La videocamera stylo di Giulio QUESTI
15-16 settembre
La videocamera stylo di Giulio Questi
Giulio Questi è un regista che, con pochi film all’attivo, ha lasciato un segno. Ogni sua pellicola ha tracciato nuovi confini, vivisezionato e personalizzato generi cinematografici altrimenti condannati a un’anonima serialità, reinventato nuovi codici linguistici in collaborazione col geniale sceneggiatore e montatore Kim Arcalli (Jules e Kim). Perché Giulio Questi prima che regista è letterato. Prima che cineasta autore. Perché, come teorizzava Alexandre Astruc, Questi si serve della macchina da presa (ora la videocamera) come lo scrittore utilizza la penna. Per raccontare, per scrivere attraverso il cinema. Altrimenti non si spiegherebbe la reinvenzione di un genere come il western all’italiana (Se sei vivo spara), o la contestazione riletta attraverso l’estetica di Bataille (La morte ha fatto l’uovo). Dopo il suo ultimo lungometraggio, Arcana (1972), Questi ha lavorato molto per la televisione. E adesso?
Lasciamo che ce lo spieghi lui in persona: «La videocamera mi concede la stessa libertà creativa che mi dà la penna stilografica quando scrivo un racconto. Cambia il linguaggio e cambia la traccia: la luce invece dell’inchiostro. [...] Ci potevo fare un film. E il protagonista da mettere in relazione con gli oggetti? Abito da solo. Non avevo scelta. Io stesso. E l’antagonista per accendere la scintilla drammaturgica? Quell’altro, quello che vive in ciascuno di noi. Cioè ancora io. Il cast era al completo. Non mi mancava niente. [...] Alla fine, misi in apertura un cartello con il nome di un’immaginaria casa di produzione. Avendo fatto tutto da solo non poteva essere che la Solipso Film».
venerdì 15
ore 17.00
La morte ha fatto l’uovo (1968)
Regia: Giulio Questi; soggetto e sceneggiatura: G. Questi, Franco Arcalli; interpreti: Gina Lollobrigida, Jean-Louis Trintignant, Ewa Aulin, Jean Sobiesky, Renato Romano, Giulio Donnini; origine: Italia/Francia; durata: 90’
Marco e Anna, proprietari di un grande allevamento di polli, sono una coppia in crisi. L’arrivo della nipote turba l’uomo, ma la ragazza, meno innocente di quanto sembri, medita addirittura di uccidere i due zii ed ereditare tutto. «La grave meditazione di Questi trova riscontri quotidiani nel monopolio televisivo, nell’assurda concentrazione dei grandi capitali [...] fenomeni influenti verso un risultato disastroso» (Napoli).
ore 18.40
Arcana (1971)
Regia: Giulio Questi; soggetto e sceneggiatura: Franco Arcalli, G. Questi; interpreti: Lucia Bosè, Maurizio Degli Esposti, Tina Aumont, Renato Paracchi, Rosaria, Dario Viganò; origine: Italia; durata: 111’
Una vedova in ristrettezze economiche s’improvvisa maga (o lo è davvero?) per arrotondare la magra pensione. Il figlio vuole usare le arti della madre per circuire una ragazza. «È un film rituale ed eccentrico sul disordine metropolitano e i suoi misteri, difficile da catalogare e da decifrare perché conduce il suo discorso per linee interne con accostamenti e contrapposizioni di carattere poetico più che prosastico, in continua oscillazione tra antropologia e psicanalisi, normale e paranormale, realistico e fantastico, magia e rivolta sociale» (Morandini).
ore 20.45
Incontro con Giulio Questi
A seguire il regista interverrà e commenterà dal vivo i suoi ultimi film:
Doctor Schizo e Mister Phrenic (2002)
Regia: Giulio Questi; origine: Italia; durata 15’
In genere le convivenze sono difficili. Ma ancora di più difficile è la convivenza col proprio doppio se una persona vive sola. In questo caso la schizofrenia è in agguato in ogni angolo della casa.
Lettera da Salamanca (2002)
Regia: Giulio Questi; origine: Italia; durata: 21’
Nel pieno della notte, mentre il protagonista è intento a sfogliare un libro, qualcuno suona alla porta. Lo sconosciuto è un uomo senza volto, ma col cappello. Ha con sé una lettera importante da consegnare.
