RASSEGNA STAMPA sui CORTOMETRAGGI e sulla Cultura cinematografica di ogni tipo...

10 - ORSON WELLS VOLEVA GIRARE FILM SU DI LEI
(Adnkronos) - Nei primi anni ’70 il regista Orson Wells modello’ su Oriana Fallaci la figura della protagonista (Cela Bandini, una giornalista italiana d’assalto) di una sceneggiatura. Il progetto non fu pero’ mai tradotto in un film che doveva intitolarsi ’La posta in gioco’. Oriana Fallacia aveva conosciuto il leggendario regista a meta’ degli anni ’50 e subito tra i due nacque l’amicizia. Fu proprio Wells a scrivere nel 1956 la prefazione per il primo libro dell’allora ventiseienne giornalista dal titolo ’I sette peccati di Hollywood’, che raccontava il mondo dello star system.

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5 - II FAUST DI RUTELLI CONTRO I CIAK DI VELTRONI…
Luna (Alberto) illumina Veltroni. Dopo la (di)sfida di celluloide Venezia-Roma, con il cinéphile Walter Veltroni costretto a giocare in trasferta sul campo del collega filosofo Massimo Cacciari, adesso promette addirittura scintille il derby capitolino tra i fan (politici) della Festa del cinema, guidati dal sindaco di Roma, e i sostenitori della musica sinfonica capitanati dal ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli.
Match clou annunciato per la sera del 21 settembre. Quando all'Auditorium della musica, l'Accademia nazionale di Santa Cecilia manderà in scena il Faust di Wagner nelle stesse ore in cui a Cinecittà si chiuderà la kermesse cinematografica veltroniana. Già, perché dietro i sorrisi e le dichiarazioni di circostanza tra i due leader del centro sinistra da tempo è in atto un duro conflitto. Sia pure combattuto nell’ombra. E ognuno dei due contendenti spera che l'altro faccia un passo falso.
Tant'è che archiviata con successo la Notte bianca (nonostante un calo di presenze), per rilanciare in chiave internazionale la sua Festa Vettroni ha dovuto rimediare alle gaffe commesse con gli organizzatori del Tribeca film e con il sindaco di New York, Mike Bloomberg. Spedendo di corsa nella Grande mela Alberto Luna. Così, grazie soltanto all'abilità dell'ex responsabile della comunicazione Telecom («ma non è stato facile neanche per lui, raccontano i collaboratori del regista) Roma avrà Martin Scorsese come testimoniai illustre della Festa romana. (Tom A. Celli)
Dagospia 15 Settembre 2006

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IL MESSAGGERO - Venerdì 15 Settembre 2006

CINEMA E OPERA
Quando la settima arte incontra l'opera lirica. In cartellone fino al 22 ottobre ecco una rassegna che farà venire l'acquolina in bocca agli amanti del bel canto. Dopodomani, ad esempio, ci sarà la proiezione alle 17.30 con musica dal vivo di "Figaro qua... Figaro là" di Carlo Ludovico Bragaglia, con Totò e Renato Rascel. Domenica 24 settembre, invece, toccherà al "Flauto magico" di Ingmar Bergman. "Cinema e opera", fino a domenica 22 ottobre. Ingresso gratuito. Auditorium Piacentini di Roma, Piazza Adriana 3.

LA VIDEOCAMERA STYLO DI GIULIO QUESTI

Questi fantasmi o meglio i fantasmi di Questi al cinema Trevi. Parte oggi per concludersi domani la più che interessante rassegna del cinema di Giulio Questi, un passato con la pellicola per il cinema di genere (lo spaghetti western "Se sei vivo spara") e un presente armato di videocamera per cortometraggi che Questi realizza in quasi completa solitudine nel suo appartamento.

Un fantasma sperimentatore. Ancora grazie ai bravissimi curatori del Centro Sperimentale di cinematografia per questi incontri con cineasti tutti da scoprire. Stasera, ore 20.45, Giulio Questi incontra il pubblico. "La videocamera stylo di Giulio Questi", da oggi a domani. Vicolo del Puttarello, 25. Ingresso: 4 - 3 euro. Informazioni: 066781206, www.snc.it.

LE STRADE DI ROBERTO ROSSELLINI

Nel centenario della nascita di uno dei più grandi cineasti italiani, la Regione Lazio organizza fino a domenica 17 settembre una serie di serate itineranti dedicate al regista di "Roma città aperta".

Stasera a Ladispoli verranno proiettati, a partire dalle 20.30, "Rossellini visto da Rossellini", documentario di Adriano Aprà considerato la miglior opera critica sul regista, e "Celluloide" di Carlo Lizzani, film di finzione sulla lavorazione di "Roma città aperta". Domani, sempre a Ladispoli, il corto di Rossellini "Fantasia sottomarina" e il lungo "Era notte a Roma" con Giovanna Ralli e Renato Salvatori. La rassegna si sposterà domenica a Santa Marinella con la visione di "Ingrid in Italia", sul soggiorno della
Bergman nel nostro paese al fianco di Rossellini, e "Viaggio in Italia", uno dei tanti capolavori del maestro romano. "Le strade di Roberto Rossellini", dalle ore 20.30. Ladispoli, Santa Marinella. Ingresso libero. Informazioni: telefono3356022858.(f.alò)

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http://www.ilmessaggero.it Venerdì 15 Settembre 2006
La città e i set: un amore che non tradisce
di GLORIA SATTA
ROMA ama il cinema, Roma lavora nel cinema, Roma va al cinema (e spende) più di qualunque città italiana. I dati di una ricerca recente del Comune confermano la vocazione della Capitale: l’industria audiovisiva è in pieno boom con ricadute benefiche sull’occupazione. Ottime notizie. E non soltanto perché, arrivando proprio alla vigilia della Festa di Roma, rappresentano un’ulteriore legittimazione di quell’abbuffata kolossal di film, eventi e star in programma tra nemmeno un mese. Al di là del numero degli schermi, del fatturato delle aziende e dei risultati del botteghino, l’amore della città per il cinema è un segno positivo per la cultura del Paese, per la memoria storica collettiva, per il futuro dei nostri figli destinati a essere consumatori sempre più voraci di immagini. Attaccato da più fronti, sfidato prima dalla televisione poi dalle diavolerie tecnologiche (telefonini, iPod, computer...), messo in crisi dalla precarietà cronica dei finanziamenti, il cinema non si è mai arreso. E oggi eccolo più vivo e più
agguerrito che mai, forte dell’amore della città che non gli ha voltato le spalle, anzi lo ama più di prima. Il cinema, per Roma, non è soltanto il piacere di passare due ore nel buio della sala di quartiere o nel multiplex più attrezzato. Cinema è il ricordo di Fellini ancora vivo tra Cinecittà e via Margutta, è la strada o la piazza che ha fatto da sfondo a questo o quel film, è l’immagine della città nel mondo, è il talento di artisti e artigiani esportati ovunque. Il cinema ha dato molto a Roma, ha contribuito a creare l’identità stessa della città. Che lo ripaga affollando le sale.
Non c’è festival, non c’è mega-evento che possa superare questo amore spontaneo, del tutto naturale.

Venerdì 15 Settembre 2006 Roma, il cinema fa festa: incassi e occupazione record
di LUCA BRUGNARA

La storia del grande schermo con il Neorealismo e la Dolce vita felliniana, ma anche il presente e il futuro, con la produzione di film, fiction e grandi numeri ai botteghini. A poche settimane dalla Festa del Cinema, che ospiterà film di ogni provenienza, Roma conferma il suo immutabile feeling con il settore audiovisivo, dalla produzione alla location , più forte di crisi passeggere. A rivelarlo è un'indagine realizzata dal XV Dipartimento del Comune: tra il 2002 e il 2004, le imprese del settore attive a Roma sono salite da 1.331 a 1.486, con un incremento dell'11,2%, arrivando a 1.746 con la provincia e facendo della Capitale il principale polo audiovisivo italiano, con la concentrazione del 27,6% delle imprese italiane del settore. «Roma ricopre il ruolo di guida nel comparto - ha sottolineato l'assessore al Bilancio, Marco Causi - e sarebbe un errore aumentare i costi: è invece preferibile incrementare l'offerta, per attirare un numero sempre più elevato di produttori a scegliere questa città».
L'audiovisivo vede impiegati 55.000 persone, che salgono a 130.000 con l'indotto: l'84% delle aziende nazionali che producono cinema e il 96% di quelle che realizzano fiction si trovano nella Città Eterna. «Le giornate di ripresa in esterno ogni anno - ha evidenziato la curatrice della ricerca, Chiara Gelato - sono state 15.000, contro le 10.600 di Londra. Ma il successo del settore arriva anche dai botteghini: a Roma si staccano 12 milioni di biglietti all'anno, con una media di 4,7 ingressi per abitante, a fronte di un livello italiano di 1,8. La spesa pro-capite è di 28 euro, due volte e mezzo superiore a quella nazionale di 11,3 euro. Nell'area, inoltre, è presente il più grande cinema italiano, l'Ugc Ciné Cité, al Parco Leonardo». I cinema in città sono 113, con 360 schermi: la maggiore concentrazione è nel centro storico (50), seguito dal II municipio (34). «Progetti come "Cin cin cinema" - ha affermato Giovanna Marinelli, direttrice del Dipartimento Politiche culturali del Comune - hanno favorito l'afflusso dei romani nelle sale: nel II trimestre del 2006, periodo in cui era in vigore l'iniziativa, i biglietti venduti sono stati il 30% in più rispetto allo stesso periodo del 2005».
La città resta meta appetibile per i produttori di tutto il mondo. «La forza di Roma nell'immaginario del cinema è incredibile - ha sostenuto il direttore di Cinecittà Studios, Lamberto Mancini - ma la competitività, oggi, si gioca molto su costi e incentivi». Proprio sul tema, è in corso la costituzione di una "film-commission" unica tra Roma e il Lazio: tra gli obiettivi, l'abbattimento dell'Iva per le imprese straniere che vogliono girare a Roma. E se, come ha ricordato Giulio Mezzanotte, dell'Anica, «la fiction ricopre un ruolo sempre più importante per l'audiovisivo», gli angoli preferiti per le riprese si trovano soprattutto nei municipi I, XVII, II e XI, dagli ex Mercati generali a piazza dell'Orologio, da Palazzo Taverna a via Cola di Rienzo, a via della Conciliazione.
La Festa del Cinema, in programma a Roma dal 13 al 21 ottobre, vedrà la proiezione di 85 film (escluse retrospettive e pellicole commemorative), di ogni provenienza. «Il 25% - ha concluso Causi - è di produzione italiana, il 20% americana, il 35% di produzione europea e il 20% provenienti dal resto del mondo. Nel comparto audiovisivo sarebbe opportuno ripartire dal provvedimento Prodi-Veltroni del 1998, affiancandolo al modello francese, con la realizzazione di un fondo per il sostegno al cinema nazionale, europeo e dello spettacolo dal vivo, attraverso un contributo per ogni passaggio sui media dei prodotti audiovisivi in genere».

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Venerdì 15 Settembre 2006
CINEMA E OPERA Quando la settima arte ...

Quando la settima arte incontra l'opera lirica. In cartellone fino al 22 ottobre ecco una rassegna che farà venire l'acquolina in bocca agli amanti del bel canto. Dopodomani, ad esempio, ci sarà la proiezione alle 17.30 con musica dal vivo di "Figaro qua... Figaro là" di Carlo Ludovico Bragaglia, con Totò e Renato Rascel.
Domenica 24 settembre, invece, toccherà al "Flauto magico" di Ingmar Bergman.
"Cinema e opera", fino a domenica 22 ottobre. Ingresso gratuito. Auditorium Piacentini di Roma, Piazza Adriana 3.

LE STRADE DI ROBERTO ROSSELLINI

Nel centenario della nascita di uno dei più grandi cineasti italiani, la Regione Lazio organizza fino a domenica 17 settembre una serie di serate itineranti dedicate al regista di "Roma città aperta". Stasera a Ladispoli verranno proiettati, a partire dalle 20.30, "Rossellini visto da Rossellini", documentario di Adriano Aprà considerato la miglior opera critica sul regista, e "Celluloide" di Carlo Lizzani, film di finzione sulla lavorazione di "Roma città aperta". Domani, sempre a Ladispoli, il corto di Rossellini "Fantasia sottomarina" e il lungo "Era notte a Roma" con Giovanna Ralli e Renato Salvatori. La rassegna si sposterà domenica a Santa Marinella con la visione di "Ingrid in Italia", sul soggiorno della Bergman nel nostro paese al fianco di Rossellini, e "Viaggio in Italia", uno dei tanti capolavori del maestro romano.

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Roma, 14 set. - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Il mondo dei fumetti, dal 5 all'8 ottobre, animeranno i padiglioni della Fiera di Roma di Via Cristoforo Colombo con la sesta edizione di Romics, la grande rassegna internazionale del fumetto e dell'animazione, organizzata da Fiera Roma e da I Castelli Animati, con il patrocinio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Roma e dell'assessorato alle Attivita' Produttive e Sviluppo Economico della provincia di Roma. Oltre alle piu' importanti case editrici, librerie specializzate, fumetterie, collezionisti, aziende di videogames, internet, merchandising e home video, per celebrare la Festa del Cinema di Roma, Romics dedica il cuore del suo programma culturale a Cinema e Fumetto. Saranno presenti Silver, il creatore di Lupo Alberto, Satoshi Kon, maestro dell'animazione e del fumetto giapponese e Sergio Toppi, uno dei grandi maestri del fumetto italiano.
E poi le anteprime, i concorsi, le mostre, la kids area, le sfilate Cosplay, il Gran Gala' del doppiaggio, l'Universita' del Fumetto e, infine, grande novita' di Romics 2006, la notte bianca del fumetto: 24 Hour Comic Day 2006, letteralmente, un ''Fumetto in 24 ore'', ovvero, un fumetto scritto e disegnato in sole 24 ore.

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http://liberoblog.libero.it/
Notizia del 14 settembre 2006 - 10:40 Facciamo la festa al cinema I film italiani sono sempre più trascurati, eppure ci sono festival del cinema ovunque

di Ferdinando Carcavallo

La polemica tra i festival di Venezia e quello di Roma - nella quale mi guardo bene di entrare - mi ha fatto riflettere su una cosa: ma in un paese in cui il cinema di casa è continuamente umiliato e bistrattato da distribuzione e critica, ha senso spendere tanto per i festival?
Non c'è località italiana che non organizzi un festival del cinema. Venezia, Roma, Locarno, Giffoni, Napoli, Salerno, Torino, Milano, Aosta sono solo alcune delle città in cui hanno luogo le manifestazioni più di richiamo, ma la lista potrebbe essere ancora molto lunga. Rimanendo in Campania (una delle località dove è più difficile occuparsi di Cinema) abbiamo: Napoli Film Festival, Salerno Film Festival , Ischia film festival, Ischia Global Fest, Giffoni film festival, Festival di Procida, Festival di Capri e poi chissà quanti altri.
Tutte queste degnissime manifestazioni attingono in parte da fondi pubblici, ma in fondo a cosa e a chi servono?
Servono a sponsorizzare il cinema italiano? Mah...molto spesso l'enfasi è soprattutto rivolta alle produzioni straniere.
Servono a far vedere film di autori esordienti? Non direi. Per lo più sono sempre gli stessi nomi che girano di città in città.
Servono a diffondere la cultura cinematografica? Nemmeno, dal momento che sono frequentati quasi esclusivamente da addetti ai lavori (produttori, giornalisti, distributori) e mezze cartucce dello spettacolo in cerca di sponsor.
E se si facessero due conti per tagliare un terzo dei finanziamenti e li si destinassero alla produzione e distribuzione di opere cinematografiche meritevoli?
Tratto da: www.kinemazone.com

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Roma, 13 settembre 2006 - Dal 27 settembre i biglietti per la Festa del Cinema di Roma si potranno acquistare in forma di prevendita.

