CINEMA TREVI - ARCHIVIO NAZIONALE -PROGRAMMA FEBBRAIO 2006

  
Programma Cinema Trevi febbraio 2006

In breve:

Da mercoledì 1 a domenica 5 febbraio: L'occhio indiscreto di Salvatore Samperi

Martedì 7 febbraio: Saggi d'autore

Mercoledì 8 e giovedì 9 febbraio: Ferreri: io e Buñuel

Da venerdì 10 a domenica 26: Angeli sterminatori: i film di Luis Buñuel

Martedì 28: Lo splendore del vero: il documentario italiano

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mercoledì 1

L'occhio indiscreto di Salvatore Samperi

Il volto bellissimo di Lisa Gastoni di fronte a uno specchio. La carne giovanissima e il reggicalze di Laura Antonelli. I tormenti adolescienziali di Alessandro Momo. La società borghese vivisezionata attraverso molteplici linguaggi (la satira antimilitarista di Sturmtruppen , i drammi sontuosi e perfetti come Nené e Ernesto , lo pseudo-giallo Uccidete il vitello grasso e arrostitelo ) dove l'iniziazione sessuale appare a una lettura superficiale l'appagamento di spettatori troppo voyeuristi e il sicuro incasso al botteghino, in realtà metafora neanche troppo allegorica del passaggio crudele e terribile dalla giovinezza verso il mondo adulto. Cinema senza redenzione se è vero che il cancro della società borghese risiede proprio nella famiglia stessa. Il cinema di Salvatore Samperi offre a volte una via di fuga nella risata, sempre più simile però a un grido liberatorio visto che dalle illusioni della contestazione (il regista padovano appartiene alla generazione di Faenza e di Bellocchio) poco è mutato. Il panorama attuale regala ben poche possibilità alle indiscrezioni di un regista che ha fatto della macchina da presa un bisturi della società italiana, volontariamente sorda e cieca ai propri vizi privati, ma sempre pronta a esibire le presunte pubbliche virtù.

«Il moralismo di Samperi, come tutti i moralismi, è un umanesimo; esso attacca i mass media e il neocapitalismo in difesa dell'integrità umana minacciata. In altri tempi si sarebbe detto che Samperi è “un idealista”» (Alberto Moravia).

ore 17.00

Vai alla grande (1983)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: Galliano Juso, Cesare Frugoni, Gino Capone; sceneggiatura: Galliano Juso, Cesare Frugoni; interpreti: Massimo Ciavarro, Lara Wendel, Danilo Mattei, Diego Cappuccio, Fabrizio Temperini, Paolo Baroni; produzione: Cinemaster; durata: 91'

A Rimini, durante un lungo e grigio autunno, un gruppo di giovani, capitanati da Giorgio, rivaleggiano con altri giovani, considerati i ricchi della zona. Quando giunge Karin, una bella tedesca di cui tutti ignorano il passato di prostituta, fra i due gruppi è lotta aperta.

ore 19.00

Nené (1977)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: dal romanzo omonimo di Cesare Lanza; sceneggiatura: Alessandro Parenzo, Salvatore Samperi; interpreti: Sven Valsecchi, Leonora Fani, Tino Schirinzi, Vittoria Valsecchi, Paola Senatore, Rita Savagnone; produzione: San Francisco Film; durata: 100'

I disinganni e le curiosità erotiche dell'infanzia attraverso i sorrisi e i pianti del piccolo, precoce e sdentato Jo, innamorato della cugina Nené più grande e già più esperta. Sullo sfondo: un'imprecisata campagna lacustre che potrebbe essere padana e le elezioni del 18 aprile 1948 con la sconfitta del Fronte popolare delle sinistre. Tra i migliori film di Salvatore Samperi, Nené annovera la pastosa fotografia di Pasqualino De Santis, le musiche di Francesco Guccini e un Ugo Tognazzi nella parte del barbiere rosso padano, che non figura nei titoli.

ore 21.00

Ernesto (1979)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: dal romanzo omonimo di Umberto Saba; sceneggiatura: Barbara Alberti, Amedeo Pagani, Salvatore Samperi, José Luis Martinez Molla; interpreti: Martin Halm, Michele Placido, Virna Lisi, Turi Ferro, Renato Salvatori, Lara Wendel; produzione: Clesi Cinematografica, José Frade P.C. (Madrid), Albatros Filmproduktion (Monaco), CLIC; durata: 95'

Nella Trieste del 1898, un ragazzo triestino scopre le sue tendenze omosessuali nell'incontro con un giovane facchino. Licenziato dal lavoro, ricomincia a studiare violino e si fidanza con la sorella di un ricco amico ebreo. Tratto dal romanzo omonimo in cui il poeta Umberto Saba rievoca la propria gioventù, il film è un elegante e decoroso ritratto d'ambiente della Trieste mitteleuropea, grazie anche alla splendida fotografia di Camillo Bazzoni.

giovedì 2

ore 17.00

Sturmtruppen (1976)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: tratto dall'omonima striscia a fumetti di Bonvi; sceneggiatura: Renato Pozzetto; collaborazione alla sceneggiatura: Cochi Ponzoni, Maria Pia Fusco, Vittorio Vighi; interpreti: Renato Pozzetto, Lino Toffolo, Cochi Ponzoni, Teo Teocoli, Jean Pierre Marielle, Corinne Cléry; produzione: Irrigazione Cinematografica, Julia Cinematografica - Produzioni Cinematografiche e Televisive, Films Jacques Leitienne (Parigi); durata: 106'

Sgangherata satira antimilitarista, tratta dai fumetti di Bonvi, in cui i protagonisti sono soldati nazisti. Sturmtruppen risulta essere un esempio più unico che raro tra i nonsense alla Helzapoppin , grazie a una comicità astratta e senza leggi, e un epilogo anarcoide e demenziale alla Mash .

ore 19.00

Stumtruppen 2 - Tutti al fronte (1982)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto e sceneggiatura: Bonvi, Giancarlo Governi; interpreti: Massimo Boldi, Teo Teocoli, Giorgio Ariani, Felice Andreasi; produzione: Clemi Cinematografica; durata: 95'

Bonvi firma, insieme a Giancarlo Governi, la sceneggiatura della seconda trasposizione cinematografica dei suoi fumetti, a sei anni di distanza dalla prima. Qualche defezione nel cast (Pozzetto e Ponzoni), molti nomi nuovi (Bombolo, Cannavale, Salvi, Ariani), ma la sostanza non cambia: un reparto di strampalati soldati combatte la sua demenziale guerra a colpi di gags e barzellette. Un anno dopo esploderà il fenomeno televisivo di Drive in , che molto deve al cinema comico di quegli anni.

ore 21.00

Liquirizia (1979)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto e sceneggiatura: Giorgio Basile, Gianfranco Manfredi , Salvatore Samperi; interpreti: Stefano Ruzzante, Massimo Anzelotti, Christian De Sica, Jenny Tamburi, Tino Schirinzi, Enzo Cannavale; produzione: Alex Cinematografica, Hera Cinematografica; durata: 97'

Il mondo provinciale degli anni '50, quello della giovinezza del regista: a Padova due classi di scuole rivali decidono di chiudere l'anno scolastico 1959 in maniera originale, organizzando uno spettacolo teatrale. Nel cast figurano anche Giancarlo Magalli e Ricky Gianco che scatena il pubblico del fallimentare show nella distruzione del teatrino.

venerdì 3

ore 17.00

Casta e pura (1981)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: Bruno Di Geronimo, Ottavio Jemma; sceneggiatura: Bruno Di Geronimo, Ottavio Jemma, José Luis Martinez Molla; interpreti: Laura Antonelli, Christian De Sica, Fernando Rey, Enzo Cannavale, Massimo Ranieri, Gabrielle Lazure; produzione: International Apollo Films; durata: 95'

Don Antonio è un ricco possidente che vive in una villa del Veneto e che induce la moglie moribonda a far giurare la figlia, erede universale, di rimanere nubile. Samperi torna allo spirito anticlericale e borghese con uno spirito ironico e dissacrante sempre più ludico, ma anche forse più rassegnato.

