione di lasciare l’incarico.
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76 anni, scozzese, l'indimenticabile 007 Sean Connery torna con una missione speciale, approderà al Festival di Roma, secondo le indiscrezioni riportate dal portale Cinemotore, sarà l'attesissimo ospite internazionale della prima edizione.
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Dal primo articolo di Fulvio Abbate per Il Foglio, pubblicato oggi – Diceva Erik Satie: “Non abbiamo più bisogno di chiamarci artisti, lasciamo questa splendida parola ai parrucchieri e ai pedicure”.
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21 giugno 2006
Due registi italiani firmano il primo documentario girato con un telefonino
di Luca Castelli
Fa piacere che all’estero si parli ancora dell’Italia non soltanto per gomitate calcistiche o malefatte nobiliari, ma addirittura per una primogenitura tecnologica. In questi giorni, su vari siti internazionali che vanno dall’inglese Guardian all’australiano Sydney Morning Herald, circola infatti la storia di Barbara Seghezzi e Marcello Mencarini e del loro “Nuovi comizi d’amore”, un film che ha la prerogativa di essere il primo documentario di una certa lunghezza (93 minuti) a essere stato girato interamente con un telefonino.
Ispirato a “Comizi d’amore” di Pier Paolo Pasolini, il reportage che nel 1965 svelò l’arcano e contraddittorio rapporto che legava gli italiani del boom economico al sesso e all’amore, il film di Seghezzi e Mencarini non ne avrà forse il medesimo impatto socio-culturale (e questo nonostante le domande vertano anche su temi “moderni”, come l’omosessualità e la transessualità, e tra gli intervistati ci sia un prete), ma da un punto di vista tecnologico e produttivo farà di sicuro scuola.
Dopo aver conquistato i favori della musica, adesso i telefonini sono ormai pronti ad abbracciare il cinema e il video in tutte le sue forme. Con un qualsiasi modello relativamente moderno, chiunque può diventare regista per un giorno e la produzione e diffusione di video amatoriali è una moda che ha trovato un’ottima sponda anche su Internet. Basta pensare allo straripante successo di siti come YouTube e Google Video, dove ogni giorno vengono visti milioni di filmati. O al proliferare di festival e concorsi specificamente rivolti alla produzione di film su cellulari (per esempio il Vodafone Mobile Film Festival, dedicato alla città di Roma e al quale si può partecipare fino al 23 luglio).
Anche da un punto di vista professionale, come dimostrano il caso di “Nuovi comizi d’amore” o del videoclip musicale "Una storia d'amore" di Jovanotti, il telefonino si presenta come uno strumento stuzzicante e innovativo. Naturalmente le limitazioni tecniche sono ancora significative: difficile pensare di fare una panoramica da film western con la microtelecamera di un cellulare. Ma a queste carenze fanno da contraltare una serie di vantaggi indiscutibili. Dalla possibilità di una nuova sperimentazione linguistica ed espressiva (laddove il cinema classico stenta invece a rinnovare i suoi aspetti creativi) alla semplicità di utilizzo, per arrivare fino ai costi ridottissimi. Girato in due mesi, con settecento persone intervistate di cui un centinaio destinate a finire nella versione definitiva, “Nuovi comizi d’amore” è costato poche migliaia di euro, per lo più necessari per pagare i viaggi dei due registi in giro per l’Italia e per la produzione del DVD finale. Una bella differenza dai milioni di euro che in media servono per realizzare un qualsiasi film di prima visione. Facile immaginare che il loro esempio sarà seguito nei prossimi mesi da non pochi produttori e giovani registi.
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Francesco Rutelli lunedì prossimo incontrerà il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa. Il ministero per i Beni e le Attività Culturali ha urgente bisogno di fondi. Rutelli ha detto, alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati, che “ci aspettano settimane di fuoco, dovremo fare scelte drammatiche per la ripartizione del Fondo unico per lo spettacolo”....
Oggi l’Unità dedica ampio spazio ai lavori della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Stefano Miliani scrive: “Fus, tasto dolentissimo. Rivedere i criteri con cui ripartire i quattrini è l’obiettivo di Rutelli. Wladimir Luxuria, di Rifondazione comunista, sottolinea: i tagli compromettono il futuro non solo degli artisti ma di altre decine di migliaia di persone, tecnici, registi, scenografi, tutto l’indotto. «Cultura e spettacolo vanno slegate da logiche di mercato, c’è bisogno di più produzioni teatrali, magari meno costose». Luxuria propone: dobbiamo ridurre l’Iva su cd e dvd, aiutare i giovani talenti (accoglie l’appello il presidente della commissione Folena), serve una tv di Stato che non scimmiotti quella commerciale: «Ministro, non tradiamo chi ha voglia di cultura e di cultura vive».