I PREZZI
-I prezzi per l'Auditorium e per il cinema Metropolitan, dalle ore 16 in poi, vanno dai 3 ai 7 euro, a seconda della sezione e degli orari nei quali si terranno.
-Per la sezione Premiére, invece, in programma alla Sala Santa Cecilia dalle ore 20, il prezzo sarà di 10 euro.
-Per la sezione Cinema 2006 , concorso e fuori Concorso, presso la Sala Sinopoli, dalle 17 in poi, il biglietto costerà 7 euro.

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Lettera 12
Sono Roberto Poletti, giornalista televisivo e ora deputato, scrivo per segnalare la petizione on-line che sto promuovendo per abbassare l'IVA dei cd musicali al 4%, come è per i libri. Anche la musica è cultura e non vedo perchè debba essere considerata
un prodotto di serie B, ed esposta al rischio delle pratiche illegali. A luglio ho presentato una proposta di legge al riguardo, ed è mio interesse portarla fino in fondo e le firme sono un ottimo strumento di mobilitazione, che dimostra quanto la cosa sia di interesse comune. Il sito con la proposta di legge e la petizione è www.abbassalamusica.it. Roberto

4 – ME GRATTO CON MCGRATH
La scultrice cult della scena pop-surrealista californiana, Elizabeth McGrath, sarà a Roma, sabato 16 settembre. Dalle 18 alle 19,30, presso la Mondo Bizzarro Gallery, presenterà e autograferà il volume "Everything that Creeps", in cui sono raccolte le
grottesche sculture che l’hanno resa celebre. Cerbiatti insanguinati, crocerossine assassine, lupi feroci, principesse decadenti, freaks a due teste , bambole amputate, Cappuccetti Rossi cattivissimi, insettoni occhiuti in frac, sono alcuni dei soggetti attraverso cui Liz McGrath rivisita, con una sottile ironia, l’immaginario mediatico contemporaneo più oscuro: dall’horror allo splatter, fino all’animazione d’avanguardia.

Dagospia 14 Settembre 2006
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Il cinema d'autore chiama Rutelli
Il cinema italiano è davanti ad una possibile svolta. Il nuovo governo ha promesso, in sede di redazione di programma, una nuova legge sul cinema, ma soprattutto per il cinema. la situazione richiede questo intervento quanto prima nell'ambito di una politica culturale nuova. Per questo, in un'iniziativa organizzata dalla rivista Micromega, il 14 settembre alla Casa del Cinema, vi sarà un incontro a cui parteciperanno molti illustri addetti ai lavori. Un confronto che "chiama Rutelli", il ministro della cultura per lavorare e migliorare insieme.

Casa del cinema a Villa Borghese Largo Marcello Mastroianni 1- Sala Deluxe ore 17.30
IL CINEMA D'AUTORE CHIAMA RUTELLI

In occasione dell'uscita dell'"Almanacco del cinema italiano" di MicroMega (MicroMega 7/06), registi, sceneggiatori, attori, critici, produttori, maestranze del cinema italiano si riuniscono alla Casa del cinema di Roma per un pubblico confronto con il
ministro Rutelli. Scopo dell'incontro è discutere i rapporti tra il cinema d'autore e i finanziamenti statali, che la "legge Urbani" eroga in base a logiche puramente commerciali, strangolando e censurando ogni possibilità di sperimentazione. Come ha spiegato il regista Paolo Benvenuti in una sua lettera aperta al Ministro Rutelli (pubblicata sul sito www.micromega.net, insieme a commenti e risposte di altri registi), il grande cinema italiano del passato (dei Rossellini, dei Visconti, dei Fellini...) era un cinema fortemente sperimentale e, in origine, di scarso valore commerciale. Con la legge Urbani, quel cinema non sarebbe mai esistito. Che cosa
intende fare questo governo per rilanciare il cinema italiano di qualità, in Italia e nel mondo?

Interverranno, tra gli altri: M. Bellocchio, P. Benvenuti, C. Comencini, V.De Seta, M.T. Giordana, W. Labate, F. Maselli, G. Montaldo, L. Poli, F.Scarpelli, G. Scarpelli, P. Sorrentino, D. Starnone, D. Vicari; A.Barbagallo, S. Brai, A. Buti , E. Ghezzi, F. Laudadio, G. Leone, R. Tozzi, C.Maltese, G. Marras, M. Muller, S. Murri, V. Razzini, O. Stewart,V. De Paolis e A. Occhipinti
Modera l'incontro Mario Sesti

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http://www.ilmessaggero.it/ Mercoledì 13 Settembre 2006
«Mega eventi? La normalità» Borgna: «E ora Festa del cinema e Capodanno»
di RAFFAELLA TROILI

Un assessore alla Cultura con i piedi doloranti e le occhiaie. Colpa degli eventi - e quanti - che mette in campo Roma. Gianni Borgna ancora non si è ripreso dalle fatiche della Notte bianca, che alle porte della città si affaccia un altro cosiddetto Grande
Evento. La Festa del cinema, 13-21 ottobre. Archiviata la notte più lunga di Roma, che per l’assessore capitolino non è altro che uno zoom su quanto si fa tutti i giorni, tutto l’anno in città», il nuovo incombente appuntamento, stavolta con il cinema, “stenderà” definitivamente gli addetti ai lavori. «Si chiuderà la stagione, anche perché esaurirà le risorse», spiega il presidente di Zètema, Silvio Di Francia.
In realtà, bisognerà portare a termine un ultimo grande sforzo: il Capodanno romano. Non più festa privata, ma anch’esso evento pubblico, di piazza, ogni anno di più. Le idee da studiare e sottoporre al sindaco cominciano a prender forma. Coinvolti come
sempre centro e periferia. «Di anno in anno si è capito che è necessario coinvolgere tutti i quartieri - riprende Borgna - E forse bisognerà farlo sempre di più». Ci sarà un grande concerto di piazza, bisogna vedere ancora come e dove, «non mi dispiacerebbe - ancora Di Francia - immaginare per il nostro capodanno uno stile più newyorchese: non solo un concertone, dove vanno tutti, ma quattro o cinque eventi pubblici in contemporanea, chessò cori gospel, momenti di musica, cultura, solidarietà e spettacolo. Ma sono idee, ne vorrei parlare con il Veltroni».
Di Francia, insediatosi da poco, sta impostando tutta la prossima stagione. «Zètema lavorerà a un’altra grandissima mostra-evento, sul livello di quella di Antonello da Messina. Ad aprile, poi, c’è l’appuntamento con la festa dei vicini di casa. Infine, mi piacerebbe che la capitale si cimentasse, come avviene a Bologna e all’estero, in una grande Mostra mercato di arte contemporanea, magari nell’area della nuova Fiera di Roma». Più rodato il programma che snocciola Borgna, e che cita la Rassegna Enzimi (21-24 settembre, a San Lorenzo), Le vie dei Festival (12 settembre-17 ottobre, selezione di spettacoli di teatro e danza, dai maggiori festival europei), il Festival Uto Ughi per Roma (20 settembre-9 ottobre), Esplor-azioni (16 settembre-14 ottobre, teatro e spettacoli in musei, monumenti e siti archeologici). Ancora: a ottobre, novembre e dicembre torna il Roma europa festival, il primo ottobre si tiene la festa dei teatri, il 2 novembre la rassegna I luoghi della memoria. Ci sono poi le
stagioni teatrali, alcuni grandi omaggi (Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Mario Soldati), il V Salone del libro storico (27 ottobre-3 novembre), la Grande fiera della piccola e media editoria. E il festival della scienza a marzo, quello della filosofia a maggio, la new entry, «quello della matematica, voluto dal sindaco», quella delle letterature tra maggio e giugno, la festa della musica il 21 giugno. L’excursus deve tener conto del concerto del primo maggio anche se non è curato dal Comune, di Romarock, e soprattutto dell’altro Grande evento romano: il concerto Telecom, a luglio. «Notte bianca, momento irripetibile, Estate romana complessivamente intesa, Festa del cinema e concerto Telecom: sono questi i supermega eventi per ora. Ma altri ce ne inventeremo...», chiude Borgna, ripetendo: «La Notte bianca, è una sorta di zoom su una realtà che per noi è la normalità, è solo la metafora di quello che accade a Roma tutti i giorni: una città vivacissima dal punto di vista culturale, la più ricca al mondo».
Come dire: questa è la nostra forza, avanti tutta sulla stessa strada. Il paese di Bengodi, la continua grande festa cittadina a base di musica, teatro o danza, suscita plausi e critiche a seconda delle opinioni e degli schieramenti politici. L’altroieri la Notte bianca ha ricevuto i complimenti del presidente del consiglio, Romano Prodi («una grande giornata», ha detto al telefono al sindaco) e gli elogi in termini di costi e giro d’affari, su un’articolo dal titolo “Affluenza record per la Notte bianca di Roma” uscito sul quotidiano parigino Le Monde.

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IL MESSAGGERO - Mercoledì 13 Settembre 2006
Come è grigia la Notte bianca se la gente guarda se stessa
di GOFFREDO FOFI

CONSIDERO Veltroni, tutto sommato, un buon sindaco. Traffico a parte, ma sappiamo che il problema del traffico ogni sindaco di ogni grande città lo lascia in eredità al sindaco successivo, il quale eccetera eccetera. Infatti mettere in discussione il primato della macchina, perfino dei taxi, porta guai. Ho già deciso che comprerò e leggerò il suo romanzo, e se non mi piace non ne scriverò – anche se lo considero un’invasione di altri campi un tantino banale, perché quando un italiano su tre scrive romanzi, non fa fino aggiungersi alla lista a meno di aver da dire cose fondamentali e in modi nuovi.
A suo tempo apprezzai l’estate romana di Nicolini: i cittadini romani che rimanevano a Roma non avevano di che divertirsi, e Nicolini pensò a loro egregiamente. Le sue estati erano un inno all’effimero che era pieno di iniziative coinvolgenti, di spettacoli di buono o ottimo livello. L’ultima Notte bianca veltroniana, a giudicare anche dalle testimonianze di un sacco di amici e dai resoconti dei giornali, aveva invece poco da offrire, anche se basta ormai a convincere i romani l’invito a non andare a letto e a ritrovarsi in massa per le vie della città – a consumare anche di notte, a guardarsi gli un gli altri (a guardare decine di migliaia di simili a sé che marciano intruppati per di qua e per di là, di vicolo in piazza e di colle in colle): tutti uguali che amerebbero sentirsi tutti diversi ma che amano anche sentirsi branco e massa uniti da un rassicurante calore animale. L’evento è questo, la grande
camminata notturna senza scopo, perché in realtà gli “eventi” decenti che popolavano quest’attesissimo appuntamento erano pochi ad eccezione dei concerti di Capossela e Caparezza e delle performance teatrali di Cinecittà, non eccezionali. In fondo il
criterio è ormai lo stesso per tutte le infinite feste della penisola, non solo estive, non solo metropolitane e non solo notturne: l’effimero è diventato stanziale, stabile, eterno.
Certo ci si può spostare, dalla notte della Taranta al festival di Castrocaro, da Mantova a Venezia, dalle sfilate di Dolce e Gabbana alle corse delle Ferrari (sono questi due, io penso, i culti più pornografici e più pecorecci di tutti…), dalle oceaniche adunate vaticane ai mega campionati di calcio. E addirittura, ormai, si parla più di Marco Muller che dei film che passano a Venezia, di Walter Veltroni che di quello che la Notte bianca ha da offrire, del team di Mantova che degli scrittori che convoca e fa recitare. Ma a Mantova almeno gli spettatori pagano e hanno da scegliere, e vengono messi in mostra volti e nomi famosi e volti e nomi di scrittori sconosciuti o quasi, da tutti i Paesi del mondo. Qualcosa, forse, di non solo superficiale rimane, grazie all’oggetto libro.
Ma i festival non si fermano a questi: è in festa la filosofia, l’economia, la storia, la geografia. Di tutto e di più. Muller se la cava in questo gioco meglio di Veltroni, perché il suo festival dura dieci giorni mentre quello di Veltroni dura tutto l’anno, e alla fine resta molto poco da mostrare nella Notte bianca, restano solo gli utenti che accettano con entusiasmo di mettere in mostra se stessi insieme al loro sindaco, resta “il popolo”, che non ha voglia di dormire, di starsene rintanato in casa, di vedere solo i suoi intimi e il suo quartiere, e che ama sempre di più darsi in spettacolo e mettersi in mostra. Non si va al Colosseo per vedere i gladiatori, i gladiatori non ci sono (ci sono solo quelle parodie per turisti bischeri vestite come comparse dei più brutti Maciste di Cinecittà) però ci sono migliaia di spettatori senza spettacolo: che sono insieme spettatori e spettacolo, e che si guardano tra di loro, pacifici peripatetici senza direzione, che si sentono per una volta padroni di una notte così come i turisti e le automobili lo sono di tutti i santi giorni dell’anno. Essi vagano nella Notte bianca senza scopo e senza direzione. In una notte grigia, né bianca né nera, senza luna e senza stelle, luogo di un rito senza dei e senza misteri, e per fortuna, per ora, senza sacrifici.
Questa celebrazione del nulla e del vuoto si sta diffondendo dovunque, Roma (e Veltroni) sono all’avanguardia, Venezia e Mantova eccetera seguiranno: tra un po’ non ci sarà più bisogno di film e di conferenzieri, basteranno Marco Muller e mille fotografi e le code di spettatori che non hanno nessun bisogno di spettacolo per radunarsi là dove dovrebbero essercene. E’ finita l’era del lavoro, dicono i sociologi, nel felice Occidente che si crede ancora lontanissimo dai drammi degli altri mondi, drammi che per lui sono solo spettacolo. Ma l’era della festa non finisce mai. E Veltroni ha davvero fatto quadrare il cerchio: la festa siamo noi, viva l’eterno carnevale. O almeno così si spera che sia, mentre si passeggia intruppati e sudati, allegri e spensierati, su e giù tra il Corso e piazza Farnese, tra Trinità dei Monti e Trastevere, tra il Gianicolo e il Pincio.
E’ bella Roma, ma tanto noiosa anche di notte: le feste stufano, far niente è più nevrotico che dolce, e dall’Isola dei Lotofagi e del non-pensiero bisogna prima o poi fuggire, perché prima o poi arriva Polifemo, Nettuno si infuria, le Sirene svelano il trucco. Veltroni non è lungimirante ed esigente come Ulisse, il suo torto è di pensare poco anche lui, e di accontentarsi di poco.