 

ore 19.00

Fotografando Patrizia (1984)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: Massimo Di Luzio, Riccardo Ghione, Salvatore Samperi; sceneggiatura: Riccardo Ghione, Edith Bruck, Salvatore Samperi; dialoghi: Edith Bruck; interpreti: Monica Guerritore, Lorenzo Lena, Gianfranco Manfredi , Gilla Novak, Saverio Vallone, Tinì Cansino; produzione: Dania Film, Filmes International, Globe Films, National Cinematografica; durata: 91'

Quando muore la vecchia governante che fino a quel momento si era occupata di Emilio, l'incombenza tocca a Patrizia, sua sorella. Il giovane, che ha problemi fisici e mentali, passa le sue giornate a guardare riviste e videocassette porno. Il rapporto fra i due diventa sempre più torbido. A 41 anni Salvatore Samperi torna agli umori e ai toni di Grazie zia , accentuando gli aspetti morbosi con palesi compiacimenti, ben illuminati dal direttore della fotografia Dante Spinotti.

 

ore 21.00

Uccidete il vitello grasso e arrostitelo (1970)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto e sceneggiatura: Salvatore Samperi, Dacia Maraini; interpreti: Maurizio Degli Esposti, Jean Sorel, Marilù Tolo, Gigi Ballista, Pier Paolo Capponi, Noris Fiorina, Bernadette Kell; produzione: Mars Film Produzione; Prodigo Film; durata: 92'

Un giovane torna in famiglia dopo una lunga permanenza in un collegio svizzero. Scopre nel fratello maggiore Cesare e nella sua amante-cugina i responsabili della morte del padre, ma finirà male a sua volta. Un giallo sessantottino morboso e malato, pretesto ideale per Samperi per scavare nella dissoluzione della famiglia borghese.

 

sabato 4

ore 17.00

Malizia 2mila (1991)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto e sceneggiatura: Ottavio Jemma, Salvatore Samperi; interpreti: Lauara Antonelli, Turi Ferro, Roberto Alpi, Luca Ceccarelli , Barbara Scoppa, Miko Magistro; produzione: Clesi Cinematografica; durata: 103'

Le pruderie erotiche degli anni '70 sono ormai lontane anche per Samperi, che non è più il ragazzaccio scandalo del cinema italiano, così come per la Antonelli che, disavventure personali a parte, deve intonare la propria presenza ad una bellezza meno dirompente e più autunnale, di fronte a un pubblico sordo, ormai assuefatto a salse piccanti di ogni genere.

 

ore 19.00

Peccato veniale (1974)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: Salvatore Samperi, Ottavio Jemma; sceneggiatura: Ottavio Jemma, Alessandro Parenzo; interpreti: Laura Antonelli, Alessandro Momo, Orazio Orlando, Tino Carraro, Lilla Brignone, Monica Guerritore, Lino Toffolo; produzione: Clesi Cinematografica; durata: 100'

Forte dei Marmi, estate 1956: il sedicenne Sandro vive in una famiglia molto distratta (il padre, pensionato, pensa solo alle donne, la madre al cagnolino e il fratello è poco più di un estraneo). Si consola sfogliando riviste erotiche, spiando le coppiette e le signore sulla spiaggia. Quando arriva sua cognata Laura, Sandro ne resta turbato e sedotto. Più malizioso e pruriginoso di Malizia , Peccato veniale preannucia per certe morbosità il cupo melò Scandalo .

 

ore 21.00

Malizia (1973)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: Salvatore Samperi; sceneggiatura: Ottavio Jemma, Salvatore Samperi, Alessandro Parenzo; interpreti: Laura Antonelli, Turi Ferro, Alessandro Momo, Gianluigi Chirizzi, Tina Aumont, Angela Luce; produzione: Clesi Cinematografica; durata: 99'

Capostipite di tutta la futura commedia sexy anni '70, Malizia rappresenta l'abbandono da parte di Samperi dei temi della contestazione, per seguire in modo realistico e accurato gli amori di un adolescente con la propria futura matrigna all'interno della provincia, set ideale di tante commedie all'italiana del bel tempo che fu.

 

domenica 5

ore 17.00

Un amore in prima classe (1980)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto e sceneggiatura: Giorgio Basile, Gianfranco Manfredi , Salvatore Samperi; interpreti: Enrico Montesano, Sylvia Kristel, Lorenzo Ajello, Franca Valeri, Felice Andreasi, Memmo Carotenuto; produzione: Italian International Film, Art et Gestion Cinématographique (Parigi); durata: 95'

Durante un viaggio in treno verso la Calabria, Carmelo, in compagnia del figlioletto Malcom, cerca di conquistare una bella e affascinante paleontologa. Tuttavia il figlio, proprio sul più bello, riesce a rovinare sempre tutto.

 

ore 19.00

Scandalo (1976)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: Salvatore Samperi; sceneggiatura: Ottavio Jemma, Salvatore Samperi; interpreti: Lisa Gastoni, Franco Nero, Raymond Pelllegrin, Andréa Ferreol, Claudia Marsani; produzione: Clesi Cinematografica; durata: 110'

In una cittadina francese nella Francia del 1940, la padrona di una farmacia s'innamora del garzone che lavora con lei, il quale sfoga sulla donna tutto il suo odio antiborghese. Scandalo , ovvero quando il melò si tinge di odio di classe (proletario arrabbiato contro borghesia marcia), imprigionato in una spirale viziosa di servo-padrona e splendidamente illuminato da Vittorio Storaro.

 

ore 21.00

Grazie zia (1968)

Regia: Salvatore Samperi; soggetto: Salvatore Samperi; sceneggiatura: Salvatore Samperi, Sergio Bazzini; collaborazione alla sceneggiatura: Pier Giorgio Murgia; interpreti: Lisa Gastoni, Lou Castel, Gabriele Ferzetti, Luisa De Santis, Massimo Sarchielli, Nicoletta Rizzi, Anita Dreyer; produzione: Doria G. Film; durata: 95'

Grazie zia , opera d'esordio del venticinquenne regista padovano, uscì nelle sale italiane, proprio quando Parigi era in pieno svolgimento il joli mai . Samperi con questo film si segnalò come uno dei più importanti esponenti di quella nuova generazione cinematografica legata agli umori della contestazione. Presentato con successo al festival di Locarno, il film consacrò i due interpreti principali Lou Castel (protagonista di un altro importante esordio: I pugni in tasca ) e Lisa Gastoni (premiata con una Targa d'Oro – David di Donatello). Il direttore della fotografia Aldo Scavarda ha ottenuto il Nastro d'Argento nel 1969.

 

lunedì 6

chiuso

 

martedì 7

Saggi d'autore

Una piccola ma significativa testimonianza della storia del Centro Sperimentale di Cinematografia attraverso la proiezione dei corti diretti o interpretati da alcuni dei suoi allievi più prestigiosi o più promettenti. Dal neorealismo rosa degli anni '50 alle sperimentazioni cinefile degli anni '60 (tralasciando, per ora, le opere nate nel solco della contestazione, alla quale sarà dedicata una rassegna specifica), dal minimalismo anni '80 all'effetto pulp anni '90, la felice infanzia (e adolescenza) del cinema italiano.

 

ore 17.00

Buick '51 (1952)

Regia: Sergio Giordani; interpreti: Oscar Blando, Mariolina Bovo, Vittorio Congia, Antonio Cifariello; durata: 18'

Come ne Gli uomini, che mascalzoni.. di Camerini un meccanico fa un giro per la città con la macchina di un cliente, la Buick, e conquista una divetta dei fotoromanzi. Ma l'avventura non avrà lieto fine e dovrà tornare dalla sua fidanzata, che lo aveva atteso, invano, per ore. Personaggi da commedia in un'atmosfera ancora da neorealismo, in cui si affaccia il fenomeno del divismo, allora applicato al fotoromanzo, come ne Lo sceicco bianco di Fellini.

 

Passeggiata di buon mattino (1953)

Regia: Folco Quilici; interpreti: Michael Simone, Celeste Giraldi, Aldo Seguna, Mariolina Bovo, Vittorio Congia; durata: 17'

Quattro pretini tedeschi vestiti di rosso camminano per la città, di buon mattino, per andare alla posta. L'ultimo della fila si ferma per allacciarsi le scarpe e si perde. Ha così occasione di scoprire Roma, in un susseguirsi di curiosi incontri e di peripezie, originate dalle sue difficoltà linguistiche, fino all'inevitabile lieto fine. Un ritratto della Roma “popolare” anni '50, colta nei suo sgargianti colori primaverili. Un inedito Quilici, che dapprima osserva dall'alto, poi si appassiona alle vicende del suo piccolo eroe e lo riprende per strada, pedinandolo alla Zavattini.

