CINEMA & SOCIETA'

Isabella Angius per Il Riformista
Reportage di Umberto Pizzi


Parlare di Cinema e società significa poter parlare di cultura, politica, giovani, capacità individuali e generazionali e di molto altro. Grazie a Reset e al Dams di Roma Tre ieri si è discusso di tutto questo in un'aula magna affollata da studenti in jeans e piercing e di mostri sacri del cinema italiano: Ettore Scola , Mario Monicelli , Bernardo Bertolucci , Gillo Pontecorvo .
L'occasione era il ricordo di Lino Micciché , docente di Roma Tre, recentemente scomparso, che tra i suoi meriti annovera quello di aver consegnato la laurea honoris causa a Gillo Pontecorvo , regista e «militante politico ma libero dalla militanza partitica» come lo ha definito lo stesso Micciché nella sua Laudatio pubblicata allora da Reset e ricordata da Giancarlo Bosetti, direttore della rivista e moderatore del convegno.

Gillo Pontecorvo - Dams Roma Tre Marco Bellocchio - DAMS Roma Tre  e Reset Ettore Scola e Veltroni Bertolucci a DAMS Roma Tre e Reset Citto Maselli al DAMS Roma Tre

Appassionato il ricordo di Walter Veltroni , che conobbe Micciché nell'88 in occasione della battaglia politica contro l'interruzione pubblicitaria dei film: «sarà una posizione retrò ma io la penso ancora così», afferma il sindaco di Roma tra gli applausi dei giovani di Roma Tre. Il Psi non appoggiò subito la proposta di lasciare i film senza interruzione, così la presenza di Micciché manifestò un atto di rottura.
Bellocchio poi è «spiazzato», e un po' deluso, mentre spiega di non aver ricevuto mai posizioni di potere. «Forse non è l'occasione per fare delle critiche a Micciché» - gelo in sala - «forse dovrei stare zitto, non sono neanche bravo a parlare in pubblico. Micciché aveva un grande progetto politico e culturale e per realizzarlo aveva bisogno di potere.
Mi diede del qualunquista per aver criticato il partito socialista e quello comunista, allora mi arrabbiai. Forse aveva ragione. Capisco ora che non si può rappresentare la politica in diretta rinunciando così alla rappresentazione artistica, alla potenza e il mistero che era il cinema amato da Micciché».
Veltroni risponde subito a Bellocchio «sono stato responsabile del potere di Micciché, sono stato io a nominarlo presidente della Biennale. Oggi la competenza è un accessorio. Ho solo nominato chi di cinema ha sempre saputo». Applauso. Tra i relatori c'è anche Eugenio Cappuccio, trentenne regista, autore di “Volevo solo dormirle addosso” film, che è stato completamente finanziato con i soldi dello Stato.
Da qui l'infinito dibattito, che tanto è piaciuto a registi e studenti, sul finanziamento della cultura da parte dello Stato. Dichiaratamente contro la legge Urbani è Citto Maselli , che col tono vagamente anacronistico ha criticato ferocemente, chissà perché, chi parla dell'esigenza di fare cinema «attraente». Più equilibrato Veltroni : «è un'ipocrisia pensare che la cultura non ha bisogno dello Stato o che non ci siano i soldi. Perché l'Isola dei famosi non è finanziata con i soldi pubblici? - applauso -. Nessuno si scandalizza per una schifezza in televisione e invece è considerata un'indecenza se un film non fa cassetta.
Uno Stato leggero aiuta la libertà di espressione e l'industria culturale anche attraverso i finanziamenti. In tv non si produce più, ci sono i format una parola che ...(applauso). Un giovane ha il diritto di poter fare il primo e anche un secondo film senza incassare. Poi magari al terzo tentativo arriva il capolavoro. Il cinema oggi è più debole perché la società è debole. Il cinema in Africa è più forte, è una società epica capace di rivelarsi.
Oggi persino gli Stati Uniti non sanno raccontarsi. Hanno perso il nemico e l'unico che è stato in grado di descrivere il malessere è stato Michael Moore che però fa documentari. Peccato, quello non è cinema. Un documentario non avrebbe dovuto essere premiato a Cannes». L'applauso degli studenti non c'è stato. Peccato.

da: Dagospia 24 Novembre 2004

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