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http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20060913&ediz=01_NAZIONALE&npag=38&file=E.xml&type=STANDARD

Mercoledì 13 Settembre 2006 Pag. 38

Veltroni rinuncia al regalo di compleanno: meglio video e dvd per i giovani detenuti
Non dimentica. Specie quando sente parlare di cinema. Le sue antenne captano il messaggio e non lo perdono più. Così quest’anno, in occasione del suo cinquantunesimo compleanno, che cade il 3 luglio, Walter Veltroni, è stato chiaro: ha preteso un dono speciale. «Non voglio regali e feste - ha detto ad amici e collaboratori - il regalo voglio farlo io, piuttosto. Per questo, ve lo “giro”, ovvero vi chiedo di aiutarmi economicamente per comprare un videoproiettore come si deve e anche dei dvd ai ragazzi detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo».
Gliel’avevano chiesto loro, i ragazzi di Casal del Marmo, un videoproiettore. In un precedente incontro con il sindaco, avevano espresso quel desiderio. Che non poteva passare inosservato.
E’ stata l’assessore alle Politiche sociali, Raffaela Milano a raccogliere i soldi tra gli assessori. Una sottoscrizione che ha permesso di acquistare, per conto del sindaco, un videoproiettore e 50 dvd. Scontato, chiedersi chi ha scelto i titoli: Veltroni in persona, con una cura speciale, ha fatto l’elenco. Con tutti i suoi preferiti, da “Big Fish” a ”La Vita è bella”, da “L’Ultimo bacio” a “La meglio gioventù”, dalla saga di “Guerre stellari” al “Tempo delle mele”. Una cineteca vasta, per tutti i gusti: al suo interno anche “Borotalco“, “La febbre“, “Il grande Lebowski“, “Schindler’s list“, “Tutti pazzi per Mary“, “La Maledizione della prima
luna“, “Ocean’s Eleven“, ”Monsters & co”, “Le cronache di Narnia”.
Tutto il pacchetto regalo, insieme a un buono di mille euro per l’acquisto di libri anche in lingua straniera, visto che molti detenuti sono extracomunitari, è stato consegnato ai ragazzi di Casal del Marmo, dal sindaco durante la lunga “Notte bianca”. Alla festa erano presenti, il ministro Giovanna Melandri, la direttrice del carcere, Laura Grifoni, l’assessore alle Periferie, Dante Pomponi e quello alle Politiche giovanili, Gian Leonard Toudi. Il sindaco ha sottolineato come anche «la passione per il cinema sia un veicolo per educare i ragazzi».
«Questo - ha detto Veltroni - è un segnale di vicinanza al mondo dei detenuti, per i quali il Comune ha fatto tanto, con iniziative mirate alla rieducazione dei ragazzi. Va in tal senso, l’aver donato loro un proiettore, libri e dvd: sono un veicolo culturale, passa anche così».
R.Tro.

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IL MESSAGGERO - Mercoledì 13 Settembre 2006

Al via la rasssegna d’arte e cultura che avrà una sede stabile al Mattatoio La moltiplicazione degli “Enzimi”

di GIULIANO MALATESTA

Già dal provocatorio titolo, Questo non è un Festival , si intuisce che il percorso artistico e culturale di Enzimi, la manifestazione principe riservata alla cultura giovanile e ai linguaggi contemporanei che quest'anno si svolge nel quartiere San Lorenzo dal 21 al 24 settembre, con un'anteprima il 19 al Circolo degli Artisti, è in via di radicale trasformazione. Una trasformazione che «rompe il meccanismo creativo cinema-musica-arte-teatro - come spiega il Direttore di Zone Attive Emiliano Paletti - per arrivare a offrire forme di produzione culturale caratterizzate da una maggiore libertà espressiva». E che troverà il suo punto di arrivo nel 2008 quando si aprirà, all'interno del Mattatoio, il primo Centro di Produzione Culturale giovanile della capitale. Uno spazio di oltre 4 mila mq per produrre arte e cultura contemporanee e favorire l'ingresso delle nuove generazioni nel mondo della produzione artistica e del mercato culturale. «In tutta Europa - racconta Giorgio van Straten, Presidente dell'Azienda Speciale Palaexpo, di cui fa parte Zone Attive - l'attenzione verso il mondo giovanile reale sta facendo grandi passi in avanti. È evidente la necessità di
costruire una rete europea di cultura giovanile e credo che la strada intrapresa da Enzimi vada in questa direzione». Aspettando il 2008, il nuovo corso della manifestazione, giunta alla XIII edizione e fortemente voluta dall'amministrazione comunale, parte da San Lorenzo. Con una miriade di iniziative che per 4 giorni animeranno tutto il quartiere grazie al coinvolgimento di case di produzione, realtà alternative, spazi occupati, gallerie, curatori indipendenti e artisti del territorio. Si comincia il 19, con un'anteprima al Circolo degli Artisti che si aprirà con un reading del giovane autore di Gomorra, Roberto Saviano, straordinario
affresco sul “sogno di dominio della Camorra”, e a seguire con la presentazione di una nuova etichetta discografica romana, la Sleeping Star, che presenterà tra gli altri Ramona Còrdoba, giovane artista della corrente new folk americana. Molti invece saranno i luoghi che dal 21 al 24 ospiteranno eventi di ogni tipo. Dalla Stazione Termini, dove il 21 partirà Attraversamenti Multipli, un Festival che si interroga sui linguaggi artistici contemporanei, alla Piazza dell'Immacolata, dal Parco dei Caduti, che ogni sera farà cornice a incontri con gli autori, al pastificio Cerere, dove sono in programma due giorni di proiezioni per scoprire le produzioni delle nuove televisioni indipendenti. Da segnalare infine le espressioni dell'Urban culture internazionale, una serie di esperienze artistiche che si mostrano sulla strada attraverso eventi indipendenti e lo spettacolo Mosca-petuski 125 km, un viaggio nella Mosca degli anni '70 raccontato a bordo di un bus che partirà ogni sera dal Piazzale del Verano. Info 064727141.

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IL MESSAGGERO - Mercoledì 13 Settembre 2006
Documentari doc a Palazzo Venezia
di MARIA GRAZIA FILIPPI

Senza fretta, senza correre, preferibilmente senza scegliere. La terza edizione del Festival di Palazzo Venezia Arte Musica, che per una ventina di giorni trasforma Roma nella capitale mondiale del documentario ospitando le proiezioni di oltre duecento
titoli arrivati anche dal Burkina Faso, dalla Serbia e dal Senegal, preferibilmente andrebbe gustata così. Approfittando dell'ingresso gratuito (fino al 29 settembre, tutti i giorni dalle 18 alle 23), dello splendore dei saloni di Palazzo Venezia e della possibilità di un piccolo ma intenso tuffo tra le atmosfere della Dolce Vita grazie a “Facce da cinema”, 36 ritratti in formato gigante messi a disposizione dallo storico Studio Luxardo. Il Festival di Palazzo Venezia, progetto Doc Fest con la guida di Carlo Fuscagni, la direzione artistica di Rubino Rubini e la direzione scientifica di Claudio Strinati, tutti i giorni offre documentari di altissimo livello a ripetizione, dall'arte alla musica, all'architettura, ai nuovi linguaggi, intervallati da serate dedicate a grandi eventi. Giovedì, ad esempio, la proiezione di Apollo di Veio. Il restauro di Folco Quilici; venerdì l'inaugurazione della sezione del concorso di documentari dedicati all'arte con la proiezione di Il lungo viaggio di Andrej Khrzhanovskij con testi di Tonino Guerra; sabato un'escursione nel mondo del porno con L'alieno. Conversazioni con Lasse Braun , famoso scrittore e regista di film hard degli anni '50, diretto da Francesco Bernabei. E poi ancora la proiezione speciale di Grand Tour con il commento di Claudia Cardinale, mercoledì 20 settembre e, il giorno successivo, l'anteprima per l'Italia di Rize di David La Chapelle, ad inaugurare le visioni dei documentari in concorso per il settore musica. Fra i tanti eventi una cascata di documentari: tantissimi gli artisti indagati, da Frida Khalo a Picasso, da Capotondi a Caravaggio; tanti i registi, da Francois Truffaut a Rossellini e Visconti; tanti i musicisti da Glenn Gould a Maria Bethania, da Mozart a Leo Ferrè; tanti i personaggi incontrati, come Moira Orfei. Il 29 settembre, la premiazione dei vincitori.

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IL MESSAGGERO - Mercoledì 13 Settembre 2006
Al Filmstudio proiezioni “astratte”

di FRANCESCO ALO’

Ecco il cinema puro o meglio il cinema che “non racconta storie”, come scrive il teorico Rudolf Kurtz. Ecco il cinema astratto. Quando l'immagine in movimento spezza le catene della narratività. Un altro modo per definirlo: il cinema dell'incoscio. In programma al cineclub Filmstudio (Via degli Orti d'Alibert, 1/c; 0668192987) fino a domenica 17 settembre arriva Abstracta - Mostra internazionale del cinema astratto una rassegna sorella de “Le avanguardie cinematografiche in Francia negli anni '20-'30” già in cartellone al Filmstudio anni fa. Abstracta , organizzata dall'Associazione culturale romana Zac, propone circa duecento opere di cinematografia astratta provenienti da tutto il mondo, con una folta rappresentanza italiana. Difficile trovare un corto antecedente al 2000. Praticamente impossibile scovare nel programma della rassegna un film che superi i dieci minuti. Autori di
oggi per un cinema astratto contemporaneo. Saranno i vari Adriana Amodei, Antonio Argenti, Rosanna Benvenuto, Simon Payne e Johanna Reich, i successori di Fernand Léger, Marcel Duchamp, Germaine Dulac, Max Ernst e Luigi Veronesi, gli ultimi grandi
cineasti astratti presentati in mostra a Liegi nel lontano 1951? La manifestazione diretta da Massimo Pistone se lo augura di tutto cuore. Proiezioni al Filmstudio e nella sede di Piazza Navona dell'Istituto Cervantes. Ingresso: 3 euro.

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IL MESSAGGERO - Mercoledì 13 Settembre 2006
Palazzo Venezia, tutti in fila per i giganti di celluloide
di MARIA SERENA PATRIARCA

Lo sguardo seducente di Marcello Mastroianni, il sorriso ingenuo di Claudia Cardinale , il volto simpatico di Alberto Sordi, l’espressione sensuale di Gina Lollobrigida : rivivono i mitici anni della Dolce Vita e i grandi nomi dei suoi protagonisti, nei ritratti fotografici in bianco e nero dell’archivio della storica famiglia di fotografi Luxardo, in mostra a Palazzo Venezia . Ieri sera, al vernissage dell’esposizione intitolata proprio “Facce da Cinema”, non poteva mancare Tiziana Luxardo , erede dell’omonima dinastia di maghi dell’obiettivo, nonché autrice del ritratto doppio gigante raffigurante il Mattatore Vittorio e il figlio Alessandro
Gassman . «Volevo dare il senso della continuità artistica fra padri e figli», confida la Luxardo. Fra tanti volti indimenticabili degli anni Cinquanta e Sessanta viene spontaneo chiederle se siano più fotogenici i divi di una volta o quelli di oggi. La fotografa non ha dubbi in proposito: «Non esiste la fotogenìa, esiste il fotografo e sta a lui valorizzare il soggetto di ogni singolo scatto». Fra gli ospiti al vernissage è presente il regista del brivido Dario Argento , la cui madre è proprio Elda Luxardo che sposò il produttore Salvatore Argento. Gli invitati accorsi all’happening artistico-fotografico sono tantissimi: da Jacopo Gassman a Lella Bertinotti, da Silvana Pampanini al bello delle fiction Enrico Mutti . E ancora: Barbara Palombelli , Giovanna Ralli , Michele Cucuzza, Alessandra Canale , Elena Russo , Lino Patruno , Elsa Martinelli . Un cocktail conclude in bellezza la serata. E gli appassionati di fotografia e dei grandi divi del nostro cinema potranno visitare la mostra fino al 29 settembre.
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Mariarosa Mancuso per “Il Foglio”

...... Hanno premiato con il Leone d’oro un film che farà fuggire gli spettatori dalle sale, se mai nelle sale arriverà. Non hanno neppure considerato “I figli degli uomini”, ignorando il regista Alfonso Cuarón e l’attore Clive Owen. Unico contentino: l’Osella per il “contributo tecnico” al direttore della fotografia Emmanuel Lubetzki (chiunque abbia anche solo un po’ di amore per il cinema, sa che “bella la fotografia” è il bacio della morte ai titoli privi di ogni altra attrattiva).

Non ha fatto meglio la giuria della sezione Orizzonti. Il presidente Philip Groenig, nonché regista del “Grande silenzio”, ha elencato i film che avevano colpito i giurati, pur senza aver diritto ai premi (andati a Spike Lee e al cinese Liu Jie). La lista era lunghissima. Ma neppure lì è stato trovato un posticino per “Infamous” di Douglas McGrath, di gran lunga il migliore in gara. Perfino più bello del “Capote” con Philippe Seymour Hoffman, diretto l’anno scorso da Bennett Miller. Forse parlavano troppo. Forse c’era troppa mondanità. Forse le pellicce di Truman Capote erano troppo eleganti. Forse la spiegazione del detto “si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle respinte” era troppo convincente. Forse – come da tempo sospettavamo nel profondo del nostro cuore, ora ne abbiamo la certezza – chi comincia inneggiando al silenzio prima o poi incappa in qualche altro luogo comune dell’intellettualità.

C’era da spiegare soprattutto perché mai è stato assegnato un premio “per l’insieme dell’opera” a quei due personaggi negati per il cinema che rispondono ai nomi di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. Erano già insopportabili negli anni 70, figuriamoci adesso. Mettono gli attori con le spalle alla macchina da presa, e la giuria ricasca nella trappola. Se non si capisce, deve essere arte. Se non si capisce, e perdipiù la mascella rischia di slogarsi per gli sbadigli, deve essere arte sublime. Stupisce che, autolesionismo per autolesionismo, non abbiano premiato l’inguardabile “The Fountain” di Darren Aronofsky, tra i preferiti del direttore Marco Müller.

Dagospia 12 Settembre 2006

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http://www.corriere.it
Apple vende i film online e lancia nuovi iPod iPod Video da 80 Gb. Su iTunes ora è possibile acquistare anche
i lungometraggi: accordi con Disney, Pixar e Touchstone STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
SAN FRANCISCO - Stavolta la vendita di film online da parte di Apple è arrivata. Dopo tante voci e tanta attesa, è stato il ceo Steve Jobs in persona ad annunciare la partenza del servizio. iTunes, il music-store online che già distribuiva telefilm e videoclip, inizierà dunque a vendere film: si comincia con quelli Disney, Pixar e Touchstone, con cui la Mela ha chiuso accordi di distribuzione.