 

Amore un chiodo (1958)

Regia: Giancarlo Romani Adani; interpreti: Rosalba Neri, Giampiero Bugli, Bruno Scipioni; durata: 18'

In una Roma popolare, fra la fine del neorealismo e l'inizio della commedia, una ragazza sviene dopo il matrimonio. Scene di panico fra i parenti, con reciproche accuse, e corsa da una santa per togliere il malocchio alla ragazza. Ma la santa è una bambina che gioca in casa a campana. In bianco e nero, fotografa perfettamente uno scenario caro al cinema italiano dell'epoca: begli scorci di una Roma che non c'è più, le finestre aperte sulla vita degli altri, la capacità di arrangiarsi, le piccole truffe, i miracoli, veri o falsi, la processione dei parenti, gli amori nati per caso, i vicoli stretti, i palazzi fatiscenti, i bambini per strada, l'immancabile “ ‘a, Nando” urlato dalle finestre.

 

Un valzer per Nora (1958)

Regia: Giovanni Fago; interpreti: Orietta Rosati, Gregor Bals, Diana Rabito, Ignazio Dolce, Rosalba Neri; durata: 26'

Liberamente ispirato al romanzo Disordine e dolore precoce di Thomas Mann. Una festa di compleanno vista attraverso gli occhi della sorellina della festeggiata. Felice incursione nel mondo dell'infanzia, velato di tristezza per la condizione della bambina e il peso della madre defunta, mentre i ragazzi ballano e si divertono spensierati e il padre parla di lavoro con un amico. È proprio uno degli invitati alla festa a restituire all'infanzia i suoi diritti negati.

 

Danza macabra (1962)

Regia: Gustavo Dahl; durata: 8'

Da incisioni di Hans Holbein e da musiche di Antonio Vivaldi sperimentazioni artistiche con particolare gusto del dettaglio (e del macabro) a inseguire frammenti di storie sepolte nella mente del pittore. Marco Bellocchio aiuto regista, Giuseppe Lanci fra gli operatori.

 

Uno due e tre (1966)

Regia: Emidio Greco; interpreti: Delia Boccardo, Claudio Trionfi, Oddo Bracci; durata: 26'

Delia Boccardo icona nouvelle vague nelle mani di un Greco ispirato, che duetta con Godard e conclude alla Truffaut, riprendendo la Boccardo per le strade di Roma, e lei lo ricambia con sguardi complici, egualmente cinefili. Divisa tra due uomini che vorrebbero ingabbiarla in un amore borghese, la Boccardo si concede all'uno e all'altro. Offesa e osteggiata, si consegna ai suoi amanti/nemici, invitandoli a giocarsi a dadi il suo amore. Poi li abbandona al loro destino: “Conservatevi bene”, dando un calcio alle loro convenzioni, alla loro onorabilità, al loro abbigliamento, alle loro facce, superate, inespressive, anacronistiche. Vuote. Fermo immagine, in bianco e nero, sugli anni sessanta prima del '68.


 

ore 19.00

Freezer (1980)

Regia: Ugo Fabrizio Giordani, Stefano Reali; interpreti: Milena Vukotic, Corrado Gaipa, Remo Girone, Luigi Di Gianni; durata: 31'

In bianco e nero una riuscita incursione nel thriller, sostenuta da una grande prova di tre splendidi attori: Corrado Gaipa scrittore di gialli di successo, Remo Girone (con i baffi, quasi irriconoscibile) suo oppresso tuttofare, costretto a battere a macchina, cucinare, fare la spesa, mandare avanti la casa, Milena Vukotic, invadente vicina di casa con la passione per le torte. Musiche originali di Stefano Reali, in sintonia con la suspense evocata dallo scrittore.

 

Aldis (1982)

Regia: Giuseppe Gaudino; interpreti: Stefano Abbati, Riccardo Incagnoli; durata: 42'

Sperimentazioni visive, attorno al volto e al corpo di una marionetta di legno che si rianima. Colto, affascinante, complesso, di difficile decifrazione, più vicino alla videoarte che al cinema, sospeso fra immaginazione e memoria, anche gli attori sono simulacri che si agitano in uno spazio senza realtà, immateriale.

 

Tu sei differente (1985)

Regia: Alberto Taraglio; interpreti: Sergio Castellitto, Monica Rametta, Clara Colosimo, Pierluigi Cuomo, Alberto Mangiante; durata: 39'

Vite di Francesco Grigioni, oscuro impiegato dell'ufficio di collocamento, e di Diana Parmeggiani, neo laureata in attesa di prima occupazione. Inevitabile l'incontro, con effetti tragici per entrambi. Lui conduce un programma in una radio e sogna di sfondare in tv, lei sogna l'amore. Voce fuori campo (di Pino Locchi), immagini di repertorio, fotografie, interviste, per ricostruire la vita dei due. Ispirato a un fatto di cronaca, riletto da Taraglio con ironia e spensieratezza e calibrato sulla simpatia di un giovanissimo e naïf Castellitto.


 

ore 21.00

Traum (sonno e sogno) (1985)

Regia: Arnaldo Gege Catinari; durata: 12'

Associazioni visive, videoarte, specchi, una vecchia stanza, libri per terra, fotografie, il passato che ritorna, il futuro tecnologico che si affaccia, un incubo, un sogno. Volti che fuoriescono da quadri: il sonno genera mostri. Estenuante, inquietante, affascinante. Catinari è uno dei più affermati direttori della fotografia dell'ultima generazione ( Come te nessuno mai , Almost Blue , Caterina va in città , Il caimano di Nanni Moretti).

 

Sintonie notturne (1987)

Regia: Massimo Martella; interpreti: Roberto De Francesco, Francesca Neri, Daniela Cerri, Iaia Forte, Roberta Lena, Paolo Virzì; durata: 33'

Tipico prodotto del minimalismo (e del giovanilismo) anni '80, di cui De Francesco è un volto (condannato alle parti di eterno bravo ragazzo) particolarmente efficace. Studente, conduce alla radio il programma Sintonie notturne , consola le compagne di classe, ma a lui nessuno lo ascolta o lo comprende. Ci prova con tutte e finisce sempre male. Un personaggio in punta di matita, già fuori sincrono. Soggetto e sceneggiatura di Doriana Leondeff ( Pane e tulipani ).

 

Effetto placebo (Il mago Hosass) (1995)

Regia: Eros Puglielli; interpreti: Andrea Sasso, Stefania Rocca , Eros Puglielli, Emiliano Campagnola, Federico Di Pofi, Clive Riche; durata: 14'

La storia del mago Hosass in stile Zelig . Falso documentario (in bianco e nero) sulle doti (?) di un alieno dell'etere televisivo nei ricordi di chi lo ha conosciuto. Puglielli ne segue le gesta dietro e davanti la macchina da presa, la Rocca ne è la vittima predestinata.

 

Prima della fucilazione (1997)

Regia: Salvatore Mereu; interpreti: Ivano Marescotti, Fausto Siddi, Massimo Sarchielli, Federico Di Pofi, Valeria D'Obici; durata: 17'

Liberamente tratto da Lettere a Fannia di Salvatore Mannironi, l'avvocato, interpretato da Marescotti, fra i padri della Costituzione. Ambientato a Nuoro nel 1936, racconta l'ultimo giorno di vita di un condannato a morte, assistito da un umanissimo avvocato, che non può rivelargli la verità. Una verità che il condannato in cuor suo già conosce e di cui soffre soprattutto per la madre e la sorella. Grande intensità nei dialoghi e negli sguardi fra Marescotti e Siddi: un gioco di silenzi, di frasi strappate a forza, di elusioni, di fughe e di ritorni. Perfetto nella sua brevità: in poche scene racchiude una storia, due destini e la Storia. Esplode in tutto il suo rigore il talento di Mereu.

 

Anna! (1999)

Regia: Costanza Quatriglio; interpreti: Chiara Stampone, Carlotta Bortesi, Franco Senica, Alessandro Chianura; durata: 9'

I pensieri di una ragazza che lavora al mattatoio. Ossessionata dalla sporcizia, pulisce il sangue. Pulp senza fiction. Opprimente. Per stomaci forti. Costanza Quatriglio impressiona, in tutti i sensi.