Tatatatango (2003)
Regia: Giulio Questi; origine: Italia; durata: 14’
Un anonimo appartamento. Due uomini e una donna. Un classico triangolo per un dramma della gelosia. Al suono tormentone di un tango di Gardel.
Mysterium noctis (2004)
Regia: Giulio Questi; origine: Italia; durata: 35’
Un blackout in una notte senza fine. Alla luce delle candele il protagonista tiene un diario. Ma nel silenzio nascono incubi e ossessioni d’ogni tipo (anche cinefile). Ma l’alba tanto attesa è una falsa salvezza.
Repressione in città (2005)
Regia: Giulio Questi; origine: Italia; durata: 26’
Due agenti della squadra speciale Gay-Lussac al servizio della Società del Gas penetrano nell’appartamento di un pacifico utente mentre sta facendo il bagno. Lo accusano di aver sottratto molecole alla Società mediante un magnete applicato sui tubi dell’impianto di casa allo scopo di arricchire la propria anima.
Vacanze con Alice (2005)
Regia: Giulio Questi; origine: Italia; durata: 18’
Suggestionato dalla lettura di Alice nel paese delle meraviglie, un anziano signore in vacanza evoca una bella bambina che, perdutasi in un bosco, gli chiede aiuto. Ben presto verranno svelate le reali intenzioni dell’uomo e la sua pedofilia verrà punita dalla bambina che egli stesso ha evocato.
Visitors (2006)
Regia: Giulio Questi; origine: Italia; durata: 22’
Sono passati sessant’anni dalla guerra civile degli anni 1944-1945, ma i morti non hanno pace, aggirandosi come anime in pena. Non possono scomparire finché sia ancora in vita qualcuno che li abbia in qualche modo conosciuti.
sabato 16
ore 17.00
Arcana
(replica)
ore 19.00
La morte ha fatto l’uovo
(replica)
ore 20.45
La prima notte (Viaggio di nozze) (ep. de Le italiane e l’amore, 1961)
Regia: Giulio Questi; soggetto e sceneggiatura: G. Questi; interpreti: Antonietta Caiazzo, Mario Colli; origine: Italia; durata: 10’
Durante il viaggio di nozze il marito scopre che la moglie non è vergine. Le conseguenze saranno ineluttabili e drammaticamente definitive. Episodio de Le italiane e l’amore, film composto da undici storie realizzate da undici registi. Casi autentici, tratti da alcune lettere inviate ai giornali. Lettere raccolte da Gabriella Parca nel suo libro Le italiane si confessano e scelte in seguito da Cesare Zavattini.
a seguire
Se sei vivo spara (1967)
Regia: Giulio Questi; soggetto: Maria Del Carmen, Martinez Roman; sceneggiatura: G. Questi, Franco Arcalli; collaborazione alla sceneggiatura: Benedetto Benedetti; interpreti: Tomas Milian, Marilù Tolo, Milo Quesada, Piero Lulli, Miguel Serrano, Raymond Lovelock; origine: Spagna/Italia; durata: 115’
Uno dei western all’italiana più originali e più violenti con sprazzi surrealisti e risvolti psicanalitici, divenuto giustamente un oggetto di culto. «Il film è tributario più a Edgar Allan Poe che a Bret Harte, più a Roger Corman che a John Ford [...]. Le ineffabili crudeltà toccherebbero punte insopportabili se non si rifacessero all’aggressività sorniona di Buñuel e Dalì» (Kezich).
ore 23.00
Il passo (ep. di Amori pericolosi, 1964)
Regia: Giulio Questi; soggetto e sceneggiatura: G. Questi; interpreti: Juliette Mayniel, Frank Wolff, Graziella Granata, Piero Morgia; origine: Italia; durata: 40’
Un ufficiale, d’intesa con la bella cameriera di cui è innamorato, decide di sbarazzarsi della moglie semiparalizzata alle gambe, avvelenandola, ma la donna si rende conto dell’atroce piano dei due amanti. Arcalli sperimenta per la prima volta il montaggio alternato al servizio del crudele surrealismo di Questi.
Domenico Monetti - Centro Sperimentale di Cinematografia