ITV - Sempre nei piani della Apple, anche se rinviato al 2007, a un futuro
Steve Jobs presenta l'Itv a San Francisco (Ansa)
non molto lontano, c'è anche iTV. Si tratta di un trasmettitore senza fili un pò più grande e sottile di un Mac mini, il pc con dimensioni più piccole nel catalogo Apple, che sarà dotato di tecnologia wireless e telecomando e permetterà la visione dei media digitali sulla televisione domestica. Il prezzo di vendita sarà di circa 299 dollari.
12 settembre 2006

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In mostra a Palazzo Venezia dal 12 al 29 settembre Roma, esposte le «facce da cinema» di Luxardo Trentasei gigantografie raccontano con stile l'epoca d'oro del grande schermo. Non manca nessuno, dalla Cardinale al giovane Gassman

ROMA - Hanno davvero delle «facce da cinema» Vittorio Gassmann, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Anita Ekberg, Sofia Loren e Alberto Sordi. Ed è questo il titolo della mostra fotografica dedicata ai divi del periodo d'oro del cinema italiano, allestita a Palazzo Venezia a Roma dal 12 al 29 settembre. L'esposizione, che raccoglie trentasei foto del glorioso archivio dello Studio Luxardo, si svolge in concomitanza con il Festival di Palazzo Venezia, rassegna internazionale di film d'arte. È un emozionante itinerario attraverso le vicende delle celebrità del grande schermo italiano tra gli anni Cinquanta e Sessanta. «Non manca proprio nessuno» assicura la curatrice, Tiziana Luxardo, che prosegue una tradizione familiare che va avanti dai primi del '900, quando Alfredo, giovane fotografo emigrato da Pisa in Sud America, tornò in Italia dopo quasi trent'anni, stabilendosi a Roma con un'ormai solida posizione alle spalle.
VOLTI DA COPERTINA - Rilevato lo studio di Sam Bosch (i fotografi della Real Casa), Luxardo - grazie all'aiuto dei figli Elio, Elda e Aldo - impose le caratteristiche che fecero scuola, segnando un'epoca: luci diffuse, integrate da riflessi, sfondi scuri e tagli tonali che scolpivano i volti. Lo Studio Luxardo era frequentato allora dalle dive e dai campioni dello sport, intellettuali e artisti, come Pirandello, Marinetti, Assia Noris, Isa Miranda, Alida Valli o Primo Carnera. Nel dopoguerra cominciò la collaborazione tra lo studio e gli spettacoli di rivista, nonché le prime edizioni del concorso di «Miss Italia». Ulteriori successi verranno poi dalla grande amicizia che lega Elio Luxardo sia a Federico Fellini, sia all'ambiente dei neorealisti, in un'unione a tutto tondo con il mondo del cinema (Elda, tra l'altro, è madre del regista Dario Argento).
FORMATO GIGANTE - I 36 ritratti di Palazzo Venzia sono «tutti di formato gigantesco - precisa Tiziana Luxardo -, 80 centimetri per due metri, dei "testoni", che solo in queste sale potevano essere allestiti». Per esporre una prima selezione degli archivi, la fotografa ha aspettato di disporre degli spazi adeguati e di un'occasione legata al mondo del cinema. «Nel 2007 - annuncia - porterò i miei ritratti. Per ora, ci sarà solo quello del giovane Gassmann, affiancato all'immagine del grande Vittorio, ma sto preparando una mostra dedicata ai protagonisti del cinema contemporaneo immortalati da me».
Palazzo Venezia, via Del Plebiscito 118, Roma. Orari: tutti i giorni dalle 18 alle 23. Info 06.69994319. Inaugurazione: 12 settembre, ore 19
13 settembre 2006

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http://www.modaonline.it

Con AltaRoma Il cinema va di moda - 11 settembre 2006 - Cristina Mello-Grand

AltaRoma rende gli abiti del cinema protagonisti di una serata evento in programma il 19 ottobre all'Auditorium Parco della Musica. 200 comparse scelte in un casting pubblico animeranno uno degli appuntamenti più attesi della kermesse cinematografica romana

AltaRoma partecipa in maniera attiva, organizzando un evento-spettacolo che andrà in scena il 19 ottobre all'Auditorium Parco della musica, alla Festa del Cinema di Roma. L'evento intitolato Il Cinema va di moda è stato ideato da Stefano Dominella, presidente di AltaRoma e prodotto da Cinema- Festa Internazionale di Roma. La direzione artistica è stata affidata a Gabriella Pescucci, la regia a Pietro Maccarinelli, set e visual design a Roberto Malfatto ed il coordinamento generale del progetto a Barbara Manto. "Il rapporto tra il cinema e la moda è sempre stato molto importante per la divulgazione del made in Italy all'estero - spiega Stefano Dominella a Modaonline -, grazie soprattutto ad attrici come Ava Gardner, Lana Turner, Ingrid Bergmann che frequentarono la Hollywood sul Tevere e gli atelier romani come quelli di Schubert, Antonelli, Gattinoni, Sorelle Fontana. La serata evento al Parco della Musica vuole, quindi, esaltare il contributo dato dai costumisti e dagli stilisti al cinema. Non una sfilata di moda, ma un vero e proprio spettacolo. Con una triade perfetta. La sartoria cinematografica, gli stilisti, i capolavori italiani del grande schermo". Un impegno che vede AltaRoma integrarsi sempre più con le attività della città capitolina andando a creare una continuità tra le due edizioni di Alta Moda romana. "Credo fermamente nelle sinergie multisettoriali che, nel caso specifico, sono ancora più importanti perché, anche se pochi lo sanno, il cinema genera lavoro a molte aziende che sono vere e proprie sartorie". E l'evento di ottobre mira proprio ad esaltare tale lavoro rendendo protagonisti della serata i costumi, gli abiti, le pellicce creati da maestri dello stile e della moda come Danilo Donati, Gabriella Pescucci, Maurizio Millenotti, Piero Tosi, Git Magrini, affidati all’estro creativo delle nostre storiche sartorie come Farani, Tirelli, Nori. Oltre 200 comparse che saranno selezionate in un casting pubblico aperto a uomini e donne dai 18 ai 90 anni, che si terrà a Roma il 15 e 16 settembre, nello studio di RAI SAT al Parco della Musica, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 14 alle 18, faranno rivivere le atmosfere di film storici come Roma città aperta, Il giardino dei Finzi Contini, C’era una volta in America, La notte, La signora delle camelie, Senso, capolavori firmati da Rossellini, De Sica, Leone, Antonioni, Bolognini, Bertolucci, Visconti, Fellini. Abiti storici, contemporanei e rivisitati per l'occasione da maestri stilisti e artigiani del costume si affiancheranno alle creazioni di giovani allievi dell’Accademia di Costume e Moda, dell’Istituto Europeo di Design, dell’Accademia Koefia ai quali è affidato il compito di realizzare creazioni ispirate al Pinocchio di Roberto Benigni. Un omaggio al cinema, quindi, e al magico connubio tra il mondo della celluloide e quello della moda. "Gli Anni Cinquanta-Settanta sono stati realmente magici - conclude Dominella -, basati sulle sinergie elettive di due mondi estremamente creativi capaci di valorizzarsi a vicenda. Poi, purtroppo, sono arrivati i tempi dei vestiti prestati alle attrici che hanno relegato la moda ad un ruolo da fanalino di coda legato solo ad un fatto sociale, gestito da agenti e cachet". Ma esiste la possibilità di far rivivere la magia di un tempo? "Non bisogna pensare di ricreare quello che è stato, ma piuttosto cercare di inventare qualcosa di nuovo. La moda continua ad ispirarsi al mondo del cinema dedicando le collezioni a periodi della filmografia o a dive specifiche e il cinema sembra sempre più attento alla moda dedicando ad esso pellicole di successo. Quello che manca è l'elemento capace di creare la nuova alchimia".

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http://www.iltempo.it

Monicelli e i suoi film «Perdonatemi i fiaschi»

MARIO Monicelli reduce da Venezia, contento o no? «Venezia è sempre Venezia. Il Festival ha sempre un carisma ed un fascino molto particolare. Ho visto tanti bei film». E cosa si aspetta dalla Festa del cinema di Roma? «Non sarà un Festival come si dice da più parti, ma una grande festa del cinema. Roma è anche la capitale del cinema. Certamente non ci deve essere concorrenza tra Roma e Venezia. Mi auguro che le due manifestazioni possano contribuire a fare sempre più grande il cinema, in particolar modo quello italiano». Quanti film ha girato? «Ho perso il conto. Sono davvero tanti, tantissimi». Si pente di qualche film girato? «Non mi sono mai pentito di niente nella mia vita. Certo non tutti i film sono stati accettati bene dal pubblico e dalla critica. Non tutti sono stati film bellissimi. comunque a me piace tanto fare il cinema». Il film che più ha amato? «Davvero sono tanti. Solo per fare qualche nome, "Brancaleone alle Crociate" e "Speriamo che sia femmina». Ha rivisto Catherine Deneuve, l’ha diretta in qualche suo film. Come l’ha trovata? «È sempre una donna eccezionale e charmante come si dice in Francia. Certo, qualche anno è passato anche per lei. Ma sa, è la vita». Quanti anni ha Maestro? «Davvero tanti. Siamo sulla soglia dei novanta. Ma sono entusiasta. Certo non ho acciacchi fisici ma lavorare mi tiene davvero in forma». L’ultimo suo film "Le rose nel deserto", quando uscirà? «Abbiamo finito di girarlo. Ora c’è il montaggio». E Michele Placido lo ha diretto anche in questo film e lo ha incontrato a Venezia come giurato. È un fan di Placido? «Un uomo eccezionale ed un bravissimo attore. Si è comportato bene anche a Venezia come giurato. ¨Non delude mai». E Lei? «Spero di no, forse qualche volta avrò deluso anch’io qualche mio conoscente, qualche mio amico, qualche mio amore, e a volte il mio pubblico. E per questo chiedo scusa».

lunedì 11 settembre 2006

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IL MESSAGGERO - Lunedì 11 Settembre 2006

Il bis della doppia Notte Bianca, con il rafforzamento della ...

Il bis della doppia Notte Bianca, con il rafforzamento della prima serata e più negozi aperti durante la manifestazione. Il sindaco Veltroni pensa già al 2007, ma conferma il bilancio positivo dello scorso fine settimana. «Il movimento economico generato da questo evento è stato trenta volte superiore all’investimento - sottolinea Veltroni - E lo Stato ha incassato 25 milioni di gettito fiscale». L’assessore capitolino al Bilancio, Marco Causi, rilancia la suan idea: «Il Governo ci dia la compartecipazione all’Iva o all’Ire, l’ex Irpef». Commenti positivi sulla Notte Bianca anche dal ministro dell’Interno Giuliano Amato: «Manifestazioni del genere servono anche per prevenire il crimine».
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Poi c’è l’altro bilancio, l’indotto, la scintilla, la chimica innescata dalla cultura. «Per partecipazione popolare questa manifestazione è ormai diventata il più importante evento culturale del Paese - rivendica Veltroni - si è radicato come il Festival di Sanremo, eppure in passato c’è stato chi ci ha considerato come scellerati che sperperavano il denaro pubblico». Veltroni ringrazia tutti. Gli artisti i romani, i turisti «che hanno dato una grande prova di civiltà». Per il prossimo anno si pensa di rafforzare la pre-apertura e «si lavorerà per avere più negozi aperti».
Infine il solito rebus. Come misurare in braccia, gambe, anime, il muro umano che ha partecipato alla Notte Bianca? Il Campidoglio ci prova: 2 milioni e mezzo. Chi può smentirlo? È una stima che, fatalmente, ogni volta, supera la precedente. Nelle grandi manifestazioni dei sindacati l’equilibrio si trova grazie alle controstime della Questura. Qui no. Così come forse andrebbe asciugata l’enfasi con la quale si dà l’affluenza ai musei, «i diecimila dell’Ara Pacis, i novemila dei Capitolini, i 3500 di Villa Torlonia», scrutinati in diretta come per una sezione elettorale. Stesso dicasi per le 220 tonnellate di rifiuti, dieci in più dello scorso anno, gli 800 mila passeggeri dell’Atac, i 5000 visitatori al ministero dell’Economia.
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TULLIO KEZICH. E poi dicono che i critici non contano! Sabato mattina aveva scritto sul “Corriere della Sera”: “Se stasera non daranno a Crialese il Leone d’oro, che si meriterebbe per la novità e il respiro del suo film, bisognerebbe inventare in onor suo, su due piedi, un premio Luchino Visconti”. Detto fatto: poche ore dopo era pronto, con deroga al regolamento, il Leone d’argento al film-rivelazione. Profetico. Voto: 9

ANSELMA DELL’OLIO. Moglie americana di Giuliano Ferrara nonché platonica innamorata di Davide Croff, s’è fatta ingessare il polso rotto cadendo dalla bici in modo da lasciare libero il dito indice, per scrivere al computer. Sul “Foglio” fa coppia fissa con Maria Rosa Mancuso. “Ciak in Mostra” le descrive così: “Le si legge volentieri al breakfest per sbarazzarsi della noia cinéphile-corrent”. È loro il soprannome più chic della Mostra: “Selma & Louise”. Patriottica. Voto: 7

MARCO BELLOCCHIO. Dice ora, ritirando la targa Pietro Bianchi, che le giurie devono essere “poligame”, che “è giusto accettare la sfida, anche dei fischi”, che i premi fanno piacere ma “non bisogna morirci”. Sacrosanto. Ma quando nel 2003 il suo “Buongiorno, notte” fu ingiustamente snobbato dalla giuria presieduta da Mario Monicelli, riprese stizzito l’aereo per presentare il suo film a Roma, snobbando la premiazione (alla fine era saltato fuori l’Osella per la migliore sceneggiatura). Sempre meglio di Alain Resnais, rimasto a Parigi causa Leone d’argento. O d’oro o niente. Comunque permaloso. Voto: 5

Dagospia 11 Settembre 2006
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5 – LA CAGNARA DEL SABATO SERA
"Una Notte da cento milioni di euro" sparano tutte le cronache di Roma in prima pagina. E' questa la linea scelta da Walter-Gaffe Veltroni per giustificare i milioni di euro spesi dal Campidoglio (quindi dai romani) per regalare "al mondo" la favolosa cagnara di sabato notte. "I conti della festa: 94 milioni il giro di affari, lo Stato guadagna 25 milioni". Insomma, se il rumore e la confusione vi hanno infastidito al punto di farvi uscire a comprare un'aspirina in farmacia, avete finanziato la Notte bianca veltroniana...

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IL MESSAGGERO - Domenica 10 Settembre 2006
VI RICORDATE il famoso tormentone di Aldo Fabrizi, il ...