 

Monnalisa (1999)

Regia: Matteo Delbò, interpreti: Sandro Dori, Silvia Ferreri, Victor Cavallo, Andrea Sasso; durata: 28'

Solitudine di uno sfasciacarrozze. Desolante. Per conto di una banda di piccoli malviventi, capitanati da Victor Cavallo, tiene segregata una ragazza dell'est, da avviare alla prostituzione. Un giorno si ribella e la libera. Grande descrizione di un territorio di frontiera, nascosto nel cuore sporco della città. Prima di Velocità massima e senza corse di macchine, eppure più compiuto, di maggior impatto. Grandissimo Sandro Dori, splendida “maschera” del cinema italiano ( Il medico della mutua , Brancaleone alle crociate , Il deserto dei tartari ). David di Donatello 2000 per il miglior cortometraggio.

 

mercoledì 8

Ferreri: io e Buñuel

«Buñuel è un signore che ha ancora dei tabù, delle paure, una ideologia ben salda di origine ottocentesca contro cui cerca invano di scagliarsi. [...] Io sono un italiano che ha assorbito quello che gli interessava della letteratura spagnola, lui è calato invece nella cultura spagnola, nelle credenze e nelle superstizioni di lì. Lui ha ancora paura della grandine, del tuono, di Dio, dei preti. Io assolutamente no. A me piacciono i film di Buñuel ma non condivido per niente quello che dice. Può darsi che ci sia un accostamento in quanto anch'io uso i nani, le vecchie, la brutta gente come fa Buñuel. Però è un accostamento esteriore» (Maurizio Grande, Marco Ferreri , Il Castoro Cinema, La Nuova Italia , Firenze,1980).

 

ore 17.00

El pisito (1958)

Regia: Marco Ferreri, Isidoro M. Ferri; soggetto: da un racconto Raphael Azcona; sceneggiatura: Marco Ferreri, Raphael Azcona; interpreti: José Luis Lopez Vazquez, Maria Carrillo, Concha Lopez Silva, José Cordero, Andrea Moro, Celia Condo; produzione: Documento Film; durata: 90'

Un impiegato di Madrid rinvia le nozze perché non possiede una casa. Per risolvere il problema sposa la proprietaria della pensione in cui vive, attendendone la morte e l'eredità. Film d'esordio di Ferreri, presentato al festival di Locarno, dove ottiene il premio Fipresci. Muovendo da uno spunto neorealista, il regista svela il lato grottesco e cinico della quotidianità. La critica è costretta a cercare fuori dall'Italia possibili affinità: Bardem, Berlanga, ma soprattutto Buñuel. Non male per un giovane “emigrato” in Spagna per vendere attrezzature cinematografiche.

 

ore 19.00

El cochecito (1960)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: da un racconto Raphael Azcona; sceneggiatura: Marco Ferreri, Raphael Azcona; interpreti: José Isbert, Pedro Porcel, José Luis Lopez Vazquez, Maria Luisa Ponte, Antonio Gavilan, Lepe; produzione: Portabella Film; durata: 88'

L'altra faccia di Umberto D. : un ricco borghese, ormai anziano, completamente ignorato dalla sua famiglia, sopravvive in preda alla noia. Trascorre le giornate con un gruppo di paralitici, ma viene escluso anche da loro, quando essi, ad uno ad uno, acquistano el cochecito , la carrozzella a motore. A Don Anselmo non rimane altro che procurarsi una carrozzella, ad ogni costo... Terzo e ultimo film spagnolo di Ferreri, che vince numerosi premi e ottiene vasti consensi dalla critica. Il teatro della crudeltà ferreriano comincia a mietere le sue vittime: l'ipocrisia familiare, la vecchiaia, la normalità.

ore 21.00

L'ape regina (1963)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Goffredo Parise; sceneggiatura: Rafael Azcona, Marco Ferreri; collaborazione alla sceneggiatura: Diego Fabbri, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa; interpreti: Ugo Tognazzi, Marina Vlady, Walter Giller, Linda Sini, Riccardo Fellini, Igi (Gianluigi) Polidoro; produzione: Sancro Film, Cocinor (Parigi), Films Marceau (Parigi); durata: 90'

Il matrimonio secondo Ferreri: tomba dell'amore e non solo... Un quarantenne si decide a compiere il grande passo portando all'altare una ragazza molto più giovane, illibata e di buona famiglia. Ma la coppia “scoppia” sotto il peso delle convenzioni. Primo film “italiano” del regista milanese, il quale sovverte l'ordine familiare scatenando la reazione della censura, che manomette il film e cambia il titolo ( Una storia moderna: l'ape regina ) per circoscrivere l'attacco del regista a una critica della modernità. Con tanto di dichiarazione in apertura, imposta a Ferreri, di difesa dei «solidi e immutabili principi della morale e della religione». Dichiarazione di principio che non resiste all'urto del film, che valse a Marina Vlady il premio a Cannes per la migliore interpretazione femminile.

 

giovedì 9

ore 17.00

L'harem (1967)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Marco Ferreri, Rafael Azcona, Ugo Moretti; sceneggiatura: Marco Ferreri; interpreti: Carroll Baker, Gastone Moschin, Renato Salvatori, Bill (William) Berger, Michel Le Royer, Clotilde Sakaroff; produzione: Alexandra Produzioni Cinematografiche, Sancro International, Paris Cannes Production (Parigi); durata: 96'

Una giovane e affermata architetto intrattiene relazioni sentimentali con più uomini finendo per apparire, ai loro occhi, come una nemica piuttosto che come un'amante. Ferreri gioca sul tema dell'emancipazione femminile e tenta di scardinare il processo di costruzione del film: « L'harem è un film che ho montato contro come l'ho girato; e che ho girato contro come l'ho scritto». Titoli di Mario Schifano e cameo di Ugo Tognazzi.

 

ore 19.00

Il seme dell'uomo (1969)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Marco Ferreri; sceneggiatura: Marco Ferreri, Sergio Bazzini; interpreti: Anne Wiazemsky, Marco Margine, Annie Girardot, Rada Rassimov, Maria Teresa Piaggio, Milvia Frosini; produzione: Polifilm; durata; 113'

La televisione annuncia la fine del mondo a causa di una misteriosa peste e i due giovani protagonisti si rifugiano in una casa in riva al mare. Lui vorrebbe assicurare un futuro all'umanità attraverso la procreazione, lei si rifiuta. Come scrisse Maurizio Grande, «la fecondazione della donna è l'ultimo gesto di consenso ad un mondo di valori morti che si vuole ricostituire nella falsità ideologica di una visione acritica della realtà e della società». Il dissolversi del mondo fotografato dall'occhio apocalittico di Ferreri, che sancisce la fine dei sogni infantili attraverso il ritrovamento dello scheletro di una balena mentre la bandiera del consumismo, una bottiglia della Pepsi-Cola, vola nell'aria.

 

ore 21.00

La grande abbuffata (1973)

Regia: Marco Ferreri; soggetto: Marco Ferreri; sceneggiatura: Marco Ferreri, Rafael Azcona; interpreti: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Andréa Férreol, Monique Chaumette; produzione: Films 66 (Parigi), Mara Films (Parigi), Capitolina Produzioni Cinematografiche; durata: 125'

Il film scandalo di Ferreri. Quattro amici si riuniscono in una villa fuori Parigi per trascorrere una notta a base di cibo e sesso. Fino alla nausea, fisica ed esistenziale. Il gusto dell'eccesso esalta i temi cari al regista: l'isolamento, la spinta all'autodistruzione, generata dal consumismo, la degradazione, la morte dell'individuo, dietro la quale si cela il declino di una società. Il tutto condito con humour nero e una vena sarcastica che mette a nudo la disperazione dell'essere umano. Un film strabordante che cancella i limiti di tutto ciò che è ragionevole.