VI RICORDATE il famoso tormentone di Aldo Fabrizi, il celeberrimo "ci avete fatto caso"? Era uno dei cavalli di battaglia del geniale attore romano, grazie al quale Fabrizi riusciva, in maniera buffa, a raccontare il mondo che lo circondava. Lo so che sto facendo un piccolo furto, ma non resisto. Oggi, il "ci avete fatto caso" lo voglio utilizzare anche io. Ci avete fatto caso, per esempio, che quelli che guidano le Smart oramai parcheggiano addirittura dentro ai cassonetti della spazzatura? Ci avete fatto caso che, al ristorante, non esiste più la bistecca ma solo la tagliata? E che non c'è più la sogliola ma solo il rombo? Ci avete fatto caso che, fino a pochi mesi fa, due finestre sì e una no, erano addobbate con le bandiere arcobaleno della pace? Mò, da quando siamo partiti per il Libano, fateci caso, non se ne vede più manco una. Ci avete fatto caso che da un po' di tempo al bar le donne chiedono il caffè all'orzo, in tazza grande? Ci avete fatto caso che il programma di Gigi Marzullo lo trasmettono sempre più tardi, a notte fonda, quasi all'alba? Tra un po' sostituirà Uno Mattina. E ci avete fatto caso che Fabio Fazio assomiglia in maniera impressionante al premier siriano, il figlio di Assad? Solo che Fazio fa ridere e Assad Jr. no. Ci avete fatto caso che siamo diventati un popolo triste ma che impazzisce per l'happy hour? Ci avete fatto caso che il giornalista più elegante della Rai è quel distinto signore di colore che conduce il Tg Regionale del Lazio? Ci avete fatto caso che, al momento del commiato tra due amici, il famigerato "ciao ciao" si è allungato e oramai suona "ciao ciao ciao ciao ciao"? E talvolta, per fare prima, si contrae in "cia cia cia cia"? Ci avete fatto caso che non si vede più una suora italiana? Ci avete fatto caso che i cuochi nelle trattorie romane sono tutti egiziani? Ci avete fatto caso che dopo le liberalizzazioni i taxi costano di più? Ci avete fatto caso che i graffiti sui ponti sono tutti tratti dal romanzo teen "Tre metri sopra il cielo"? Graffiti spontanei o è marketing della Casa Editrice? Ci avete fatto caso che in televisione non fanno più i film ma solo le fiction? Ci avete fatto caso che al nuovo gioco di Pupo nessuno vince mai una mazza? Ci avete fatto caso che le parlamentari della sinistra estrema sono tutte signore snob? E ci avete fatto caso che le cravatte dei parlamentari di destra assomigliano a quelle, spesso imbarazzanti, dei calciatori e dei loro procuratori? Ci avete fatto caso che i film della Rai, al Festival di Venezia, sono sempre dei capolavori? E ci avete fatto caso che, sempre a Venezia, alle proiezioni per i critici fischiano? E a quelle per il pubblico applaudono? Tornando agli snob, ci avete fatto caso che, quest'anno, sono andati tutti in vacanza a Patmos, in Grecia? E ci avete fatto caso che questi snob, per dire "sì", dicono tutti "assolutamente sì"?
Poi ci sono le cosette alle quali faccio caso io. Per esempio, che i veneti, a noi romani, ci odiano proprio. Pare che su un muretto, al Festival di Venezia, per protestare contro il prossimo Festival di Roma che insidia il loro, hanno scritto al nostro amato sindaco "Walter invidioso... Prenditi pure la Regata Storica... 'A fai sur Tevere...". Bè stavolta, quantomeno, sono stati spiritosi.

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IL MESSAGGERO - Domenica 10 Settembre 2006
Lo spot della Kidman “invade” un palazzo di Testaccio e scatena i residenti che bloccano il set. La produzione costretta a trattare

di MARCO DE RISI
e ROBERTA PETRONIO

La diva di ghiaccio tenuta in scacco dai calorosi “testaccini”. Sembra il copione di un film, e invece è proprio cronaca di ieri. Mentre la Capitale è impegnata a risparmiare energie da scaricare nella Notte Bianca, c'è un set speciale che fin dalle prime ore del mattino prevede in azione la madrina della prima edizione della Festa del Cinema. Nicole Kidman , già attesa per metà ottobre in zona Auditorium, in questi giorni si aggira blindatissima nella Capitale, dove è arrivata con un volo privato da Londra. Dopo John Travolta , è lei la protagonista degli spot per la nuova campagna italiana di un noto network televisivo. La location? Né Hollywood, né Cinecittà, ma uno stabile d'epoca a Testaccio, dove visse la scrittrice Elsa Morante: tipica architettura popolare del Ventennio, il sito è noto per aver conservato il sapore di un tempo, con la sua terrazza e il “bucatoio”.
Ieri sembrava una tranquilla giornata da set, tutto era pronto per accogliere Nicole, ma ecco l'imprevisto. Attrezzature, staff, telecamere, il viavai incessante di tecnici e maestranze, per quarantott’ore avevano rivoluzionato, senza contraccolpi, la vita di tutto il condominio: al terzo giorno di lavorazione, proprio quando arriva l'atteso momento del ciak con la Kidman, i centosessanta residenti con un rapido passaparola installano un nuovo set, estemporaneo, quello della protesta con trattativa. Insomma: lusingati sì da tanto onore e affascinati pure da tanta star, ma i disagi impongono una congrua “contropartita”. L'amministratore del palazzo aveva sottovalutato, evidentemente, e affisso l'avviso in bacheca troppo tardi... L'effetto è immediato: a metà mattina, il sit-in blocca le riprese ad oltranza, si discute con la produzione per ore dimenticando impegni, shopping e lavori casalinghi. Per la bionda attrice australiana, già protagonista a peso d'oro di un celebre spot fashion dedicato alla mitica essenza che profumava le notti di Marylin, significa una cosa sola: veloce ritirata in roulotte, e pausa forzata, lunghissima. Una circostanza che avrebbe messo a dura prova qualunque professionista del grande schermo, con conseguenze e capricci. Lei invece non lascia trapelare insofferenza: alle 17.30, raggiunto finalmente l'accordo tra le parti, è pronta a riprendere da dove aveva lasciato. Protetta da cinque guardie del corpo, accompagnata da uno stuolo di truccatori personali e costumisti, attraversa l'androne del condominio in tubino rosa e tacchi a spillo, seguita dagli sguardi ammirati dei condomini, finalmente rasserenati e liberi di godersi lo show e le repliche. Dove prima c'era una burrascosa riunione di condominio, ora c'è di nuovo un set. E una star, imperturbabile e comunque affascinante.

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Domenica 10 Settembre 2006

Oltre due milioni e mezzo di persone hanno animato la quarta ...

Oltre due milioni e mezzo di persone hanno animato la quarta edizione della Notte Bianca. Tanti erano, almeno secondo le stime del Campidoglio, i romani e i turisti che si sono riversati nelle piazze e nelle strade del Centro, dell’Eur e di Ostia.
Veltroni: «E’ l’evento culturale più popolare d’Italia». In migliaia sono passati per la stazione Termini per poi iniziare la loro “Notte bianca”. In tanti si trovavano nel nodo di scambio della capitale per prendere metropolitane e autobus. All'ingresso delle metro A e B ci sono state code ai tornelli d'accesso. I vagoni delle metropolitane erano pieni, tanto che c'è chi è rimasto in banchina per attendere i treni successivi. All’una erano già 800 mila le persone trasportate dai mezzi pubblici. Dall’Estate romana alla Festa del cinema, passando per la Notte Bianca.
Nell’ultimo anno Roma ha registrato il 25% di aumento del turismo negli ultimi tre anni».
Picchi, Rossi, Troili, Brugnara e Filippi all’interno

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Mezzi pubblici presi d’assalto, qualche problema per due guasti a Cinecittà e Castro Pretorio
E la Notte va in metropolitana

Meno auto in giro e centro off-limits: l’ingorgo è pedonale

di FABIO ROSSI

Tanta gente per le strade, un esercito di romani e turisti pronti a impossessarsi della notte dei sogni. Ma la lezione degli anni passati è stata imparata: e così la maggior parte dei nottambuli ha preferito prendere d’assalto metropolitane, tram e bus, piuttosto che avventurarsi tra serpentoni di lamiera e impossibili ricerche di parcheggio. Una scelta fatta propria, fino all’1, da ben 800 mila persone, secondo i dati dell’Atac. L’ingorgo, nel centro, è stato pedonale, tanto da bloccare il transito di taxi e veicoli autorizzati.
Alla chiusura della “Ztl allargata”, scattata alle 20 in punto, la situazione del traffico era piuttosto scorrevole. Poi la circolazione si è appesantita sul lungotevere e sul Muro Torto, con qualche coda all’Esquilino e a San Giovanni, ma non c’è stata paralisi. Merito anche di chi, pur spostatosi in auto, ha deciso di parcheggiarla comunque lontano dai confini della Ztl, per poi proseguire con i mezzi pubblici. Un migliaio di vigili urbani, in particolare quelli del I gruppo, hanno lavorato tutta la notte per snellire il traffico. Il peso della nottata, quindi, è stato caricato in gran parte sulle spalle sul trasporto pubblico, in primis le metropolitane. Momenti di apprensione, per i responsabili della macchina organizzativa, poco dopo le 20,30, quando un guasto tecnico ha interrotto per una decina di minuti servizio della metro A tra le stazioni di Cinecittà e Subaugusta. E soprattutto intorno alle 23,30, quando è stata la linea B a fermarsi, per circa mezz’ora, tra Castro Pretorio e Rebibbia.
Presa d’assalto già dal pomeriggio la fermata Colosseo della metro B, presidiata da carabinieri, protezione civile e vigilanza privata della società Met.Ro. Da lì un fiume di gente, senza soluzione di continuità, ha collegato la piazza dell’Anfiteatro Flavio con piazza Venezia e via del Corso. In serata situazione identica alla fermata di piazza di Spagna. Tanta gente, ovviamente, anche a Termini, dove sono arrivate migliaia di persone, in gran parte giovani provenienti dalle regioni limitrofe. Trenitalia non ha incrementato i collegamenti con la Capitale, e questo ha permesso di evitare un afflusso incontrollato al nodo della metropolitana e al terminal bus di piazza dei Cinquecento, i più affollati. Lo spazio davanti alla stazione è stato uno dei due maxi capolinea allestiti dall’Atac - l’altro era in via Paola - per far confluire tutti i bus del servizio pubblico che, come le auto private, non potevano accedere all’area pedonale. Il trasporto è stato coordinato in tempo reale, con telecamere e controllo satellitare, dalla nuova sala operativa dell’Atac in via Ostiense, dove i responsabili dell’azienda hanno passato la notte a controllare e adeguare i flussi del servizio. Sotto controllo soprattutto le stazioni della metro Laurentina, Anagnina, Cornelia, Barberini e Ponte Mammolo, e il terminal di piazza Mancini. I taxi, presi d’assalto, erano difficili da trovare.
L’afflusso della gente nelle zone della città interessate dai tanti appuntamenti della Notte Bianca si è concluso, almeno nella parte più consistente, intorno alle 23,30. Dalla mezzanotte è, lentamente, iniziato il deflusso, spalmato praticamente su tutta la durata della notte.

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Interi nuclei in fila al Vittoriano per la Coppa del Mondo. Veltroni: «Lasciare acceso il Gazometro per sempre»
Roma, una grande famiglia

Padre, madre e bambini: «E’ la nostra prima Notte Bianca, che emozione»

di RAFFAELLA TROILI

«La più grande delle quattro Notti bianche. Per partecipazione, il più importante evento culturale e popolare che si fa in Italia», dirà in nottata un soddisfattissimo Walter Veltroni. Quando tutte le principali vie del centro saranno gremite all’inverosimile, con la gente in fila un po’ ovunque. Un milioneseicentomila persone in piazza alle 23; 2 milioni e mezzo quando si è fatto il punto, in Campidoglio all’una di notte. «Una valanga di gente, da tutta Italia e anche da fuori Italia. E senza pioggia», ancora il sindaco. Erano già andati a casa a quell’ora, tutti quei nottambuli composti da famiglie con bambini. E’ un genere uscito fuori quest’anno, a loro basta «farsi una passeggiata» e una volta risolto il problema «cosa dò da mangiare al pupo», può anche venir giù il diluvio.
Concetta e Aldo Carpitano, con Francesco, 10 anni e il viso un po’ imbronciato, sono in piazza per la prima volta. In questa quarta Notte bianca ce l’hanno fatta a uscire, a lasciare l’abitazione sulla Casilina. «Siamo pigri, stiamo sempre a casa, il sabato e la domenica. Ma stavolta abbiamo voluto sfruttare un po’ il vantaggio di vivere in una città come Roma. Siamo qui per respirare l’aria di festa». Per attirare il figlio, «che voleva restare ai giardinetti con gli amici», gli hanno promesso che avrebbero visto la Coppa del Mondo esposta al Vittoriano. Lui però già alza il tiro: «Ma c’è Cannavaro?».
Non c’è il capitano, in compenso ci sono tante altre famiglie come loro. Alla prima Notte Bianca, «per via della coppa», spiegano un po’ imbarazzati. «Perché la volevano vedere loro, i bambini», puntualizzano senza essere credibili tanti papà. Ecco Franco e Cristina Colajanni, con loro c’è il piccolo Matteo. «Abbiamo fatto vedere la coppaa Matteo, ora continueremo il giro per il centro». Si guardano intorno, entusiasti: «Ci sono tante famiglie come noi, anche molti anziani, e i servizi pubblici sembrano efficienti, finora». Hanno un po’ barato nel fare la fila Costantino Ligios, Daniela Pinna e il loro Marco, di 10 anni. Così in poco tempo sono riusciti a vedere la coppa del mondo, mentre fuori al Vittoriano il serpentone aumenta. «Siamo di Li Punto (Sassari) e siamo arrivati oggi, soprattutto per vedere la coppa, è magnifica», dicono padre e figlio. E la mamma, sicura: «Ma anche per il concerto di Pino Daniele». E quando vengono a sapere che in realtà c’è stato il giorno prima, si abbracciano sconsolati...
«Siamo usciti per far vedere la coppa al pupo e passare una serata un po’ diversa», spiegano Fabio Comandini e Sabrina Lancia, con i figli Alessandro e Federica. «E’ la nostra prima Notte bianca - ecco Luigi Stabile e Marina Corvi - perché Daniele, 2 anni, ora è un po’ più grande, e abbiamo fatto l’esperimento di portarlo con noi». Quando finisce per loro la Notte bianca? «Dipende solo da Daniele». La maggior parte di queste famiglie non vedranno nessun evento particolare (la maggior parte cominciavano dopo le 22). Nessuna calca o fila nella loro Notte bianca, né per guardare il Gazometro illuminato (che Veltroni propone di lasciare acceso per sempre) né per emozionarsi con Gianni Morandi e il suo omaggio a Battisti, in Campidoglio.

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Lettera 9
Semplicemente un caso di masturbazione senile. Cosa vale scandalizzarsi per le parole in libertà di un regista semisconosciuto, francioso sovietico per di più, scaracchiate 'pour épater les bourgeois'? Certo, che Jean-Marie Straub si sia permesso di esaltare il terrorismo in contrapposizione al capitalismo imperialistico amerikano, tanto per dare un minimo di visibilità (in tutti i sensi) alla propria operina 'Quei loro incontri', firmata insieme alla compagna di vita e di fede Danièle Huillet, può solo suscitare i microrgasmi ripetuti delle pasionarie superstiti del cinema 'engagé' puro e duro, le stesse che hanno fischiato Stone per 'WTC'. Per il resto, non sia mai che lo caccino dalla Biennale (dove non intende manco presentarsi, infastidito com'è dalle fascistiche misure di sicurezza), ma forse non sarebbe troppo pretendere dall'organizzazione del Festival un piccolo comunicato di 'distinguo' dalle farneticazioni del cineasta decotto. A meno che il direttore della mostra, in cuor suo, non condivida l'appassionata dichiarazione di costui a favore di kamikazzoni e affini. Muller, fate l'amore con il terrore.
Giovanni Maria Mischiati

Dagospia 08 Settembre 2006
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IL MESSAGGERO - Sabato 9 Settembre 2006

dal nostro inviato GLORIA SATTA

Venezia
GLI emigranti di Crialese conquistano Venezia. Applausi alla severissima proiezione per i critici (quando non sono fischi, è il gelo), acclamazioni alla conferenza stampa, dodici minuti di ovazione in sala hanno accolto ieri Nuovomondo , ultimo film nazionale in concorso, dedicato ai nostri connazionali che cent’anni fa sbarcavano in America poverissimi ma pieni di speranza. La 63esima Mostra, che stasera proclamerà i suoi Leoni, dovrà tenere conto del cinema italiano: prima con Amelio che in La stella che non c’è esplora la Cina contemporanea, poi con Crialese che racconta un’odissea di ieri, ha dimostrato vitalità e capacità di riflettere sulla propria storia senza dimenticare che non c’è arte senza spettacolo.
«Il mio film non è un documentario sociologico né un’analisi antropologica, tantomeno una denuncia politica: racconta soltanto il sogno di uomini di altri tempi, coraggiosi e pronti a ogni fatica», dice Emanuele Crialese, parlando di Nuovomondo (nelle sale dal 22 con “Zerouno”), la sua prima coproduzione internazionale, Italia e Francia, da dodici milioni di euro dopo Respiro , il piccolo gioiello che quattro anni fa lo rivelò all’attenzione internazionale.
Romano, 43 anni di cui dieci passati a New York, emozionatissimo per l’accoglienza veneziana, il regista racconta la sua nuova impresa. «L’idea del film mi è venuta visitando il Museo di Ellis Island, porta d’ingresso dell’American Dream nella baia di New York: nelle foto, gli immigrati appaiono sperduti, storditi, con lo sguardo fisso davanti a sé come se si trovassero sulla Luna...L’Italia è il Paese che ha pagato il più altro tributo umano all’emigrazione: venti milioni di persone, nel secolo scorso, hanno lasciato la loro terra per sfuggire alla miseria e, una volta all’estero, sono riuscite a mantenere l’identità, segnalandosi per onestà e voglia di lavorare. Siamo stati un esempio per il mondo intero».
Riscritto otto volte, girato in Sicilia e nel porto di Buenos Aires dove, per ragioni di costo, gli scenografi hanno ricostruito Ellis Island, Nuovomondo è basato essenzialmente sulle lettere che gli emigranti scrivevano (o dettavano ad altri, essendo quasi tutti analfabeti) ai propri familiari. «Sono partito dai documenti storici», racconta il regista, «ma li ho abbandonati molto presto perché mi sono sembrate molto più istruttive e commoventi quelle “parole di carta” che rivelano ottimismo, tenacia, sorridente volontà di inseguire un sogno».
Nella parte più riuscita, Nuovomondo mostra le forche caudine che attendevano gli stranieri appena sbarcati dalle navi: visite mediche e test d’intelligenza che inesorabilmente rispedivano a casa chiunque fosse affetto da malattie, imperfezioni fisiche, problemi mentali. «Nel film non ho calcato la mano, ma la realtà è stata ancora più violenta. In quegli anni gli americani attuarono una vera e propria pulizia etnica», afferma Crialese. «Colossi industriali come Rockfeller, Carnegie, Kellogs crearono laboratori di eugenetica. Per evitare che la classe dominante anglosassone venisse contaminata dalla cosiddetta “goccia nera”, il diverso sangue degli emigrati, vennero sterilizzate tra le due guerre 60.000 persone: ho raccolto a questo proposito tantissimi documenti e il tema sarà l’oggetto di un mio prossimo documentario, Black Drop . Ma non è finita: l’attuale ghettizzazione delle minoranze, a cominciare dai messicani e dai neri, è una forma moderna di pulizia etnica. Mentre i programmi di conservazione della razza sostenuti dai mormoni, fautori della poligamia, dimostrano che gli americani sono tuttora ossessionati dall’eugenetica».
Vedendo le immagini dei nostri antenati, ammassati come bestie sulla nave verso l’ignoto, molti penseranno agli extracomunitari che oggi sfidano la morte su barche-carretta per approdare all’eden-Italia. «Gli emigranti di ieri partivano animati da un sogno e dalle favole ascoltate sul nuovo mondo. I disgraziati che oggi sbarcano sulle nostre coste, grazie alla televisione hanno dell’Italia un’immagine più realistica», osserva Crialese. «E non dobbiamo considerarli dei criminali: sono persone disperate che vengono nel nostro Paese soltanto per lavorare, perciò meritano il nostro rispetto».

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IL MESSAGGERO - Venerdì 8 Settembre 2006

Notte Bianca, tutto è pronto per accogliere i 2.500.000 ...

Notte Bianca, tutto è pronto per accogliere i 2.500.000 turisti e romani che vorranno vivere eventi, spettacoli e negozi aperti. Oggi si comincia con Aspettando la Notte Bianca, domani il grande evento. Potenziati al massimo tutti i servizi, dai trasporti all’illuminazione, alla presenza dei vigili. Alle 21 di sabato scatterà una mega pedonalizzazione, un po’ più vasta della normale ztl e tutta la città sarà del popolo della notte.
Comune e vigili hanno messo a punto un piano antitraffico per la zona di via Veneto dove dall’inizio della settimana la viabilità è in tilt a causa dei lavori di restyling.

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IL MESSAGGERO - Venerdì 8 Settembre 2006


Metro e bus senza sosta:la Notte Bianca va in piazza
di RAFFAELLA TROILI

Grandi numeri. Da grande evento, da Notte Bianca. La macchina organizzativa si perfeziona di anno in anno, e tutti sono in campo, chiamati a uno sforzo massimo, dalle forze dell’ordine alle aziende cittadine. Obiettivo: assicurare lo svolgimento di una grande festa per i circa 2.500.000 di partecipanti previsti tra turisti e romani. Oggi si comincia con la pre-notte bianca (fino alla mezzanotte), per poi domani tirare fino all’alba di domenica. Potenziati al massimo tutti i servizi, dai trasporti ai vigili, all’illuminazione. Piani straordinari e servizi di pronto intervento sono ormai ultimati, curati nei particolari dopo mesi di preparazione. Ieri il presidente di Zètema, Silvio Di Francia, ha fatto il punto sull’organizzazione, ringraziando gli oltre 600 lavoratori di Zètema «che garantiscono la riuscita di questo evento».

Trasporti e Ztl. La Ztl sarà ampliata e totalmente vietata alle auto, a eccezione dei mezzi di soccorso, dei residenti, delle vetture di servizio e dei taxi (che saranno 1200 in più). La mega isola pedonale del centro scatterà alle 21 (fino alle 7 del mattino) e sarà un po’ più estesa della normale zona a traffico limitato diurna. A quell’ora subentreranno deviazioni (26 oggi, 44 domani) e limitazioni per le linee di superficie. Ulteriori chiusure (anche prima delle 21) saranno valutate dai vigili durante lo svolgimento della lunga notte, in base alla ressa che si potrebbe creare. L'Atac mette in campo un potenziamento eccezionale dei trasporti, con 10mila corse in più. La nuova Centrale del traffico di Atac spa monitorerà in tempo reale l’evoluzione della mobilità pubblica e privata. Per questa sera, 86 linee autobus potenziate (72 diurne e 14 notturne); domani sono 126 quelle interessate dalla task force (113 diurne e 13 notturne). «Coinvolti 2000 dipendenti aggiuntivi», ha precisato il presidente di Atac, Fulvio Vento sottolineando lo sforzo comune delle quattro aziende Atac, Met.Ro, Trambus e Tevere Tpl. «Un grande evento merita questi numeri», è intervenuto anche Mauro Calamante, assessore alla Mobilità, sottolineando «lo sforzo enorme fino in piena periferia» e il «servizio molto particolare fornito dalla metropolitana». I varchi elettronici, dalle 21 in poi, resteranno accesi «per garantire fluidità».

Metropolitana. La metro verrà potenziata con 430 corse in più della linea ferroviaria (Roma-Pantano e Roma-Lido) e della metro A (nella quale verrà interrotto il cantiere) e B, che faranno orario no-stop dalle 5,30 di sabato alla sera di domenica. Cinque minuti la frequenza delle corse prevista sulla linea A; 7/10 minuti sulla B. «Un immenso sforzo organizzativo», ha sottolineato anche il presidente di Met.Ro, Stefano Bianchi, «che interesserà 400 persone, per un servizio metro ininterrotto, che vuol dire 39 ore consecutive di funzionamento per la linea A e 42 per la linea B. I treni in più in servizio saranno 39, 18 sulla linea A, 8 sulla B, 6 sulla Roma Lido e 7 sulla Roma Pantano. «Assicureremo la sicurezza delle stazioni attraverso l'impiego di 130 vigilantes, alcune di esse vedranno il raddoppio della vigilanza perché nevralgiche o prossime ai maggiori eventi». Il popolo della Notte Bianca viaggerà con un biglietto integrato del costo di un euro dalle 22 di sabato alle 6 di domenica. Un occhio di riguardo anche per i diversamente abili che potranno usufruire di navette gratuite. Tutti aperti e gratuiti i parcheggi di scambio.

Sicurezza. «Ogni evento - ha assicurato il comandante della Polizia municipale Giovanni Catanzaro - avrà il supporto della Polizia municipale. Garantiremo un reticolo di servizi per assicurare la fluidità e l’agibilità del territorio per turisti e romani, con una presenza di oltre 1000 vigili e 400 pattuglie motorizzate che si aggiungono a quelli impegnati per l'inizio del campionato con la partita Roma-Livorno». La protezione civile sarà presente in quattro grandi aree con presidi fissi e itineranti che coinvolgeranno 150 dipendenti comunali e 600 volontari, «in una rete - ha detto il responsabile della protezione civile del Comune di Roma Patrizia Cologgi - di armonizzazione con i vigili del fuoco e il 118». Proprio il 118 sarà attivo con 35 ambulanze in più, 2 moto e 7 auto mediche, un punto mobile di rianimazione e 4 ospedali da campo.

http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20060908&ediz=01_NAZIONALE&npag=35&file=A.xml&type=STANDARD

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IL MESSAGGERO - Venerdì 8 Settembre 2006

ISOLA DEL CINEMA "Notti bianche ...
"Notti bianche all'isola del cinema": anticipo di notte bianca con eventi cinematografici a partire dalle 21.
Sala Visconti: Ore 21, "Giuramento di marinaio", cortometraggio di Mauro Graiani, con Enrico Lo Verso. Una pellicola di ambientazione marittima girata lungo la costa della provincia di Agrigento, tra Scala dei Turchi e la riserva di Torre Salsa, per un progetto di valorizzazione del litorale agrigentino.
Ore 21.30, "Delwende, lève-toi et marche", del regista burkinabé S. Pierre J. Yameogo, con Celestin Zongo. Il film (vincitore del Prix de l' Espoir nella sezione "Un certain regard" del 58° Festival di Cannes) narra la storia di una giovane donna che viene violentata, ma non vuole rivelare chi sia il colpevole. Sua madre viene accusata di essere una "mangiatrice di anime", di essere la causa di un'epidemia. E' così costretta all'esilio: bandita dal villaggio. Comincia per lei un lungo percorso attraverso le assolate terre sahariane. La figlia, convinta della sua innocenza, la cerca tenacemente. La pellicola dipinge un affresco della società rurale del Burkina Faso, dei suoi profondi legami con i costumi ancestrali e delle loro conseguenze, spesso tragiche, sulla vita dei membri della comunità. Soprattutto se donne.
Dalle ore 24 alle 3: Omaggio al regista e sceneggiatore Pipolo, scomparso di recente. Si comincia con "Totòtruffa '62", protagonista Totò. Antonio e Felice, abili trasformisti ed ex artisti d'avanspettacolo, vivono di truffe: sono capaci di vendere la fontana di Trevi ad un Americano in visita a Roma e di fingersi Fidel Castro accompagnato dalla moglie. Segue "Attila flagello di Dio" con Diego Abatantuono e Rita Rusic. Un gruppo di Barbari (che vive dove oggi c'è Segrate, a Milano) trova il proprio villaggio distrutto dai Romani. Anche le donne sono state rapite. Attila e i suoi seguaci decidono di partire per Roma per raderla al suolo.

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1 - PERCHÉ NON POSSIAMO NON DIRCI LYNCIANI
Diamo atto a quasi tutti i colleghi "grandi firme" di una prova di onestà culturale quando hanno definito il film di Lynch per quello che è: un pasticcio incomprensibile e interminabile (172 minuti, non 168 come ha scritto il maestro Kezich). Che poi i titoli dei quotidiani (che non sono fatti dagli inviati, incolpevoli) non evidenziassero la realtà di un bidone è un'altra faccenda. Non rinuncia l'eroico Alberto Pezzotta, su "Ciak in Mostra" che apre il pezzo di fondo così: "Perché non possiamo non dirci lynciani (senza" h")? Perché il regista di Inland Empire divide e istiga la creatività dello spettatore" e via strologando. Come dire: se uno sconosciuto vi aspetta di notte dietro il portone di casa, vi mette un cappuccio in testa e vi riempie di botte, "istiga la vostra creatività": per anni vi potrete chiedere chi, quella notte fosse il misterioso aggressore. Telefonate a Pezzotta, lui di sicuro una spiegazione ve la fornisce.

Anselma Dell’Olio per “Il Foglio”
Era l'invito più ricercato quello per entrare nell'incantevole Palazzo Papadopoli a Venezia, dove si svolgeva la cena per David Lynch, Leone alla carriera e film fuori concorso, l'interminabile "Inland Empire". Le foglianti hanno cautamente cenato prima, e come Rossella O'Hara facevano bella figura snobbando il buffet. Sulla lancia organizzata dall'impagabile Francesca Gariazzo, ufficio stampa della Mostra, eravamo in compagnia delle signorine snob Giuseppina Manin e Natalia Aspesi, la seconda in pantaloni neri e giacca turchese shocking e addobbata con voluminosi e penduli monili dorati assiro-babilonesi o nel conio di Gadda "barocco brianzolo".