 

10-26 febbraio

Angeli sterminatori: i film di Luis Buñuel

«Luis Buñuel, nato nell'anno 1900, è uno degli artisti e intellettuali più identificabili col secolo appena concluso: ripensare i suoi film significa attraversare l'intera cultura del Novecento, letteratura e arti figurative, modernismo e avanguardie, psicoanalisi e surrealismo, pensiero critico e contestazioni. (…) Film che sono sempre, anche quando non lo sembrano, delle grandi storie, da Un Chien andalou del 1929 a Quell'oscuro oggetto del desiderio del 1977, passando per capolavori dell'intelligenza e dello sguardo quali Nazarin , Viridiana , Bella di giorno , Il fascino discreto della borghesia e piccoli film culto bizzarri e inquietanti come Él o Estasi di un delitto . (…) Buñuel è dunque “lo sguardo del secolo”, ma l'immagine e la metafora dell'occhio, a partire da quello celebre, tagliato da un colpo di rasoio nella prima inquadratura del suo primo film, non bastano a definire un autore di cui bisogna anche osservare la mano: quella che tiene il rasoio e che fin dall' inizio si fa segno di uno stile deciso e personalissimo e insieme di corporeità e materialità».
(Alberto Farassino, Tutto il cinema di Luis Buñuel , Baldini & Castoldi, Milano, 2000)

La retrospettiva – realizzata in collaborazione con la Cineteca del Comune di Bologna e con il Museo Nazionale del Cinema di Torino – non avrebbe potuto aver luogo senza il contributo fondamentale della Filmoteca Española di Madrid.

 

venerdì 10

ore 17.00

Él (Lui, 1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal racconto Pensamientos di Mercedes Pinto; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Arturo De Córdova, Delia Garcés, Aurora Walker, Carlos Martínez Baena; produzione: Nacional Films; durata: 100'

Francisco è un uomo che riassume in sé tutti i peggiori vizi da sempre messi alla berlina da Buñuel: religiosità di facciata, misoginia, impotenza sessuale, gelosia e possessività patologiche (l'uomo in questione progetta di ricucire il sesso della moglie Gloria). Tutte le cifre buñueliane si ritrovano, con una particolare insistenza per il feticismo dei piedi.

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

 

ore 19.00

Nazarin (1958)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Benito Pérez Galdós; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Francisco Rabal, Marga López, Rita Macedo, Jesús Fernández, Ofelia Guilmain, Noé Nurayama; produzione: Manuel Barbachano Pontes (Messico); durata: 94'

Tratto dal romanzo di Benito Pérez Galdós, il film racconta la storia di un'ossessione di santità, capace solo d'incontrare duri fallimenti: seguendo le disavventure di un prete donchisciottesco, Buñuel stigmatizza tutto il potere di alienazione che un certo messaggio cristiano ha dimostrato di possedere. Insolitamente sobrio il bianco e nero di Gabriel Figueroa, dove le ossessioni figurative rimandano a Goya e si fondono con i tipici sberleffi surrealisti del cineasta. Premio speciale della giuria a Cannes.

Copia proveniente dal Museo Nazionale del Cinema di Torino

 

ore 21.00

Viridiana (1961)

Regia Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Silvia Pinal, Fernando Rey, Francisco Rabal, Margarita Lozano, Victoria Zinny, Teresita Rabal, Lola Gaos, José Calvo, Joaquìn Rosa; produzione: UNINCI, Film 59; durata: 90'

La giovane Viridiana sta per prendere i voti. Ma il suo ricco zio s'innamora di lei, tenta di violentarla e infine si suicida. Pur rinunciando al convento la giovane decide di dedicarsi alla carità, ma i suoi buoni propositi falliscono miseramente. Tre anni dopo Nazarin , un'altra imitatio Christi finita male: gli istinti vincono sulla religione e rimane il dubbio, quasi bressoniano, sulla presenza enigmatica e vittoriosa del Male nel mondo. Palma d'oro a Cannes e primo film dell'attore Fernando Rey con Buñuel.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

 

sabato 11

ore 17.00

La fièvre monte à El Paso (L'isola che scotta, 1959)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo di Henri Castillou; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza, Charles Dorat, Louis Sapin, Henri Castillou; interpreti: Gérard Philipe, Jean Servais, María Félix, Raúl Dantés, Domingo Soler, Víctor Junco; produzione: Groupe des Quatre, Filmex (Messico-Francia); durata: 97'

«È forse il film di Buñuel dalla trama più complicata, riflesso della politica degli intrighi che racconta e stigmatizza [...]. Buñuel accetta pienamente lo statuto divistico di Maria Felix: la inquadra sempre con attenzione e rispetto, esaltandone la figura con giochi di specchi o con le luci e ombre del maestro Figueroa, e il personaggio non manca di una sua forza. Sprezzante, sicura di sé, padrona dei suoi uomini, Inés non si preoccupa che qualcuno possa vederla mentre bacia il colonnello suo amante. D'altra parte, come gli dice in una memorabile battuta, è così simile a suo marito che non le sembra neanche di tradirlo» (Alberto Farassino).

Proiezione in dvd

 

ore 19.00

Ensayo de un crimen (Estasi di un delitto, 1955)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Rodolfo Usigli; sceneggiatura: Luis Buñuel, Eduardo Ugarte Pagés; interpreti: Ernesto Alonso, Miroslava Stern, Rita Macedo, Ariadna Welter, José María Linares Rivas, Andrés Palma; produzione: Alianza Cin. (Messico); durata: 91'

«Il libro di Rodolfo Usigli, con la sua ricercatezza estetizzante assai poco consona al cinema di Buñuel, voleva essere più un ritratto critico della ricca borghesia che un'analisi psico-entomologica del personaggi. Certo Buñuel, come sempre, non si sottrae all'osservazione e alla critica sociale [...]. Ma soprattutto gli interessa il protagonista, un altro dei suoi grandi eroi, così simile a quello di El nella sua criminalità inespressa, nella sua impotenza, nel suo essere votato alla frustrazione continua. I suoi sono ensayos di crimini, e cioè saggi, prove, anche nel senso teatrale del termine. Sostituzioni, simulazioni di delitti. Egli è un artista e un regista. Meticoloso come ogni dilettante evoluto. Un paranoico verso se stesso e dunque un poeta» (Alberto Farassino).

Copia proveniente dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano

 

ore 21.00

Los olvidados (I figli della violenza, 1950)

Regia: Luis Buñuel; soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Estel Inda, Miguel Inclán, Alfonso Mejia, Roberto Cobo, Alma Delia Fuentes, Francisco Jambrina; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 88'

Terzo film messicano di Buñuel, presentato e premiato a Cannes nel 1951, rilanciò la sua fama in Europa. Definito dallo stesso cineasta «film di lotta sociale», Los olvidados racconta la vita misera, le imprese criminali e la morte di alcuni ragazzi in un quartiere povero di Città del Messico. Crudele e malinconico «poema d'amore sulla mancanza d'amore» (Mino Argentieri), Los olvidados è «un'opera precisa come un meccanismo, allucinante come un sogno implacabile come la marcia silenziosa della lava» (Octavio Paz).

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

 

domenica 12

ore 17.00

La illusión viaja en tranvía (L'illusione viaggia in tranvai, 1953)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: da un racconto di Mauricio de la Serna; sceneggiatura: Luis Buñuel, José Revuueltas, Luis Alcoriza; interpreti: Lilia Prado, Carlos Navarro, Augustín Isunza, Miguel Manzano; produzione: Clasa Films Mundiales (Messico); durata: 90' ; v.o. - sott. it.

Due giovani tranvieri di Città del Messico, ubriachi dopo una festa, rubano un vecchio tram e percorrono le vie cittadine provocando situazioni al limite del grottesco. «Quella che [...] si apre come un'opera realistica diventa [...] attraverso una costante negazione della normalità, lo specchio di quella realtà seconda (o surrealtà) che svela l'autentica natura delle cose e degli uomini» (Auro Bernardi).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

ore 19.00

Abismos de pasión (Cime tempestose, 1953)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo Cime tempestose di Emily Brontë; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro, Arduino Mauvri; interpreti: Jorge Mistral, Irasema Dilian, Lilia Prado, Ernesto Alonso; produzione: Abelardo Rodríguez, Oscar Dancigers (Messico); durata: 91' ; v.o. - sott. it.

Tratto dal celebre romanzo di Emily Brontë, Abismos de pasión è forse il film più inclassificabile di Buñuel, dove cioè il regista è più fedele allo spirito che alla lettera del romanzo il cui senso profondo «sta nell'esaltazione dell' amour fou anche se egli ne sottolinea gli aspetti pessimistici e mortali» (Auro Bernardi).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

 

ore 21.00

Le journal d'une femme de chambre (Diario di una cameriera, 1963)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Octave Mirbeau; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Jeanne Moreau, Georges Géret, Michel Piccoli, Françoise Lugagne, Jean Ozenne, Daniel Ivernel; produzione: Ciné All iance, Filmsonor, Spéva Films (Parigi), Dear Film Produzione; durata: 97'

1929. Célestine è una cameriera parigina che viene assunta da un ricco borghese di provincia: lui è feticista, la moglie è frigida e avara. Un film livido, caustico e antiborghese e un attacco senza retoriche contro la provincia francese torbida e arida. Premio a Jeanne Moreau al Festival di Karlovy Vary.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

 

lunedì 13

chiuso

 

martedì 14

ore 17.00

Las aventuras de Robinson Crusoe (Le avventure di Robinson Crusoe, 1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Daniel Defoe; sceneggiatura: Luis Buñuel, Felipe Roll; interpreti: Dan O'Herlihy, James Fernández, Felipe Alba; produzione: Ultramar Films (Messico), United Artists (Usa); durata: 89' ; v.o. - sott. it.

Suo primo film a colori, Buñuel realizza un film sul silenzio, sulla solitudine e sulla fraternità, dove il colore stesso assume connotazioni oniriche inaspettate. Dan O'Herlihy, nel ruolo del naufrago pieno di risorse, ottenne una nomination all'Oscar.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

 

ore 19.00

Le charme discret de la bourgeoisie (Il fascino discreto della borghesia, 1972)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Fernando Rey, Paul Frankeur, Delphine Seyrig, Jean-Pierre Cassel, Stéphan Audran, Bulle Ogier; produzione: Greenwich Films, Jet Film, Dear (Francia-Spagna-Italia); durata: 103'

La negazione del rito conciliante del pranzo come arma per minare alle fondamenta la borghesia. I signori Thévenot e i signori Sénéchal non riescono a celebrare il rito per una serie di imprevisti, attraverso i quali Buñuel svela le mistificazioni del potere. Il vero volto della realtà è svelato dal regista in una chiave onirica, dietro la quale si cela il suo pessimismo. La borghesia, come scrive Mereghetti, può morire solo «per autodissoluzione. Da qui il furore nichilista del suo cinema».

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

 

 

ore 21.00

El angel exterminador (L'angelo sterminatore, 1962)

Regia: Luis Buñuel; da Los naufragos di José Bergamín; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Silvia Pinal, Jacqueline Andere, Enrique Rambal, Augusto Benedico, Patricia de Morelos; produzione: UNINCI, Films 59 (Messico-Spagna); durata: 85'

« L'angelo sterminatore è un film surrealista, il più esplicito, il meno camuffato o concentrato in situazioni e oggetti isolati, dai “tempi d'oro” del movimento. Un film “senza significati”, come una didascalia iniziale inserita in alcune edizioni tiene a ribadire. [...] Certo, pare inevitabile proporre almeno qualche interpretazione complessiva e quella politico-sociale è forse la più semplice e la più giustificata: il grande affresco-sberleffo sulla crisi e l'impotenza della borghesia, la ritrasformazione della civiltà in nuova barbarie» (Alberto Farassino).

Copia proveniente dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano

 

mercoledì 15

ore 17.00

Un chien andalou (1929)

Regia: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Salvador Dalí; interpreti: Pierre Batcheff, Simone Mareuil, Jaime de Miravilles, Salvador Dalí, Luis Buñuel; produzione: Luis Buñuel; durata: 16'

Primo film di Luis Buñuel, da lui prodotto (con il denaro della madre), sceneggiato (con Salvador Dalí) e diretto. Vi appare all'inizio come l'uomo che affila il rasoio con cui recide trasversalmente l'occhio sinistro di una donna, una delle immagini più scioccanti nella storia del cinema. Proiettato dal giugno 1929 allo Studio des Ursulines di Parigi, durò per molte settimane. Un chien andalou è il corrispettivo filmico del Primo manifesto del Surrealismo (1924). L'attore protagonista, Pierre Batcheff, si suicidò pochi mesi dopo la fine delle riprese.

 

a seguire:

La chute de la maison Usher (La caduta della casa Usher, 1928)

Regia e sceneggiatura: Jean Epstein; assistente alla regia: Luis Buñuel; interpreti: Jean Debucourt, Marguerite Gance, Charles Lamy, Fournez-Goffard, Luc Dartagnan, Pierre Hot; produzione: Jean Epstein (Francia); durata: 63'

Luis Buñuel partecipa al film in qualità di assistente alla regia. Esperienza formativa per il futuro regista, tanto che si notano, nel film liberamente ispirato al racconto di Poe, degli elementi figurativi che saranno poi ricorrenti nelle opere messicane di Buñuel, come ad esempio alcune inquadrature di alberi secchi stagliati contro le nuvole, o la presenza dei ragni, tutti elementi che ritorneranno in pellicole come Abismos de pasión .

 

ore 19.00

L'âge d'or (1930)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel, Salvador Dalí; sceneggiatura e montaggio: Luis Buñuel; interpreti: Lya Lys, Gaston Modot, Caridad de Labarquesque, Pierre Prévert, Pancho Cossio, Llorens Artigas; produzione: Le Vicomte di Noailles (Francia); durata: 62'

Secondo film surrealista di Buñuel, ideato con Salvador Dalí come Un chien andalou , è un pamphlet visionario contro i pilastri della borghesia capitalista (la Chiesa, lo Stato, l'esercito) e l'unico antidoto è la forza sovversiva del desiderio e dell'amore. Finanziato dal visconte Charles de Noailles che rischiò la scomunica, fu proiettato per sei giorni allo Studio 28 di Parigi, bersaglio di un'incursione di squadristi di destra che lo devastarono. Pochi giorno dopo il prefetto Chiappe lo vietò. Uscì in pubblico soltanto nel 1950 a New York e nel 1951 a Parigi.

 

ore 20.30

La voie lacteé (La via lattea, 1970)

Regia: Luis Buñuel; soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Paul Frankeur, Laurent Terzieff, Alain Cuny, Bernard Verley, François Maistre, Claude Cerval; produzione: Greenwich Films, La Fraia Film (Francia-Italia); durata: 92' .

Due vagabondi percorrono la strada che porta al santuario di Santiago de Compostela. Attraverso incontri e visioni Buñuel ripercorre a suo modo la storia della cristianità, riproponendo e reinventando «la libertà della narrazione orale del racconto picaresco» (Barthélemy Amengual). Lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière interpreta Priscilliano, fautore del libero amore.

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

 

giovedì 16

ore 18.30

El angel exterminador (replica)

 

ore 20.30

Espagne 1937

Regia: Luis Buñuel; produzione: Ciné-Liberté; durata: 34'

Una riflessione di Buñuel sulla Spagna negli anni della Guerra civile a partire da materiali documentaristici da lui stesso raccolti.

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

 

a seguire

Subida al cielo (1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Manuel Altolaguirre, Juan de la Cabada; sceneggiatura: Luis Buñuel; interpreti: Lilia Prado, Esteban Márquez, Carmen Gonzáles, Leonor Gómez, Luis Aceves Castañeda; produzione: Isla Films (Messico); durata: 85' ; v.o. - sott. it.

« Quello compiuto dalla corriera di Buñuel è anche un viaggio che parte dallo pseudo-documentarismo e passa per il bozzettismo paesano per raggiungere il surrealismo più puro. Molto spesso ripreso in soggettiva, per intuibili motivi di economicità, è un viaggio che assomiglia spesso a una visione, con momenti misteriosi e inspiegati. Le sequenze realizzate con rozze maquette e un pullman-giocattolo che arranca su montagne di cartapesta evocano non soltanto povertà produttiva ma anche un tono da favola certamente voluto o non sgradito » (Alberto Farassino).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

venerdì 17

ore 17.00

Viridiana (replica)

 

ore 19.00

El (replica)

 

ore 21.00

El Bruto (Il bruto,1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Katy Jurado, Pedro Armendariz, Andrés Soler, Rosita Arenas, Roberto Meyer; produzione: Internacional Cinematográfica (Messico); durata: 83' ; v.o. - sott. it.

Un macellaio fortissimo viene assoldato da un ricco costruttore per terrorizzare chi non paga l'affitto, ma s'innamora della figlia di una sua vittima. Curioso esempio di commistione tra melodramma e commedia, El Bruto secondo le parole di Buñuel «poteva essere un buon film, la sceneggiatura era molto interessante, ma me l'hanno fatta cambiare da cima a fondo. Ora è un film qualsiasi».