Tra i presenti: Catherine Deneuve in abito dall'orlo sbilenco e traballante sui tacchi, il festeggiato Lynch con la capigliatura folta e ritta alla Publio Fiori, Laura Dern, Justin Theroux, Jeremy Irons, Romina Power, il principe Giovannelli, Giancarlo Leone e Diamara Parodi Delfino. A mezzanotte, curiosità esaurite e un'attesa di mezz'ora minimo per ritornare al Lido, la bassottina, forte della zampa ingessata, ha chiesto sfacciatamente un passaggio al presidente Croff. Da gran gentleman ha preso sulla sua lancia bipede e quadrupede, quest'ultima badante d'eccezione.

Gli altri ospiti di Croff a bordo erano Ludina Barzini e Marco Solari, presidente del Festival di Locarno. Amabile conversazione sul cinema e sugli incidenti di percorso dell'ultimo festival ticinese, dove si è scoperto tardivamente che una giurata, Barbara Albert, presente , a Venezia 63 con "Fallen", aveva firmato la sceneggiatura d'uno dei film in concorso a Locarno. Un improponibile conflitto d'interesse scoopato dalla quadrupede sul Foglio. Sorprendente la reazione della giuria, che dopo le dimissioni forzate della Albert voleva dimettersi in blocco. Dopo faticose trattative ci ha ripensato, e poi ha fatto vincere proprio il film firmato dalla Albert. Questo nella civile Svizzera. Ma non erano gli italiani gli inciucioni?

Michele Anselmi per Il Giornale

Telefona da Roma il mitico assessore comunale alla Cultura, Gianni Borgna, per spiegare che, di nuovo, le agenzie di stampa hanno stravolto il suo pensiero, mettendogli in bocca cose mai dette. L’antefatto. Riportando un titolo di prima pagina del “Gazzettino”, che riferiva una frase dell’assessore in merito alla difficoltà di spostare le date della Festa veltroniana, codesta rubrica aveva scritto ieri: “Tutte manfrine, la Festa di Roma non cambierà data”. Sembrava, insomma, non solo al vostro “moscone”, che la promessa solennemente esposta da Rutelli alla vigilia della Mostra, per rasserenare gli animi veneziani dopo la sfuriata di Müller, fosse più simbolico-diplomatica che concreta. Al ministero e al Lido devono aver poco apprezzato l’uscita di Borgna. Il quale, con rassegnata gentilezza, fa sapere quanto segue: “Non ho mai detto che ‘sarà difficile spostare la data della Festa’. Confermo, invece, la nostra massima disponibilità a discuterne, senza pregiudiziali, venendo incontro alle esigenze di Rutelli, nella convinzione di trovare una soluzione condivisa. Io non boccio niente. So che Rutelli si è incontrato con Veltroni per affrontare la questione. E io ribadisco personalmente la nostra amicizia verso la Mostra e Rutelli. Fermo restando che non sarà una cosa semplice o facile arrivare ad una revisione delle date, da noi scelte con cognizione di causa”. Fermo restando? Per quest’anno, naturalmente, i giochi sono fatti: la Festa parte il 13 ottobre con Nicole Kidman. Per il 2007 tutto dipenderà dai rapporti di forza all’interno del centrosinistra.

MAIUSCOLE. Era proprio un capriccio di David Lynch. Lui personalmente e i suoi collaboratori a più riprese hanno chiesto e ottenuto dalla Mostra che il titolo di “Inland Empire” fosse scritto dappertutto in caratteri maiuscoli. Ovvero: “INLAND EMPIRE”. Se Ghezzi riduce tutto al minuscolo, anche i nomi delle persone, il leggendario cineasta americano destinatario del Leone d’oro alla carriera s’è convertito al vezzo opposto. Non chiedete perché: nessuno ha saputo spiegarlo. Neanche i cinefili più incalliti, uno dei quali, parafrasando Croce, ha scritto un articolo intitolato: “Perché non possiamo non dirci lynchiani”. Resta il fatto che solo “Messaggero”, “manifesto” e “Gazzettino” hanno preso sul serio il tipografico diktat lynchiano.
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6 - PIPPITEL USA: CSI SEMPRE AL TOP...
E' stata decretata la serie tv più vista al mondo. In Italia (Italia 1) supera regolarmente i 3,5 milioni di spettatori. Negli Stati Uniti anche questa settimana è al primo posto degli ascolti tv. La Nielsen Media Research ha pubblicato la classifica dei programmi televisivi più visti nella settimana 28 agosto-3 settembre 2006. E persino le repliche della passata stagione (la settima serie debutterà il prossimo 21 settembre) di CSI prodotta dal milionario Jerry Bruckheimer e trasmessa dalla CBS, hanno totalizzato 10,8 milioni di spettatori. La sesta stagione andrà in onda prossimamente su Italia 1, anche se viene trasmessa in anteprima ogni giovedì alle 21 su FoxCrime (SKY).

Al secondo posto la settima serie di "Law & Order: SVU" (NBC 9,9 milioni), terzo posto per la sitcom con Charlie Sheen "Two and a Half Men" (CBS 9,8).
(Il Telefilm Prison Break)

RaiDue ha trasmesso quest'estate nel preserale la seconda stagione ("Due uomini e mezzo") con scarso successo d'ascolti. Ottimi ascolti invece (e quarta posizione negli States) per l'appassionante telefilm (seconda stagione) "Prison Break" (Fox 9,4). La prima stagione è ripartita dopo la pausa estiva in prima visione ogni mercoledì alle 22.50 circa su Italia 1 superando il milione di spettatori.

La trasmissione giornalistica "60 Minutes" (CBS) ha totalizzato 9,2 milioni di spettatori tv, piazzandosi quinta. Per quanto riguarda invece la tv via cavo il primo posto spetta alla partita di football "Packers/Bengals" (ESPN 6,7). Il telefilm "The Closer" è secondo (TNT 6,5), terzo posto per gli "Video Music Awards 2006" (MTV 5,8), quarto e quinto posto infine per il wrestling della "WWE Raw" (SciFi 4,2 lunedì 22.00, 4,1 milioni lunedì ore 21.00)...
DAGOSPIA

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http://vistidalontano.blogosfere.it/2006/0

Il Festival di Roma apprezzato in Inghilterra

Mentre è ancora in pieno svolgimento il Festival del Cinema di Venezia (seguito quotidianamente da Cinefestival), dall'Inghilterra, The Guardian inizia a lanciare uno sguardo sul neonato Festival di Roma, RomeFilmFest, che si terrà dal 13 al 21 ottobre. Il nuovo festival capitolino ha scatenato nelle settimane scorse, come d'uso, polemiche infinite tra i suoi organizzatori e quelli della rassegna veneziana, pur trattandosi di due manifestazioni dall'abito diverso dove Roma si presenta come una vera e propria festa del cinema che vuole coinvolgere gli spettatori mentre il Festival di Venezia, alla sessantatreesima edizione, mantiene tutte le sue caratteristiche ufficiali.

"Lode al Rome Film Fest" si intitola l'articolo del quotidiano inglese, che risponde positivamente alla domanda di apertura : "Venezia, Toronto, Berlino, Sundance, Rotterdam, Cannes: sicuramente l'ultima cosa di cui ha bisogno il cinema è un altro festival?".

L'elemento per il quale The Guardian mostra maggiore apprezzamento è il diverso ruolo del pubblico nella manifestazione romana; "ciò che rende differente Roma", osserva il quotidiano inglese, "è il fatto che i riconoscimenti saranno assegnati dal pubblico", illustrando ai suoi lettori l'originale meccanismo utilizzato che prevede che "i candidati giurati assistano ad almeno otto proiezioni e scrivano una breve descrizione delle scene che li hanno maggiormente colpiti. Su queste basi, Ettore Scola sceglierà 50 giurati". Un'altra novità che gode dell'apprezzamento di The Guardian è il tentativo di chiudere "la distanza tra i protagonisti e lo spettatore in un'industria dove è usualmente molto ampia" con iniziative come i workshops sulla tecnica di recitazione.

In conclusione di articolo, The Guardian ritorna sulle polemiche tra Venezia e Roma con un giudizio ricco di buon senso: "Sarebbe stupido cancellare Venezia, e allo stesso tempo prematuro affermare che stia nascendo un'epoca meno deferente e centrata su Hollywood. In ogni caso il luogo dove sono stati girati La Dolce Vita e Vacanze Romane vive del contrasto tra tradizione e spontaneità. Varrà la pena di assistere alla Festa Internazionale di Roma".

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8 – TUTTE MANFRINE, LA FESTA DI CINE-VELTRONI NON CAMBIERA’ DATA
Michele Anselmi per Il Giornale
Signori, dov’è la sorpresa? Alla vigilia della Mostra, il ministro Rutelli aveva contribuito a svelenire il clima, ipotizzando, per quieto vivere, uno spostamento di date della nascente Festa capitolina. Ma che fosse solo un simbolico gesto di distensione era subito parso chiaro ai più. Quando metti in moto un’impresa da oltre 12 milioni di euro, è arduo tirare i freni e ripensare il periodo. Lo slittamento non ci sarà: né ora (ovviamente), né mai (probabilmente). Parola dell’assessore Gianni Borgna, molto vicino a Veltroni, il quale spiega: “Sarà difficile spostare la data (13-21 ottobre, ndr), alla luce di una scelta presa in modo ragionato per non accavallarsi con le altre numerose manifestazioni”.

“Ragionato” significa che ottobre è il mese tradizionalmente vuoto sul fronte dei concerti organizzati dall’Accademia di Santa Cecilia insieme all’Auditorium. Ogni altra data porrebbe problemi di non facile soluzione. Anche perché a novembre c’è Torino, a febbraio Berlino, a maggio Cannes. E i film più gettonati, insomma le anteprime che contano, sono prenotati con largo anticipo. Dunque? Roma resterà ottobrina, Venezia continuerà a protestare, sollecitando date diverse, e chi vivrà vedrà. Tanto la gara vera si giocherà nella stagione 2007, nonostante l’azzeccato spot lagunare di lunedì: con i quattro moschettieri Prodi-Rutelli-Croff-Müller immortalati sul tappeto rosso, tra i flash, alla maniera “Tutti per uno, uno per tutti”.

APPLAUSI TAROCCHI
Bisogna mettersi d’accordo. Se i fischi non valgono più, nel senso che ne bastano tre, insieme a qualche “buuu!” e a una risatina di scherno, perché i giornali parlino di insuccesso, o peggio, quanto contano davvero gli applausi registrati dalle agenzie di stampa? Naturalmente è un bene per il nostro cinema che “La stella che non c’è” abbia ricevuto un’ovazione lunga otto minuti nel corso della proiezione di gala in Sala Grande: Amelio è un bravo regista, il suo film ha evidentemente toccato corde profonde. E però, Amelio a parte, in molti si chiedono ieri qui al Lido quanto siano davvero rappresentative quelle proiezioni. Mica per niente: proprio di recente il presidente Croff ha ricordato che, su un migliaio di posti disponibili in Sala Grande all’ora di punta, neanche cinquanta sono davvero a pagamento. I restanti sono a disposizione degli sponsor e delle case distributrici.

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3 – LINCIATI DA LYNCH
Siamo alle solite: vi diranno che "Inland Empire" di David Lynch è un capolavoro e che il pubblico è uscito dalla Sala Grande con le mani che sanguinavano a forza di applaudire (a proposito, ma qualche giornalista "grandi firme" ha mai provato sul serio ad applaudire per 15 minuti?).
Per dire che non si capisce niente vi diranno, i più coraggiosi, che è "destrutturato" come una giacca di Armani.
Noi diciamo che non si capisce niente e basta. Che al Palalido almeno un centinaio di spettatori se ne sono andati quatti quatti durante la proiezione. Che un altro centinaio ha applaudito (mezzo minuto, non barate!). E il resto se ne è andato in silenzio a bere un espresso doppio (2 euro, senza scontrino fiscale).
La ragazza seduta alla nostra destra, verso il minuto 120 del "capolavoro" ha cominciato a scambiare qualche tenera coccola col suo compagno. Al 135 minuto la sua gamba sinistra ha cominciato ad avvicinarsi alla nostra.
Al minuto 172 eravamo ancora svegli: indovinate perchè.

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Laura Rio per il Giornale

Altro che giorni da leone. In Rai sono giorni da iene. Le lotte politiche che furoreggiano intorno al cambiamento delle poltrone si stanno riversando sui palinsesti. E si trasformano in accuse, ripicche, scaricabarile ed esternazioni di antichi odi. Ieri la prima dimostrazione: il flop della fiction “Giorni da Leone 2”, andata in onda martedì sera su Raiuno, ha scatenato un gioco al massacro tra i vari responsabili. La prima puntata della serie interpretata da Luca Barbareschi e Lucrezia Lante della Rovere (costata 6 milioni di euro) ha avuto uno share di appena il 12,16 per cento, un risultato ridicolo per una programma di prima serata dell’ammiraglia Rai. Tanto che è stato deciso di toglierla subito dal palinsesto: la seconda puntata sarebbe dovuta andare in onda stasera: viene sostituita da una replica di Bartali. A farla da padrone martedì è stata la fiction di Canale 5 L’onore e il rispetto con Gabriel Garko, e Virna Lisi, che ha raggiunto uno share del 25,60%.
Ad aprire il fuoco ieri sono stati il direttore di Raifiction Agostino Saccà e il protagonista, Barbareschi. A cui ha risposto piccatissimo il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce. Il primo ha in sostanza accusato i vertici del primo canale della Tv pubblica di aver programmato male la serie, a suo giudizio «un buon prodotto, una commedia leggera che si è trovata in condizioni molto difficili... io non ero d’accordo con la data di messa in onda e l’avevo anche scritto».

Molto più duro Barbareschi: «Il signor Del Noce, che non ha mai visto cosa manda in onda, ha mandato al massacro un prodotto costato alla Rai oltre 12 miliardi di vecchie lire». L'attore-regista-produttore, che si considera un «epurato della sinistra al governo» va giù pesante: «Siccome non ho santi in Paradiso, vorrei sapere perché adesso a settembre non hanno messo una produzione di Degli Esposti o di Bixio, che sono della Margherita e dei Ds. Sono veramente stanco di vedere che il ministro Gentiloni quando sceglie un consulente sceglie Maurizio Costanzo, a cui ho spiegato io cos'era il digitale, dieci anni fa, e forse ancora non l'ha capito. Sono stufo, ho 50 anni. Per fortuna lavoro anche fuori, in nessuno Paese al mondo si lavora così».