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

 

sabato 18

ore 17.00

La via lattea (replica)

 

ore 19.00

Le charme discret de la bourgeoisie (replica)

 

ore 21.00

La joven (Violenza per una giovane, 1960)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal racconto Travellin' Man di Peter Matthieson; sceneggiatura: Luis Buñuel, H.B. Addis [Hugo Botler]; interpreti: Zachary Scott, Kay Meersman, Bernie Hamilton, Claudio Brook; produzione: George O. Werker, Olmeca Films (Messico-Usa); durata: 96' ; v.o. - sott. it.

Uno dei film di Buñuel più spiazzanti per lo spettatore a causa della totale mancanza di manicheismo, del modo insolito di trattare il tema razzista e del superamento dei pregiudizi e dei tabù. Persino l'abuso di minore assomiglia molto a una seduzione consensuale: il ritratto di Ewie è quello di una lolita consapevole della propria attrazione erotica. Premio speciale della giuria a Cannes 1960.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

 

domenica 19

 

ore 17.00

La fièvre monte à El Pao (replica)

 

a seguire

Un chien andalou (replica)

 

ore 19.00

La chute de la maison Usher (replica)

 

ore 20.30

El Bruto (replica)

 

lunedì 20

chiuso

 

martedì 21

ore 18.00

La joven (replica)

 

ore 20.00

Las Hurdes (Terra senza pane,1932)

Regia: Luis Buñuel; commento: Pierre Unik, Luis Buñuel; produzione: Ramón Acín; durata: 27'

Un documentario sulla poverissima zona montagnosa di Las Hurdes era già nei progetti del regista, quando, uscito dal gruppo parigino surrealista, tornò in Spagna e lesse una tesi di dottorato proprio su quel territorio. Grazie alle ventimila pesetas vinte alla lotteria dall'amico Ramon Acín, Buñuel con una troupe di quattro persone si recò a Las Hurdes e ci rimase per circa un mese, girando le immagini che in seguito, montate a Madrid dallo stesso regista in modo estremamente rudimentale (con lente d'ingrandimento e forbici su un tavolo da cucina), vennero a costituire la prima delle tante versioni del film.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

 

a seguire

Gran Casino (1947)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Michael Weber; sceneggiatura: Mauricio Magdaleno, Edmund Baeg; interpreti: Libertad Lamarque, Jorge Negrete, Mercedes Barba, Augustín Lanuza, José Baviera, Francisco Jambrina; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 92' ; v.o. - sott. it.

Storia volutamente scombinata, antisentimentale e irrealistica, infine sconcertante per la presenza, nel tessuto narrativo, di un buon numero di canzoni che, eseguite per intero, sembrano trasferirci in un altro film. Gerardo evade dal carcere e si inserisce nella lotta per il petrolio da parte di una piccola compagnia in crisi e tenuta sotto pressione dal direttore del Casino, prestanome di una società tedesca.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

mercoledì 22

ore 18.00

Simón del desierto (Simon del deserto, 1965)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Claudio Brook, Silvia Pinal, Hortensia Santovena, Jesús Fernández, Francisco Reiguera; produzione: Gustavo Alatriste (Messico); durata: 45'

Un monaco vive in cima a una colonna. Il diavolo, sotto spoglie femminili, cerca invano di tentarlo con le lusinghe della carne, poi si traveste da Buon Pastore e infine lo trasporta in un club newyorchese. Film breve, perché incompiuto, ma non minore, è un pamphlet sulla religione che ribolle di sberleffi blasfemi nel più puro stile surrealista, ma è insieme profondamente cattolico: nel suo ruolo di profeta disarmato Simon è un alter ego del prete di Nazarin . Ultimo film messicano del regista, vinse il Leone d'argento e il premio Fipresci a Venezia.

Copia proveniente dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano

 

ore 19.00

Belle de jour (Bella di giorno, 1966)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Joseph Kassel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Catherine Deneuve, Michel Piccoli, Jean Sorel, Geneviève Page, Francisco Rabal, Pierre Clementi; produzione: Paris Film (Francia); durata: 100' .

Moglie insoddisfatta e repressa cerca una via d'uscita dalla sua condizione prostituendosi dalle 2 alle 5. Un film modellato sull'algida bellezza e sulla classe della Deneuve, accanto alla quale si impone il fascino maledetto di Clementi. Rifiutata a Cannes, l'opera trionfa a Venezia e sbanca i botteghini. Una curiosità: Buñuel non amava il soggetto del film: «L'ho accettato per riuscire a fare una cosa che mi piacesse da un'altra che non mi piaceva affatto».

Copia proveniente dalla Cineteca D.W. Griffith di Genova

 

ore 21.00

Tristana (1970)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Benito Pérez Galdós; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Catherine Deneuve, Fernando Rey, Franco Nero, Lola Gaos, Antonio Cases; produzione: Epoca Films, Talia Films , Selenia Cinematografica, Films Corona, durata: 105' ; v.o. - sott. it.

Tratto, come Nazarin , da un romanzo di Benito Pérez Galdós, è la storia impietosa di una liberazione mancata e di un'opera di corruzione in cui la vittima, ben presto imparata la lezione, diventa carnefice.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

 

 

giovedì 23

ore 17.00

El gran calavera (1949)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Adolfo Torrado; sceneggiatura: Luis Alcoriza, Raquel Rojas; interpreti: Fernando Soler, Rosario Granados, Rubén Rojo, Marujia Griffel, Andres Soler, Francisco Jambrina; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 90' ; v.o. – sott. it.

« La commedia El gran calavera di Adolfo Torrado giocava su situazioni molto classiche, addirittura da teatro plautino: equivoci, scambi di persona, capovolgimenti di rapporti. E altrettanto classici ne erano i personaggi, dai parassiti che si installano in casa del ricco al giovane povero ma onesto. [...]. La rappresentazione della miseria, nella seconda parte del film, è disinvoltamente comica, senza alcun complesso di “correttezza sociale”. Quasi una parodia del populismo e del neorealismo» (Alberto Farassino)

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

ore 19.00

Le fantôme de la liberté (Il fantasma della libertà, 1974)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, con la collaborazione di Jean-Claude Carrière; interpreti: Bernard Verley, Milena Vukotic, Paul Frankeur, Michel Lonsdale, Anne-Marie Deschott, Hélène Perdrière; produzione: Greenwich Films (Francia); durata: 103'

L'immaginazione al potere. Buñuel sfida le regole della narrazione e le certezze dello spettatore, offrendo un campionario di variazioni sul tema della libertà, apparentemente dissociate fra di loro, in realtà accomunate da una critica alle strutture (e le sovrastrutture) sociali e mentali che inibiscono l'uomo borghese . Il caos narrativo del regista spagnolo ha una sua assurda logica. Fra gli interpreti Adolfo Celi e Monica Vitti.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

 

ore 21.00

Cet obscur objet du désir (Quell'oscuro oggetto del desiderio, 1977)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo La femme et le pantin di Pierre Louys; sceneggiatura: Luis Buñuel, con la collaborazione di Jean-Claude Carrière; interpreti: Fernando Rey, Julien Bertheau, Carole Bouquet, Angela Molina, Milena Vukotic, Jacques Debarry; produzione: Greenwich Films, Les Films Galaxie, Incine (Francia-Spagna); durata: 100'

Un ricco borghese si innamora perdutamente di una ragazza di 18 anni che accetta la sua corte senza concedersi. Ultima zampata di Buñuel, che cala il romanzo La donna e il burattino di Pierre Louys nell'atmosfera plumbea di una Parigi sconvolta da attentati terroristici. Mentre la realtà circostante smarrisce le sue fragili certezze, l' amour fou si nutre di inganni, trabocchetti, fughe e apparizioni, nel segno/sogno di un desiderio senza fine. L'oggetto del quale, Conchita, ha il volto di Carole Bouquet e poi, quasi beffardamente, il volto di Angela Molina: piccoli tasselli di un puzzle che non si ricompone mai, fino all'esplosione finale, con la quale Buñuel si congeda dal cinema senza averci consegnato le chiavi del suo regno.

Copia proveniente dal Ministère des affaires étrangères di Parigi

 

 

venerdì 24

ore 17.00

Le fantôme de la liberté (replica)

 

ore 19.00

Susana (Adolescenza torbida, 1950)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: da un racconto di Manuel Reachi; sceneggiatura: Jaime Salvador; interpreti: Fernando Soler, Rosita Quintana, Víctor Manuel Mendoza, María Gentil Arcos, Matilde Palau, Luis López Somosa; produzione: Internacional Cinemátografica (Messico); durata: 86' ; v.o. - sott. it.

Evasa da un riformatorio in una notte di tempesta, la bionda e procace Susanna viene accolta in una fattoria isolata dove, fomentando il desiderio di tre uomini, porta al collasso la situazione. Quarto film messicano di Buñuel e girato in soli venti giorni, il film è un altro attacco contro la morale borghese attraverso la forza devastante dell'erotismo.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

ore 20.30

Incontro con l'attrice Milena Vukotic, interprete di Il fascino discreto della borghesia , Il fantasma della libertà e Quell'oscuro oggetto del desiderio .

 

ore 21.00

Una mujer sin amor (1951)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Perre et Jean di Guy de Maupassant; sceneggiatura: Jaime Salvador; interpreti: Julio Villareal, Rosario Granados, Tito Junco, Xavier Loya, Joaquín Cordero, Jaime Calpe; produzione: Internacional Cinemátografica (Messico); durata: 86' ; v.o. - sott. it.

Tratto da Perre et Jean di Guy de Maupassant, già filmato dal giovane André Cayatte nel 1943, è il dramma della gelosia di Carlito, che davanti all'improvvisa fortuna ereditata dal fratello minore Miguel, scopre che proprio Miguel è frutto di un adulterio della madre. Buñuel considerava Una mujer sin amor uno dei suoi film peggiori anche perché i produttori gli avevano chiesto di copiare il film di Cayatte. «Naturalmente mi rifiutai e volli girare a modo mio. Risultato mediocre» (Luis Buñuel).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

 

 

sabato 25

ore 19.00

La hija del engaño (1950)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: da Don Quintìn el Amargao , di Carlos Arniches e José Estremera; sceneggiatura: Luis Alcoriza, Raquel Rojas Alcoriza; interpreti: Fernando Soler, Rubén Rojo, Alicia Caro, Nacho Contra, Fernando Soto, Lili Aldemar; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 80' ; v.o. - sott. it.

«[...] Per La Hija del engaño la famiglia non ha più, nemmeno per ironia, nulla di sacro. Ne vediamo subito la fragilità e la dissoluzione. Né la famiglia contadina, con un padre ubriacone e una figlia stupidina, pare migliore e più sana, e comunque nemmeno quella durerà fino alla fine. [...] L'inferno non è che la continuazione e l'allegoria della famiglia borghese alla cui analisi ancora una volta Buñuel dedica un film, come altri ne dedicherà subito dopo» (Alberto Farassino).

Copie provenienti dalla Filmoteca Española di Madrid

 

 

ore 21.00

La mort en ce jardin (La selva dei dannati, 1956)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di José-André Lacour; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza, Raymond Queneau; interpreti: Simone Signoret, George Marchal, Charles Vanel, Michel Piccoli, Michèle Giradon; produzione: Tepeyac, Dismage (Messico-Francia); durata: 110'

All 'origine del film è un banale romanzo d'avventure, al cui adattamento parteciparono Luis Alcoriza e Raymond Queneau. Un gruppo di persone male assortite fuggono nella giungla inseguiti dalla polizia: si massacreranno a vicenda. Buñuel non si esprime sui personaggi – tutti ambigui, né buoni né cattivi – e li osserva agire come cavie di laboratorio in una cornice di natura selvaggia e lussureggiante.

Copia proveniente dal Ministère des affaires étrangères di Parigi

 

domenica 26

ore 17.00

A proposito di Bunuel

Regia José Luiz Lopez-Linares e Javier Rioyo

Documentario, durata: 103'

Proiezione in dvd

 

ore 19.00

El río y la muerte (1954)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Muro blanco sobre roca negra di Miguel Alcarez Acosta; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Columba Dominguez, Miguel Torruco, Joaquín Cordero; produzione: Clasa Films Mundiales (Messico); durata: 90' ; v.o. - sott. it.

« El rio y la muerte non è per nulla un'opera disonorevole per un uomo che, a quell'epoca, pensava e diceva che “solo i medici e gli architetti” sono degni d'interesse nella borghesia [...]. Il film è costruito come una sorta di lungo flash-back, e mostra Felipe (l'eroe del film), curato in una clinica dopo aver tentato il suicidio, che legge il suo racconto all'infermiera [...]. Presentato al Festival di Venezia il film non incontrò particolarmente il favore del pubblico» (Marcel Oms).

Copia provenienti dalla Filmoteca Española di Madrid

 

 

ore 21.00

Cela s'appelle l'aurore (Amanti senza domani, 1955)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Emmanuel Roblès; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean Ferry; interpreti: Lucia Bosè, Georges Marchal, Gianni Esposito, Nelly Borgeaud, Julien Bertheau, Jean-Jacques Delbo; produzione: Les Films Marceau-Laetitia Film (Francia-Italia); durata: 108'

Dopo 14 film messicani Buñuel torna in Francia con un dramma antiborghese: in un paese della Corsica un medico idealista nasconde in casa un amico operaio che, dopo un ingiusto licenziamento, ha ucciso il padrone (e si darà la morte), lascia la moglie ricca e ricomincia una nuova vita con una giovane vedova.

Copia proveniente dall'Istituto Cinematografico dell'Aquila La Lanterna Magica

 

lunedì 27

chiuso

 

martedì 28

Lo splendore del vero: il documentario italiano

La non fiction. L'impegno sociale. La sperimentazione linguistica. L'utopia (a tratti realizzata) di fotografare la realtà. Mai come in questi tempi si è assistito alla rinascita del documentario in tutte le sue più variegate sfaccettature. A tal proposito, vista la vastità e la complessità del materiale, si è deciso di dedicare un appuntamento mensile al documentario, cominciando con due lavori di Giancarlo Bocchi: Morte di un pacifista e Kosovo, nascita e morte di una nazione . Immagini di drammatica attualità, spesso volutamente trascurate dai mass media, ma troppo urgenti per essere ignorate, specialmente quando si pensa superficialmente che in territori come il Kosovo, i massacri e i genocidi sono terminati. Niente di più sbagliato. Giancarlo Bocchi, dopo aver girato documentari, su artisti e intellettuali internazionali ( All en Ginsberg, Paul Delvaux e molti altri) e lavori di videoarte e videoinstallazioni, nei primi anni '90 ha realizzato diversi documentari sui conflitti in Afghanistan, Bosnia, Kosovo, Irlanda del Nord, Messico.... Nel 2004 ha realizzato Nemaproblema , il suo primo lungometraggio. La serata è organizzata in collaborazione con il RomaDocFest.

 

ore 20.00

Morte di un pacifista (Il ponte di Sarajevo) (1995)

Regia, fotografia, suono: Giancarlo Bocchi; montaggio: Esmeralda Calabria; produzione: IMP S.r.l. con la collaborazione di Tele +; durata: 50'

Vrbania sul fiume Miljiacka, tristemente noto a Sarajevo come “il ponte della morte”. Nell'aprile del 1992, con l'uccisione a Vrbania della pacifista Suada Delberovic da parte dei serbo-bosniaci, iniziò l'assedio della capitale bosniaca. Successivamente su quel ponte trovarono la morte molti cittadini di Sarajevo che volevano fuggire all'assedio e il pacifista italiano Gabriele Moreno Locatelli. La responsabilità dell'uccisione di Locatelli venne frettolosamente attribuita ad un “anonimo” cecchino, ma dietro questo delitto si nascondono verità “inconfessabili”.

 

ore 20.50

Kosovo, nascita e morte di una nazione (1999-2001)

Regia, fotografia, suono, montaggio: Giancarlo Bocchi; produzione: IMP S.r.l. con Rai Fiction - Raidue; durata: 50'

Con un mosaico di sette storie si racconta il conflitto del Kosovo dal 1998 al 2000, attraverso i drammi e le sofferenze della popolazione di tutte le etnie, vittima della guerra, dei massacri, dei genocidi e della manipolazione del potere e dei media. È un viaggio attraverso il passato ed il presente, che svela molti fatti sconosciuti di un conflitto che non si è mai concluso.

 

ore 21.50

Incontro con il regista Giancarlo Bocchi e con due esperti dei Balcani: l'inviato del Tg5 Toni Capuozzo e Gigi Riva, caporedattore de «L'Espresso».

Cinema Trevi - Cineteca Nazionale
   Vicolo del Puttarello, 25
   Info: 06.6781206 - www.snc.it

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