Barbareschi ricorda il caso di un'altra sua fiction, Una vita in regalo: «Del Noce, che è una vita che mi boicotta, aveva tentato di massacrarla, la mandò in onda a Natale. Dovetti battermi come un leone per far sì che fosse pubblicizzata. Io gli ascolti li faccio e li ho sempre fatti». E denuncia il fatto che «la fiction non è stata pubblicizzata bene». L’attore è un fiume in piena: «In pieno governo di centrodestra ho avuto il coraggio di fare un film come Il trasformista, che ancora oggi in Rai non va in onda e che raccontava i malcostumi del centrodestra».
Del Noce risponde a muso duro: quella fiction era semplicemente brutta. «Barbareschi - replica infatti - dovrebbe sapere che quando un prodotto raggiunge uno share di appena il 12 per cento su Raiuno è indifendibile e dimostra di essere inequivocabilmente rifiutato dal pubblico». «Ieri - spiega - la programmazione era da manuale: fiction contro fiction come avviene da anni nella competizione con Canale 5. Se Giorni da leone ha fatto solo il 12 per cento è per la debolezza del prodotto, battuto anche dal film Due nel Mirino trasmesso su Rete 4 alla dodicesima replica. Se il prodotto fosse stato trasmesso quando la programmazione è ancora più avanzata il risultato sarebbe stato probabilmente ancora peggiore». Infine «Barbareschi delira quando dice di non essere stato informato della messa in onda. Il prodotto è stato pubblicizzato molto più di altre fiction».

Una lite furibonda, ma sembra essere solo l’inizio: nei prossimi giorni partono i programmi più importanti della stagione, da Fattore C di Bonolis (domenica, Canale 5) all’Isola dei famosi (mercoledì, Raidue) a Circus (Canale 5, ma deve ancora avere una collocazione definitiva). Se ne vedranno delle belle.

Dagospia 07 Settembre 2006
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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

1 – FUGA DALLA NOTTE BIANCA: METTE PIÙ PAURA DEL BLOCCO DEI TAXI
Caro Dago, dicono che la Notte Bianca mette più paura del blocco dei taxi. Il dilemma è: barricarsi in casa dopo aver stivato viveri per almeno una settimana, non si sa mai, nell’entusiasmo magari prolungano; organizzarsi un altro fine settimana al mare, tirando il collo ai quattrini ormai finiti dopo gli ozi d’estate; fare mea culpa del privilegio odioso del monocamera al Pantheon, pietosamente definito studio, ché Roma è del suo popolo e del suo Papa. Ubbidienti, si va a ballare la nuova danza emergente, sembra che si chiami tango (rotoliamoci nel fango…).
Dagospia 07 Settembre 2006
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5 - VELTRONI: LA COPPA DEL MONDO ESPOSTA NELLA NOTTE BIANCA AL VITTORIANO…
(Adnkronos) - ''La Coppa del mondo, da noi faticosamente conquistata in Germania, sara' in esposizione durante 'La notte bianca' prevista tra sabato e domenica al Vittoriano di Roma''. Lo ha dichiarato Walter Veltroni, sindaco di Roma, a margine dell'incontro avuto con i vertici della societa' di calcio della Roma, al quale erano presenti Luciano Spalletti allenatore della Roma, Daniele Prade', direttore sportivo, e Vito Scala preparatore atletico.

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IL MESSAGGERO - Giovedì 7 Settembre 2006

Festa del Cinema, tutti divi per un giorno con gli abiti delle star

di LUCILLA QUAGLIA

Divi per un giorno. Giovani e meno giovani, dai 18 ai 90 anni d’età, potranno vestire i celebri «panni» di Sophia Loren, Giulietta Masina, Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Anita Ekberg e tanti altri volti celebri del cinema italiano. Il 15 e il 16 settembre, negli studi RaiSat del Parco della Musica, dalle 9 del mattino in poi la costumista premio Oscar Gab riella Pescucci , il regista Piero Maccarinelli e il presidente di Alta Roma Stefano Dominella selezioneranno 200 aspiranti attori che il 19 ottobre indosseranno gli abiti dei protagonisti di indimenticabili film come “La dolce vita”, “Roma”, “Roma città aperta” e “Otto e mezzo”. Il cinema va di moda , questo il nome dello show realizzato dai neo talenti, andrà in scena nell’area archeologica dell’Auditorium e farà rivivere le atmosfere di pellicole storiche. La manifestazione che fa parte degli eventi della Festa del Cinema, è stata presentata ieri mattina al Tempio di Adriano anche dal presidente dell’Unione delle Camere di Commercio d’Italia Andrea Mondello . Applausi dell’attrice Irene Ferri , in dolce attesa, arrivata in compagnia dell’hair-stylist internazionale Sergio Valente che curerà le acconciature delle aspiranti “star”. «Con questa iniziativa intendiamo valorizzare sia i grandi registi - ha spiegato il presidente di “Musica per Roma” Goffredo Bettini - che la creatività che ha accompagnato il loro lavoro». «Molti stilisti - ha aggiunto Dominella - non solo hanno creato abiti di scena ma hanno spesso tratto ispirazione proprio dal cinema per dar vita alle loro preziose collezioni».
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Giovedì 7 Settembre 2006 Chiudi
Quando l’integrazione diventa Cult
Tra i banchi, all’Esquilino e a Testaccio: in onda due storie di ordinaria umanità

di FABIO ROSSI

Esquilino e Testaccio. Due quartieri del I Municipio di Roma, quello del centro storico, due anime popolari e ricche di storie. Quelle vere, quelle di vita vissuta. A raccontare due storie di scuola, musica e integrazione legate a queste anime di Roma sono due film-documentari che andranno in onda domani e venerdì 29 settembre, alle 21, su Cult, il canale tematico satellitare dedicato alla cultura, al cinema ed alla comunicazione.
Il primo film, in onda domani sera, nasce dalla regia di Daniele Di Biasio, 33 enne nato a Formia e laureato in Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università La Sapienza. Parla dell’istituto Manin, in via dell’Esquilino: i migliaia di studenti che lo frequentano sono la maggioranza migranti di tutte le età, etnie e religioni. Con storie molto diverse tra loro, ma con la comune volontà di imparare la lingua italiana per conseguire la licenza media e cercare un modo per integrarsi nel nostro Paese. Nel documentario - dal titolo, appunto, “Via dell’Esquilino” - conosceremo Bahari, sedicenne appena arrivato dal Bangladesh e totalmente a digiuno della lingua, Sangely, aspirante infermiera dello Sri Lanka, l’ex meccanico Adamo, rifugiato dalla Costa d’Avorio, e Sardò, profugo afgano, giunto in Italia dopo un lungo viaggio attraverso Iran e Turchia.
Il 29 settembre si cambia scena e tema: si va sul Monte dei Cocci, a scoprire la Scuola popolare di musica di Testaccio (Spmt) insieme a Luca Gasparini, regista di “Al momento giusto”. Un viaggio attraverso trent’anni di storia della scuola, fondata nel 1976 in un locale occupato in via Galvani, dalla nascita in pieno spirito rivoluzionario fino a oggi. Ad accompagnarci sono quattro personaggi che hanno fatto la storia di questa realtà: Luigi, friulano, classe 1936, infanzia e giovinezza trascorse in Eritrea, e un secondo Luigi, romano, classe 1945, cresciuto nella Roma delle borgate; quindi Agnes, giovane violinista francese, e Antonella, insegnante di musica. La scuola conta ormai decine di insegnanti per mille allievi, di tutte le età, e numerosi organici musicali: il coro di Giovanna Marini, la banda della Spmt, la Testaccio Art of Jazz Big Band. La narrazione è fatta in musica, con testi della stessa Giovanna Marini, arrangiati da insegnanti e gruppi della scuola: adulti e bambini con pezzi jazz, classici o metal.
Due pezzi di storia della città in prima serata, seppur sul satellite, per chi ha voglia di conoscere le varie facce della Capitale.

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http://www.ilmessaggero.it Giovedì 7 Settembre 2006

Ciak, si gira il seguito Scamarcio in moto sulle vie della passione

Il 25 settembre la storia d’amore tra Step e Babi tornerà di nuovo a farci sognare. Cominceranno infatti tra due settimane le riprese del seguito del film “Tre metri sopra il cielo”, pellicola che si ispirerà al nuovo libro di Federico Moccia “Ho voglia di te”, e che oltre ai due personaggi principali porterà sul grande schermo anche la storia di Gin, il nuovo, travagliato, amore di Step. Se nel primo film Roma era raccontata attraverso le immagini di piazza Euclide, rifugio dei pariolini, piazza Stefano Jacini, o delle corse in moto sull’Olimpica, nel sequel troveremo altri storici luoghi: Ponte Milvio, ad esempio, con il suo ponte pieno di lucchetti e i vicoli affollati di Trastevere.
La pellicola sarà diretta dal regista spagnolo Luis Prieto e gli attori protagonisti saranno gli stessi del primo film: Riccardo Scamarcio, nel ruolo di Step e la giovane anglo-colombiana Katy Saunders, che interpreterà Babi. E proprio in questa caccia al vero Step, che ormai da anni incuriosisce fans e appassionati, lo stesso Scamarcio dice di «riconoscersi molto nella figura di Step. Un ragazzo duro dal cuore tenero. Che dietro al suo essere forte, nasconde amore e fragilità». La sua storia con Babi, poi, il loro amore sofferto, lo riporta indietro con la memoria. Quando da ragazzino visse un rapporto molto simile con una ragazza più piccola.
Step e Babi, dunque, tornano a farci innamorare al cinema, dopo che con il film di Luca Lucini, ci avevano lasciato con una domanda a cui proprio Step non riusciva a dare una risposta: «Riuscirò mai a tornare lì, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il cielo?». Con “Ho voglia di te”, sembrerebbe proprio di sì. Nel seguito del primo romanzo, Step è partito e sta per tornare dagli Stati Uniti. Sta per scoprire che niente è mai uguale a come lo avevi lasciato. O meglio, a come ricordavi che fosse. Step torna sulla sua moto per le strade di Roma, ritrova la banda dei Budokani, cresciuta e forse diversa. Schello, Lucone e gli altri, sempre ribelli ma un po' più consapevoli. Il dolore lascia dei segni dentro, prima ancora che sulla pelle.
E chissà che anche qui, nel sequel di “Tre metri sopra il cielo”, Stefano Pecci, lo Step della vita vera, non trovi qualche somiglianza. Anche lui d’altronde, partì per l'America dove rimase tre anni. E proprio come Step, quando è tornato ha ritrovato i suoi amici, il fratello con il quale ha condiviso tante esperienze, la madre con cui ha sempre avuto un rapporto difficile ma che oggi descrive come «una donna unica, eccezionale, la donna che cerco nel sorriso di tutte le altre».
Ve. Cur.

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Gianfranco Ferroni per Dagospia

1 – Vittorio Sgarbi interviene sullo scontro cinematografico tra Roma e Venezia, e parteggia per quest’ultima. Scrive Paola Zonca su “la Repubblica” - «È un simbolo del cinema che Roma non può sostituire perché non ne possiede la dimensione mitica, onirica». «E poi, che senso ha un nuovo festival? La produzione cinematografica è quella, se il meglio va da una parte, gli altri sono costretti a puntare su una selezione di serie B»…
(Vittorio Sgarbi e Sabrina Colle-U.Pizzi)

2 – Sempre Vittorio Sgarbi - «Veltroni, con la manifestazione di Roma, vuole essere chiamato a candidarsi per le prossime elezioni. È uno scontro politico tra lui e Rutelli per il futuro del paese».

4 – A proposito della “guerra” tra la capitale e Venezia. Stamattina Goffredo Bettini ha presentato, presso la Camera di Commercio di Roma, la “serata evento tra cinema e moda” che si svolgerà il 19 ottobre nella Villa Romana dell’Auditorium. All’ora di inizio della conferenza stampa, alle 12.30, la sala era praticamente vuota…

8 – da Il Messaggero – Un grande museo sull’immigrazione a Roma. E’ la proposta che il sindaco Veltroni, ha fatto ieri ad Assisi, partecipando al summit interreligioso organizzato da Sant’Egidio per far dialogare uomini e culture. L’idea ipotizzata dal primo cittadino della Capitale è un museo simile a quello esistente a New York, ad Ellis Island…

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Martedì 5 Settembre 2006 Chiudi

Prodi: aiuti al festival perché resti forte

dal nostro inviato

VENEZIA Strappando un paio d’ore alla festa della Margherita a Caorle, Prodi ieri sera è sbarcato al Lido. Una breve passeggiata davanti al Palazzo del Cinema con Croff e Rutelli, poi una dichiarazione che ha riempito di gioia il presidente della Biennale: «La Mostra è una delle più grandi manifestazioni culturali del Paese», ha detto il premier, «e sia pure brevemente, io sono venuto a sottolineare il sostegno del governo per la modernizzazione e anche gli eventuali investimenti perché il festival mantenga la sua forza e il suo significato. E’ un impegno del governo non verso Venezia ma verso l’Italia». Il commento di Croff: «E’ un segno fortissimo che ribadisce l’importanza della Biennale e la necessità di costruire il nuovo Palazzo del Cinema». La visita di Prodi ha contribuito a tenere alto, qualora ce ne fosse bisogno, l’umore generale. Le cose vanno a gonfie vele, assicurano Croff e Muller. E con una battuta sintetizzano lo stato d’animo del momento: «Per Il Flauto magico noi avremo Kenneth Branagh e il cast in carne e ossa, mentre il festival di Toronto dovrà accontentarsi di collegarsi via satellite con Venezia».
Il bilancio del festival è positivo: «I seimila accrediti non sono aumentati solo perché le strutture non ce lo permettono», spiega il presidente della Biennale. In compenso sono cresciuti gli abbonamenti, i disservizi e i ritardi degli anni scorsi sono solo un ricordo, la nuova sala stampa funziona. «E i biglietti venduti sarebbero ancora di più se non dovessimo riservare i posti per gli sponsor che ci finanziano e ovviamente pretendono di andare al cinema: quando va bene, delle mille poltrone della Sala Grande possiamo darne a pagamento solo 150-200».
Un motivo di più per accelerare la costruzione del nuovo Palazzo al Lido. Servono cento milioni di euro, chi li metterà? «Con Cacciari, stiamo cercando di sensibilizzare tutti gli imprenditori locali», annuncia Croff. «Devono capire che il Palazzo è un progetto che rappresenta il futuro della città e della Biennale, la principale istituzione culturale italiana. Ma per ora fanno orecchie da mercante: pensano che a Venezia i turisti ci vengono comunque, ogni anno sono venti milioni...». Intanto la Mostra sostiene la rinascita del festival cinematografico di Beirut che dal 4 all’11 ottobre tornerà a svolgersi nella città devastata dalla guerra «per promuovere la pace, la riconciliazione e la ricostruzione».
Le feste continuano. Ieri sera un’elegante ammucchiata di vip nella sede degli Hangar Sorlini ha festeggiato i cento anni di Lancia: c’erano anche Montezemolo, Elkann, Marchionne, tavoli illuminati dal basso, fuochi d’artificio. Stasera, sulla Terrazza Martini, ”Ciak” darà la tradizionale festa. Per Summer Love, il film di mezzanotte di Uklanski, è prevista una spaghettata-western.
Gl. S.

 

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